Intenzionalità: differenze tra le versioni

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L''''intenzionalità''', nella specifica corrente filosofica della [[fenomenologia]], è l'attitudine costitutiva del [[pensiero]] ad avere sempre un contenuto, a dirigersi necessariamente verso un [[oggetto (filosofia)|oggetto]], senza il quale il pensiero stesso non sussisterebbe.<ref>Cfr. Nicola Abbagnano, ''Linee di storia della filosofia'', III vol., pag. 182, Paravia, Torino 1960.</ref> Non ha a che vedere con la libera [[volontà]] né con l'agire "intenzionalmente", avendo dal punto di vista filosofico soltanto un significato tecnico.
==Origine ed evoluzione del termine==
Il concetto di intenzionalità era stato elaborato originariamente dalla [[filosofia scolastica]], e fu reintrodotto nella [[filosofia contemporanea]] dal [[Filosofia|filosofo]] e [[Psicologia|psicologo]] [[Franz Brentano]] nella sua opera ''Psychologie vom Empirischen Standpunkte'' (''[[Psicologia dal punto di vista empirico]]''). Con l'intenzionalità della [[Coscienza (filosofia)|coscienza]] o della [[mente]] egli intendeva appunto l'idea che la coscienza sia sempre diretta ad un [[Oggetto (filosofia)|oggetto]], che abbia sempre un contenuto, andando oltre se stessa. Brentano definì l'intenzionalità come la caratteristica principale dei ''fenomeni psichici'' (o mentali), tramite cui essi possono essere distinti dai ''fenomeni fisici''. Ogni fenomeno mentale, ogni atto psicologico infatti ha un contenuto, è diretto a qualcosa (l'«oggetto intenzionale»). Ogni credere, desiderare, etc. ha un oggetto: il creduto, il desiderato.
 
===Husserl===
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Tramite le opere di Husserl, l'idea di intenzionalità penetrò nella ricerca contemporanea, sia nella [[filosofia continentale]] che nella [[filosofia analitica]].
 
Nell'[[intelligenza artificiale]] e nelle [[scienze cognitive]] è un tema controverso e si considera l'intenzionalità come qualcosa che una macchina non potrebbe mai davvero possedere da un punto di vista strutturale. Tra i sostenitori di questa tesi vi è John Searle, che col suo famoso esperimento mentale della [[stanza cinese]] ha provato a dimostrare l'impossibilità logica che una macchina possa mai avvicinarsi al funzionamento della mente umana.
 
==Note==