Lucio Cornelio Silla: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Guerre giugurtine|Guerre cimbriche}}
 
Silla apparteneva a un ramo povero della [[gens]] dei ''[[Gens Cornelia|Cornelii]]'', famiglia di antichissimaantica origine [[patrizio (storia romana)|patrizia]], ma in quell'epoca senza alcuna influenza nella vita politica della città. Conosceva molto bene le lettere latine e greche. Aveva un animo grande, era cordiale nell'amicizia, era astuto e aveva l'abilità di nascondere deliberatamente i suoi pensieri. Nei rapporti coniugali non era stato molto onesto giacché aveva già tradito sua moglie Giulia. Amava la gloria e i piaceri ma questo non lo distoglieva dai doveri civili. Infine sapeva elargire i beni e soprattutto il denaro. Completamente privo di mezzi economici, Silla trascorse gli anni della gioventù ai margini dei circoli politicamente più influenti di Roma. In che modo il giovane si procurò le risorse economiche per poter essere ammesso nel [[Senato romano|rango senatorio]] non è dato sapere, sebbene alcune fonti facciano allusione all'eredità di un'anziana prostituta d'alto bordo dalla quale s'era fatto mantenere fino a oltre i trent'anni. Nel [[107 a.C.]] Silla fu nominato [[Questore (storia romana)|questore]] di [[Gaio Mario]], del quale era cognato avendo sposato la sorella minore della moglie di Mario, Giulia, nel periodo in cui questi stava assumendo il comando della spedizione militare contro [[Giugurta]], re della [[Numidia]]. Questa guerra si protraeva ormai dal [[112 a.C.]], con risultati addirittura umilianti per l'esercito romano, tenuto in scacco dalle forze di questo piccolo regno africano. Alla fine Mario, nel [[106 a.C.]], riuscì a prevalere, soprattutto grazie all'abile e coraggiosa iniziativa di Silla, che riuscì a catturare Giugurta convincendo il suocero [[Bocco I|Bocco]] e gli altri familiari a tradirlo e consegnarlo ai Romani. La fama che gliene derivò gli servì da trampolino di lancio per la carriera politica, ma provocò il risentimento e la gelosia di Mario nei suoi confronti. Nonostante ciò Silla continuò a servire nello stato maggiore di Mario per tutta la durata della difficile campagna condotta in [[Gallia]] contro le tribù [[germani]]che dei [[Cimbri]] e dei [[Teutoni]] ([[104 a.C.|104]] – [[103 a.C.]]). Silla si distinse anche in questa occasione, aiutando il console [[Quinto Lutazio Catulo (console 102 a.C.)|Quinto Lutazio Catulo]], rivale di Mario, a sconfiggere i Cimbri nella [[Battaglia dei Campi Raudii]], presso [[Vercelli]], nel [[101 a.C.]] Al suo ritorno a Roma, Silla riuscì a farsi eleggere [[Pretore (storia romana)|pretore]] urbano, e i suoi avversari non mancarono di accusarlo di aver corrotto all'uopo molti degli elettori. In seguito fu assegnato al governo della [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia]], regione situata nell'odierna Turchia.
 
Nel [[92 a.C.]] si assistette a un avvenimento storico per quell'epoca. La [[Repubblica romana]] e il grande Impero dei [[Parti]] vennero a contatto in modo del tutto pacifico. Una delegazione inviata dal sovrano parto, [[Mitridate II di Partia|Mitridate II]], si incontrò sulle rive dell'[[Eufrate]] con il pretore Lucio Cornelio Silla, governatore della nuova [[Cilicia (provincia romana)|provincia di Cilicia]].