Inceneritore: differenze tra le versioni
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Tolti riferimenti all'eolico e solare, incongrui, rispetto all'argomento. |
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Il fatto che una legge nazionale (Legge 39 del 1.3.2002, art. 43) proponga di includere, nell'atto di recepimento italiano della Direttiva 2001/77 (recepita in Italia col D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387), i «rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili, ivi compresi i rifiuti non biodegradabili», non rende meno grave la palese violazione di quanto dettato dalla direttiva europea.
Una contraddizione è presente nella direttiva comunitaria 2001/77/Ce, che autorizza in deroga l'Italia a considerare l'energia prodotta dalla quota non rinnovabile dei rifiuti nel complesso dell'elettricità prodotta da fonti rinnovabili ai fini del raggiungimento dell'obiettivo del 25% del totale nel 2010: proprio questa deroga è nel 2006 stata attaccata in sede di Parlamento europeo coll'emendamento (articolo 15 bis) alla legge Comunitaria 2006.<ref name=ecospTruffa/>.
La finanziaria 2007 ha finalmente escluso gli
Tuttavia l'attività principale e più lucrosa degli inceneritori con recupero di energia è lo smaltimento dei rifiuti e non la vendita di energia, la quale – pur in un regime tariffario favorevole – permette solo un abbassamento dei costi globali di esercizio.
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I termovalorizzatori/inceneritori sono dotati di sistemi di controllo e riduzione delle emissioni che ne fanno, a detta di alcuni, una realtà compatibile con le esigenze di tutela ambientale, tanto che sono inseriti all'interno di svariati contesti urbani in tutto il mondo (ad esempio a [[Vienna]], [[Parigi]], [[Londra]], [[Copenaghen]] e [[Tokyo]]). Certi studi sul [[particolato]] e in particolare sulle [[nanopolveri]] mettono in dubbio queste tesi (si veda [[Inceneritore#Questioni_sanitarie_e_ambientali|sotto]]).
In Europa sono attivi attualmente 304 impianti di termovalorizzazione/incenerimento, in 18 Nazioni. Paesi quali [[Svezia]], [[Danimarca]] e [[Germania]] ne fanno ampio uso; in [[Olanda]] (ad [[Avr]] e [[Amsterdam]]) sorgono i più grandi termovalorizzatori/inceneritori d'Europa, che permettono di smaltire fino ad un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti all'anno. Anche in Olanda comunque come in Germania la politica è quella di bruciare sempre meno rifiuti per cercare di dismettere un giorno gli impianti esistenti. A tal proposito sono attuate amplissime forme di raccolta differenziata e riduzione alla fonte anche con una legge nazionale sul riutilizzo delle bottiglie di vetro e di plastica (ogni cittadino paga una cauzione sulle bottiglie di [[plastica]] e [[vetro]] che gli viene restituita con un bonus per il supermercato quando riconsegna le bottiglie negli speciali spazi presso i centri commerciali).
In [[Italia]] i termovalorizzatori sono ancora poco diffusi, anche a causa dei dubbi che permangono sulla nocività delle emissioni nel lungo periodo e delle resistenze di parte della popolazione:
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