Pëtr Alekseevič Kropotkin: differenze tra le versioni

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[[File:Sof'ja e Petr Kropotkin.jpg|thumb|180px|Con la moglie Sof'ja nel 1919]]
Nel [[1917]] tornò in [[Russia]] dove prese immediatamente posizione contro la piega autoritaria che avvertiva nel movimento rivoluzionario, osteggiando in particolare i [[bolscevismo|bolscevichi]];. strinseNella sua prima lettera a Lenin, datata 21 maggio 1917, scrisse che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo». Strinse amicizia con [[Aleksandr Kerenskij]], dal quale {{cn|rifiutò un ministero}}; ricevette inoltre l'offerta - che rifiutò {{cn|sdegnato}} - di una pensione annua di 10000 rubli fattagli da [[Lenin]].
 
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a Dmitrov, dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente;'' il documento più importante di questo periodo, o ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d’intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una [[Russia]] anarchica organizzata in liberi comuni federali, e ammoniva gli uomini d’altri paesi a imparare dagli errori della [[Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]]. Di quest’ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza]] sociale e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura.