Papa Pio IX: differenze tra le versioni
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=== I primi anni del pontificato ===
Il primissimo provvedimento che prese, appena un mese dopo la sua elezione (16 luglio [[1846]]), fu la concessione dell'[[amnistia]] per i reati politici<ref>''[http://books.google.it/books?id=ku4QAAAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=stato+pontificio&lr=&as_brr=3&ei=jYJhS97xI5C-zgSA5Zwc&cd=38#v=onepage&q=&f=false Ragguaglio storico di quanto è avvenuto in Roma e in tutte le provincie dello Stato pontificio in seguito accordato dalla santita' di n.s. Papa Pio IX., come dal suo editto del 16 luglio 1846]''. Roma, Ajani, 1846.</ref>. Il provvedimento concedeva a 400 carcerati di uscire di prigione e a 400 esiliati politici di tornare in Patria.
Nei primi anni di pontificato governò lo [[Stato Pontificio]] con una progressiva apertura alle richieste liberali della popolazione. Fu l'epoca delle grandi riforme dello Stato Pontificio: la Consulta di Stato
Il 14 marzo [[1848]], a seguito dei moti rivoluzionari che avevano investito fin dall'inizio dell'anno tutta l'Europa<ref>I primi moti si verificarono in Sicilia in gennaio, poi in febbraio a [[Parigi]]. Dalla capitale francese la rivoluzione si diffuse su tutto il continente.</ref>, Papa Pio IX concesse la costituzione (''[[Statuto Fondamentale pel Governo Temporale degli Stati della Chiesa]]''), seguendo l'esempio del sovrano delle Due Sicilie<ref>Oggi si è propensi a ritenere che tale atto non sia da vedersi esclusivamente come una forzatura, ma piuttosto un progetto che Pio IX aveva analizzato ed al quale teneva particolarmente nella prima fase del suo pontificato.</ref>. Lo Statuto istituiva due Camere legislative ed apriva le istituzioni (sia legislative sia esecutive) ai laici<ref>Vedi Angelo Ara, ''Lo statuto fondamentale dello Stato della Chiesa (14 marzo 1848). Contributo ad uno studio delle idee costituzionali nello Stato pontificio nel periodo delle riforme di Pio IX''. Milano, Giuffrè, 1966.</ref>.
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{{vedi anche|Repubblica Romana (1849)}}
[[File:Pio IX 1.JPG|thumb|200px|left|Pio IX si rivolge ai sudditi da Gaeta. Documento autografo datato 27 novembre 1848.]]
Le prime avvisaglie di un tentativo di rovesciamento politico avvennero il 15 novembre [[1848]] quando fu ucciso il capo del governo, [[Pellegrino Rossi]].
Il 24 novembre [[1848]] il pontefice partì nottetempo, vestito da semplice sacerdote, con destinazione [[Gaeta]], nel territorio del [[Regno delle Due Sicilie]]<ref>Il ponterice a sua volta ospitera' la famiglia reale napoletana e la loro corte a Roma dopo l'assedio di Gaeta del [[1860]].</ref>. Invitato da [[Napoleone III di Francia|Luigi Napoleone]], a quel tempo presidente della Francia, a trasferirsi nella sua nazione, preferì rimanere in territorio italiano. Rese note le sue ragioni con una ''Lettera aperta ai sudditi e a tutti gli uomini di buona volontà'', in cui affermò:
La [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], diretta dal [[triumvirato]] composto da [[Giuseppe Mazzini]], [[Aurelio Saffi]] e [[Carlo Armellini]], pur nella sua breve vita riuscì ad emanare una tra le più {{Citazione necessaria|argomento=storia|avanzate costituzioni del mondo}}, la quale riservava comunque ampie guarentigie al Pontefice. Pio IX si appellò alle potenze straniere affinché gli fosse restituito il potere temporale. Rispose la Francia repubblicana del Bonaparte: fu inviato un corpo di spedizione di 7.000 soldati al comando del generale [[Nicolas Charles Victor Oudinot|Oudinot]]. Il 30 aprile [[1849]] i francesi furono sconfitti da Garibaldi nella battaglia di Porta Cavalleggeri, ma grazie ai copiosi rinforzi che nel frattempo avevano ricevuto, i francesi, nonostante la resistenza che incontrarono, riuscirono a far breccia nelle mura del [[Gianicolo]] e a conquistare Roma 30 giugno [[1849]] dove fecero ingresso il 3 luglio. Il Papa fece ritorno a [[Roma]] il 12 aprile [[1850]]. Acclamato dalla folla, si diresse al [[Vaticano]], scelto come sua nuova residenza in luogo del [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]].▼
{{citazione|Le violenze usate contro di Noi negli scorsi giorni, e la manifestante volontà di prorompere in altre [...], Ci hanno costretto a separarci temporaneamente dai Nostri sudditi e figli, che abbiamo sempre amati e amiamo. Fra le cause che Ci hanno indotto a questo passo (Dio sa quanto doloroso è al Nostro cuore) una di grandissima importanza è quella di avere la piena libertà nell'esercizio della suprema potestà della Santa Sede, quale esercizio potrebbe dubitare l'Orbe cattolico che nelle attuali circostanze ci venisse impedito. [...] Intanto avendo a cuore di non lasciare acefalo in Roma il governo del Nostro Stato, nominiamo una Commissione Governativa [...] [e] nell'affidare alla detta Commissione Governativa la direzione temporanea degli affari pubblici, raccomandiamo a tutti i Nostri sudditi e figli la calma e la conservazione dell'Ordine.}}
Durante la permanenza nel Regno delle Due Sicilie, il Papa sperimentò per la prima volta un viaggio in treno sulla linea [[Ferrovia Napoli-Salerno|Napoli-Nocera]] (8 settembre 1849) e visitò le [[Officine di Pietrarsa|officine ferroviarie di Pietrarsa]] il 23 settembre 1849.
