Inceneritore: differenze tra le versioni
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Accanto a ciò, sono state sviluppate misure di contenimento preventivo delle emissioni, ottimizzando le caratteristiche costruttive dei forni e migliorando l'efficienza del processo di combustione. Questo risultato si è ottenuto attraverso l'utilizzo di temperature più alte, di maggiori tempi di permanenza dei rifiuti in regime di alte turbolenze e grazie all'immissione di aria per garantire l'[[ossidazione]] completa dei prodotti della combustione. Tuttavia, in alcuni casi l'aumento delle temperature, se da un lato riduce la produzione di certi inquinanti (per es. diossine), dall'altra aumenta la produzione di ossidi di azoto, per cui si deve trovare un compromesso, anche perché a temperature più alte corrispondono maggiori emissioni di nanopolveri sempre più sottili ed impossibili da intercettare anche per i più moderni filtri.
Per questi motivi gli impianti più moderni prevedono postcombustori catalitici, che funzionano a temperature
Attualmente il contributo degli inceneritori all'inquinamento complessivo è stimato su valori abbastanza contenuti.
====Il particolato====
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Se la legge fissa dei limiti per le PM<sub>10</sub>, alcuni nuovi studi rilevano l'insorgenza del problema delle cosiddette [[nanopatologie]], che sarebbero causate dal particolato ultrafine (da PM<sub>2,5</sub> a PM<sub>0,1</sub>) di tipo inorganico, che nessun filtro esistente attualmente è in grado di bloccare, talché un limite all'emissione di queste particelle non sarebbe concretamente applicabile se non vietando del tutto gli impianti in questione.<br>
In attesa di ulteriori studi e prove epidemiologiche l'OMS non ha ancora espresso un giudizio ufficiale sulla pericolosità delle [[nanopolveri]], e – in mancanza di correlazioni tra le singole fonti di [[nanopolveri]] e l'insorgenza di [[nanopatologie]] – la medicina e la legge non possono riconoscerne e quantificarne ancora la pericolosità.<br>
È innegabile che gli inceneritori (anche se non sono
In virtù del [[principio di precauzione]] è opportuno che i progetti di termovalorizzatori siano valutati ancora più attentamente, non essendo corretto asserire che non provocano alcun rischio per la salute (come non è altresì fondato asserire che sono la certa causa di [[nanopatologie]]).
{{vedi anche|particolato|nanopolvere|nanopatologie}}
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Bisogna considerare comunque che la diossina è rilevabile normalmente presso numerosi altri impianti industriali (soprattutto acciaierie), nel fumo di sigaretta, nelle combustioni di legno e carbone (potature e barbecue), nella combustione (accidentale o meno) di [[rifiuti solidi urbani]] avviati in discarica. Recentemente l'EPA ha sostenuto che oramai il problema delle diossine non sono più gli inceneritori di rifiuti, ma il cosiddetto "backyard" (gli USA avevano una tradizione di mini-incenerimento domestico), e le combustioni incontrollate.
Il ministero tedesco ritiene che in Germania meno dell'1% delle diossine sia prodotto dagli inceneritori.
Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea. Ciò non toglie che a loro volta gli animali, esposti ai fumi contenenti diossina, possano accumulare diossina che finisce poi nella catena alimentare umana.
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Altri sistemi sono stati messi a punto per l'abbattimento dei microinquinanti ([[metalli pesanti]] e [[diossine]]). Riguardo ai primi, presenti sia in fase solida che di vapore, la maggior parte di essi viene fatta condensare nel sistema di controllo delle emissioni e si concentra nel cosiddetto "particolato fine" (ceneri volanti). Il loro abbattimento è affidato all'efficienza del [[depolveratore]] che arriva a garantire una rimozione superiore al 99% delle PM<sub>10</sub> prodotte, ma nulla può contro le PM<sub>2,5</sub>.
Per quanto riguarda l'abbattimento delle diossine il controllo dei parametri della [[combustione]] e della post-combustione, sebbene in passato fosse considerato di per sé sufficiente a garantire valori di emissione in accordo alle normative più stringenti, è attualmente accompagnato da un ulteriore intervento specifico basato sulle proprietà chimicofisiche dei carboni attivi. Questo
Sono allo studio metodi di lavaggio dei fumi in coluzione oleosa per la cattura delle diossine, partendo dalla spiccata solubilità in grassi di queste.
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