Capo Alga: differenze tra le versioni
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{{Infobox nave
|Nome=''Capo Alga''<br /><small>ex ''Munbeaver''</small><br /><small>ex ''Sudbury''</small>
|Categoria=nave mercantile
|Immagine=
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|Completata=
|Entrata_in_servizio=marzo 1918
|Proprietario=United States Shipping Board (1918-?)<br />Shawmut Steam Ship Company Inc. (?-1927)<br />Munson Line (1927-1938)<br />Società Anonima Compagnia Generale di Navigazione a Vapore (1938-1943)
|Radiata=
|Destino_finale=catturato da truppe tedesche nel settembre 1943, autoaffondato il 18 agosto 1944, recuperato e demolito
|Dislocamento=
|Stazza_lorda=5075 o 4380 tsl<br />poi 4723
|Portata_lorda=
|Lunghezza=tra le perpendicolari 117,3
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|Profondità_operativa=
|Ponte_di_volo=
|Propulsione=1 [[turbina a vapore]]<br />1 elica
|Velocità=11
|Autonomia=
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All’ingresso dell’[[Italia]] nel [[secondo conflitto mondiale]], il 10 giugno 1940, il ''Capo Alga'', al comando del [[capitano]] Bozza, si trovava a [[Santa Cruz de Tenerife]], nell’[[Isole Canarie|arcipelago delle Canarie]], territorio [[Spagna|spagnolo]] e [[neutralità|neutrale]]<ref name="nmp"/>, dove venne [[internamento militare|internato]]<ref name="dupuis"/><ref name="nmp">Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 97</ref>. Nei successivi mesi la nave stazionò inattiva in tale [[porto]].
Nel frattempo lo [[Stato Maggiore]] della [[Regia Marina]] aveva proposto ed ottenuto di mettere a punto un piano per far forzare il [[blocco navale|blocco]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleato]] da parte dei [[nave cargo|mercantili]] rifugiati nelle nazioni neutrali più benevole nei confronti dell’[[Italia]] ([[Spagna]], [[Brasile]] e [[Giappone]]) e farli giungere a [[Bordeaux]], [[base navale|base]] atlantica italiana ([[Betasom]]) nella [[Francia]] occupata (o, in altri casi, a Saint Nazaire): le navi sarebbero passate sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]], mentre i carichi (ancora a bordo da quando, dopo la [[dichiarazione di guerra]], si erano rifugiate nei porti neutrali) sarebbero stati trasferiti in Italia via terra<ref name="dupuis">Dobrillo Dupuis, ''Forzate il blocco! L’odissea delle navi italiane rimaste fuori degli stretti allo scoppio della guerra'', pp. da 50 a 56 e 59</ref>. Dopo la trasmissione delle istruzioni da seguire per la partenza ed il [[viaggio]], venne organizzata la partenza dei vari mercantili, iniziando dalla [[Spagna]] continentale, dalla quale, tra il febbraio ed il giugno 1941, si trasferirono a [[Bordeaux]] i mercantili ''[[Clizia (nave mercantile)|Clizia]]'', ''[[Capo Lena (nave mercantile)|Capo Lena]]'' ed ''[[Eugenio C. (piroscafo 1928)|
Il ''Capo Alga'' lasciò Santa Cruz de Tenerife, con a bordo il carico che aveva nelle [[stiva|stive]] sin dal giugno 1940, il 1º aprile 1941<ref name="nmp"/><ref>''Navi mercantili perdute'' parla del 1° e del 18 giugno 1941 come date di partenza ed arrivo, ma si tratta probabilmente di un errore.</ref>. Raggiunto il [[mare]] aperto, il piroscafo compì varie [[manovra|manovre]] ed evoluzioni per confondere le idee allo [[spionaggio]] inglese ed ai [[peschereccio|pescherecci]] che incrociavano poco fuori del [[porto]], in modo che non fosse possibile comprendere quale rotta avrebbe seguito, poi assunse rotta verso ovest, allontanandosi coperto dal [[oscurità|buio]] della [[notte]]<ref name="dupuis"/>. La nave seguì rotte lontane da quelle usuali, per evitare di incontrare navi nemiche, procedendo ad una velocità di circa 15 nodi<ref name="dupuis"/>. Seguendo le disposizioni impartite da [[Supermarina]], il mercantile navigò per diversi giorni senza problemi od incontri, grazie all’assenza di [[luna]], ma una notte la nave venne sorvolata da un quadrimotore nemico, proprio mentre dal [[fumaiolo]], per un problema in [[sala macchine]], aveva iniziato ad emettere un [[fumo]] particolarmente denso<ref name="dupuis"/>. Il [[velivolo]], tuttavia, si allontanò senza accorgersi della presenza della nave italiana<ref name="dupuis"/>. L’indomani, all’[[Alba (giorno)|alba]], venne avvistata a proravia la colonna di fumo prodotta da una nave, che venne evitata accostando prontamente in fuori<ref name="dupuis"/>. Procedendo alla massima velocità, alcuni giorni più tardi il ''Capo Alga'' oltrepassò [[Capo Finisterre]] e giunse nel [[golfo di Biscaglia]], arrivando, al [[tramonto]] del 15 aprile, a 95 miglia dalla [[costa]] della [[Francia]]<ref name="dupuis"/>. La nave iniziò quindi a costeggiare il [[litorale]], e nel [[pomeriggio]] del 16 aprile avvistò a proravia due [[dragamine]] [[Kriegsmarine|tedeschi]], che procedevano alla massima velocità verso il piroscafo italiano<ref name="dupuis"/>. Vennero effettuati i segnali di riconoscimento (e, come frequente, anche un saluto), dopo di che il ''Capo Alga'' si pose nella [[scia]] delle due unità tedesche, che lo scortarono a [[Saint Nazaire]] (per altra fonte a [[Nantes]]<ref name="nmp"/>), ove il piroscafo giunse nelle prime ore della notte del 17 aprile<ref name="dupuis"/>.
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