▲La [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], diretta dal [[triumvirato]] composto da [[Giuseppe Mazzini]], [[Aurelio Saffi]] e [[Carlo Armellini]], pur nella sua breve vita riuscì ad emanare una tra le più {{Citazione necessaria|argomento=storia|avanzate costituzioni del mondo}}, la quale riservava comunque ampie guarentigie al Pontefice. Pio IX si appellò alle potenze straniere affinché gli fosse restituito il potere temporale. Rispose la Francia repubblicana del Bonaparte: fu inviato un corpo di spedizione di 7.000 soldati al comando del generale [[Nicolas Charles Victor Oudinot|Oudinot]]. Il 30 aprile [[1849]] i francesi furono sconfitti da Garibaldi nella battaglia di Porta Cavalleggeri, ma grazie ai copiosi rinforzi che nel frattempo avevano ricevuto, i francesi, nonostante la resistenza che incontrarono, riuscirono a far breccia nelle mura del [[Gianicolo]] e a conquistare Roma 30 giugno [[1849]] dove fecero ingresso il 3 luglio. Il
=== Il ritorno a Roma ===
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L'8 dicembre [[1864]] papa Pio IX pubblicò l'enciclica ''[[Quanta cura]]'' e il [[Sillabo]], una raccolta di ottanta proposizioni considerate dal Papa stesso, divise in dieci rubriche. Il 2 maggio [[1868]] approvò la [[Azione Cattolica|Società della Gioventù Cattolica italiana]], fondata da [[Mario Fani]] e [[Giovanni Acquaderni]] il 29 giugno [[1867]].
L'11 aprile [[1869]] furono organizzate solenni celebrazioni in tutto il mondo cattolico per il suo giubileo sacerdotale e il 7 dicembre [[1869]] aprì il [[Concilio Vaticano I]]. Mentre il potere temporale era in crisi, a pochi mesi dalla breccia di Porta Pia, Pio IX si preoccupò di rinvigorire il potere spirituale. Il [[Concilio Vaticano I]] portò alla formulazione del dogma dell'infallibilità del Pontefice, chiaramente espresso nella costituzione dogmatica ''[[Pastor Aeternus]]''<ref>[http://www.zammerumaskil.com/pastoraeternus.html Testo della costituzione dogmatica ''Pastor Aeternus'']</ref>. Questo portò allo scisma tra la Chiesa cattolica e i [[Vetero-cattolicesimo|vetero-cattolici]]. Il tedesco [[Joseph Hubert Reinkens]] si fece eleggere primo "vescovo cattolico dei vetero-cattolici". Il Concilio proseguì fino al 18 luglio [[1870]] quando venne sospeso a causa della [[guerra franco-prussiana]].
=== La presa di Roma ===
[[File:Pio IX 1970.jpg|thumb|250px|25 aprile [[1870]]. Pio IX benedice le truppe Vaticane]]
{{main|Presa di Roma}}
Lo scontro con il neo costituito [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] giunse all'apice quando nel [[1870]], alla caduta di [[Napoleone III]], le truppe dei [[Casa Savoia|Savoia]] entrarono a Roma attraverso la [[breccia di Porta Pia]], ponendo fine alla sovranità temporale dei "papi re". Il re [[Vittorio Emanuele II]], dopo la battaglia di Sedan che aveva segnato la sconfitta di [[Napoleone III]] imperatore dei francesi e protettore del potere temporale papale, inviò il 7 settembre [[1870]] una lettera a tutte le potenze europee nella quale si esponevano i motivi della futura presa di Roma, ribadendo però le garanzie e le tutele alla persona del Sommo Pontefice. Inviò tra l'altro il conte Ponza di San Martino, che giunse a Roma il 9 settembre, a sondare gli animi: costui prima parlò con il cardinale [[Giacomo Antonelli|Antonelli]], Segretario di Stato e poi con Pio IX. Entrambi ribadirono la posizione di non accettazione dell'inclusione dei territori della Santa Sede nel neonato Regno d'Italia.
{{Citazione|Maestà,<br/>
Il conte Ponza di San Martino mi ha consegnato una lettera, che a V.M. piacque dirigermi; ma essa non è degna di un figlio affettuoso che si vanta di professare la fede cattolica, e si gloria di regia lealtà. Io non entrerò nei particolari della lettera, per non rinnovellare il dolore che una prima scorsa mi ha cagionato. Io benedico Iddio, il quale ha sofferto che V.M. empia di amarezza l'ultimo periodo della mia vita. Quanto al resto, io non posso ammettere le domande espresse nella sua lettera, né aderire ai principii che contiene. Faccio di nuovo ricorso a Dio, e pongo nelle mani di Lui la mia causa, che è interamente la Sua. Lo prego a concedere abbondanti grazie a V.M. per liberarla da ogni pericolo, renderla partecipe delle misericordie onde Ella ha bisogno.|11 settembre 1870}}
Il Papa si ritirò nel [[Vaticano]] rifiutando di riconoscere il nuovo Stato e dichiarandosi prigioniero politico. Questa situazione, indicata come [[Questione romana]], perdurò fino ai [[Patti Lateranensi]] del [[1929]] sottoscritti in accordo col governo fascista.
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