Lucio Cornelio Silla: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Guerre giugurtine|Guerre cimbriche}}
Silla apparteneva a un ramo povero della [[gens]] dei ''[[Gens Cornelia|
Nel [[92 a.C.]] si assistette a un avvenimento storico per quell'epoca. La [[Repubblica romana]] e il grande Impero dei [[Parti]] vennero a contatto in modo del tutto pacifico. Una delegazione inviata dal sovrano parto, [[Mitridate II di Partia|Mitridate II]], si incontrò sulle rive dell'[[Eufrate]] con il pretore Lucio Cornelio Silla, governatore della nuova [[Cilicia (provincia romana)|provincia di Cilicia]].
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{{Vedi anche|Prima guerra mitridatica}}
Approfittando dell'assenza di Silla, sul finire dell'[[87 a.C.]] Mario riuscì a riprendere il controllo della situazione. Con il sostegno del console [[Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.)|Lucio Cornelio Cinna]] (suocero di [[Gaio Giulio Cesare]]), ottenne che tutte le riforme e le leggi emanate da Silla fossero dichiarate prive di validità e che lo stesso Silla fosse ufficialmente dichiarato "nemico pubblico" e costretto perciò all'esilio. Insieme, Mario e Cinna eliminarono fisicamente un gran numero di sostenitori di Silla, e furono eletti consoli per l'anno [[86 a.C.]] Mario morì pochi giorni dopo l'elezione e [[Lucio Valerio Flacco (console 100 a.C.)|Lucio Valerio Flacco]] fu nominato ''[[Console (storia romana)|
Nel frattempo Silla si era recato in Grecia, dove portò alla [[Assedio di Atene (87 a.C.)|caduta Atene]] nel marzo dell'[[86 a.C.]].<ref name="PlutarcoSilla16">[[Plutarco]], ''Vita di Silla'', 16.</ref><ref name="AppianoMitridatiche38">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 38.</ref> Il generale romano vendicò quindi l'[[vespri asiatici|eccidio asiatico]] di Mitridate, compiuto su [[popoli italici|Italici]] e [[cittadinanza romana|cittadini romani]], compiendo un'autentica strage nella capitale attica. Silla proibì, invece, l'incendio della città, ma permise ai suoi [[legione romana|legionari]] di saccheggiarla. Il giorno seguente il comandante romano vendette il resto della popolazione come schiavi.<ref name="AppianoMitridatiche38"/> Catturato [[Aristione]], chiese alla città come risarcimento del danno di guerra, circa venti chili di oro e 600 libbre d'argento, prelevandole dal tesoro dell'Acropoli.<ref name="AppianoMitridatiche39">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 39.</ref>
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