Al-Nabigha al-Ja'di: differenze tra le versioni
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|Epoca = VII secolo
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|FineIncipit = è stato un [[poeta]] [[arabo]] e un ''[[Sahaba]]'' del profeta [[Maometto]], incluso nelle
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Ḥibbān (o Ḥassān, o Ḥayyān) ibn Qays ibn ʿAbd Allāh al-Nābigha al-Jaʿdī, appartenente ai Banū Jaʿda, sottogruppo della più grande [[tribù]] araba dei Banū ʿĀmir b. Ṣaʿṣaʿa, appartenne alla categoria più tardi classificata dei poeti ''mukhaḍramūn'', che vissero cioè a cavallo tra la [[Jahiliyya|Jāhiliyya]] e l'[[Islam]], e dei ''
Si convertì all'Islam quando, ancor giovane, giunse giunse nel [[630]] a [[Medina]] con una delegazione della sua tribù che si proponeva di contrarre con [[Maometto]] un'alleanza (''ḥilf''). In quell'occasione il Profeta lo benedisse e lo trattò con particolare affabilità.
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Fu dalla parte di [['Ali ibn Abi Talib]] a [[Battaglia di Siffin|Ṣiffīn]].
La critica ritiene che al-Nābigha abbia risentito dell'influenza di [[Labid|Labīd]] per quanto riguarda la tematica della caducità dell'uomo, destinato alla morte:
{{quote|(1) O miei due amici, fermate un momento le vostre cavalcature, fermatevi al meriggio, biasimate ciò che il tempo produce o toglie.<br>(2) Non sapete che l'andar via, anzi un rapido andar via, è oggi è più giusto che l'astenersi [dall'andare]?<br>(3) Non fate domande -certo la vita è breve - adattatevi [invece] agli eventi [anche se] spaventosi, o rimanete calmi;<br>(4) e se vi accade cosa che non siete capaci di allontanare, non vi affliggete di ciò che Iddio ha decretato, e abbiate pazienza...|''Le poesie di an-Nābigha al-Ǧaʿdī'', [[Qasida|Qaṣīda III]], trad. di M. Nallino, pp. 39-40}}
==Note==
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