Debito pubblico: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 522:
=== Il debito pubblico in Argentina ===
{{vedi anche|Crisi economica argentina}}
L'Argentina, a seguito dell'[[impugnazione]] del suo debito, ha istituito una particolare modalità di finanziamento del debito pubblico, con la quale emette dei titoli di debito più complessi dei tradizionali ''bond''. Si tratta di ''[[Warrant (finanza)|warrant]]'', che pagano l'interesse soltanto se la crescita del [[PIL]] misurata a fine anno (e non quella prevista) supera il 4.2%: il capitale, come per i normali titoli di Stato, è garantito al 100%, mentre non lo è la quota interessi ma questo impegno vale solo nella misura in cui lo Stato, come appunto fece la stessa Argentina, non dichiara ''default'' (cessazione dei pagamenti). In questo modo l'andamento del debito pubblico è legato alla crescita della ricchezza reale della nazione e si dovrebbe evitare quanto accadeva in passato, quando lo Stato doveva contrarre debiti non per poter effettuare investimenti produttivi che avrebbero arricchito il Paese, ma per ripagare i detentori di titoli quando le tasse sul [[reddito]] prodotto da cittadini e imprese non fornivano un gettito sufficiente allo scopo.
Si deve anche considerare che troppo spesso i finanziamenti produttivi, ovvero destinati agli investimenti e allo sviluppo, sono stati dirottati verso la copertura del deficit pubblico stesso, inteso come spesa corrente dello Stato, innescando un circolo vizioso. L'Argentina a tutt'oggi mantiene lo status di ''default'', è stata estromessa dai mercati finanziari internazionali, è stata condannata per comportamento doloso, avendo occultato le sue riserve prima di dichiarare ''default'' (essa mantiene oltre 150 miliardi di dollari all'estero). Recentemente l'Argentina ha dichiarato un altro ''default'' sui titoli [[INDEC]] di cui sopra tramite un'abile manipolazione dell'indice di riferimento dei prezzi su cui sono calcolate le cedole: così il paese è riuscito a pagare lo 0,5% sui titoli, un rendimento di fatto negativo che riduce in pratica il capitale investito dai risparmiatori.
|