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Il '''santuario della Madonna del Carmine''' è una [[Chiesa (architettura)|chiesa]] monumentale di [[Sorrento]], situata nel [[centro storico]]: edificata nel [[II secolo]] è stata ricostruita nel [[XVI secolo]].
==Storia e descrizione==▼
Una primitiva chiesa, come testimoniato da alcuni [[Atto notarile|atti notarili]], venne costruita intorno al II secolo, tra il [[230]] ed il [[240]], nel luogo in cui secondo la tradizione, alcuni abitanti di Sorrento, Marco, Quartilla, Quintino, Quintilla ed altri nove, vennero giustiziati in quanto seguaci della [[Cristianesimo|religione cristiana]] secondo le [[Legge|leggi]] imposte da [[Diocleziano]]. Nel XVI secolo, il [[vescovo]] [[Lelio Brancaccio]], decise di affidare la chiesa ai [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|padri carmelitani]] provenienti dalla [[Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore|chiesa del Carmine]] di [[Napoli]]: il primo [[priore]], Bartolomeo Pasca, si fece carico, grazie all'[[eredità]] ricevuta dalla madre ed alle [[offerta|offerte]] dei fedeli, di edificare una nuova chiesa, nello stesso luogo di quella precedente, che venne terminata nel [[1572]] e dedicata alla [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo]]; ad essa era anche annesso un [[convento]]. Durante il corso del [[XVIII secolo]] questa venne completamente restaurata, donandole un aspetto classico dell'epoca, in [[Arte barocca|stile barocco]].
Con l'arrivo a Napoli di [[Napoleone Bonaparte]], i carmelitani vennero scacciati dalla città ed il complesso passò sotto il controllo del Demanio Regio ed in seguito, nel [[1816]], donato al comune di Sorrento; fu in questo periodo, precisamente a partire dal [[1866]], che grazie al riempimento del [[Vallone dei Mulini]], per consentire la costruzione di una [[piazza]], che la chiesa si trovò ad entrar a far parte del centro cittadino: infatti precedentemente questa si trovava poco fuori le [[Mura (architettura)|mura]], nei pressi della [[Porta cittadina|porta d'ingresso]] al paese. Restaurata nuovamente nel [[1921]] e poi ancora nel [[1960]], come ricordato da due [[epigrafe|epigrafi]], tornò nuovamente ai carmelitani il 27 settembre [[1936]], sotto pressione del vescovo Paolo Jacuzio, che ne aveva fatto già richiesta l'11 febbraio [[1929]].
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La [[facciata]] è divisa in tre scomparti da due [[trabeazione|trabeazioni]]: quello inferiore presenta un ampio [[Arco (architettura)|arco]] centrale, nel quale, durante lavori di [[restauro]] sono state rinvenute tracce di [[colonna|colonne]] di [[Storia romana|epoca romana]], affiancato da due piccoli che consento l'accesso al [[nartece]]; lo scomparto centrale è caratterizzato da un [[finestra|finestrone]] con [[Parapetto|balaustra]] contornato da due finestre più piccole, mentre quello superiore termina con una [[croce cristiana|croce]] ed è decorato con [[stucco|stucchi]], cosi come il gli altri due scomparti, nei quali però si aggiunge una coppia di [[Lesena|lesene]]. Dal nartece due [[Portale|portali]] in [[Piperno (roccia)|piperno]], unici superstiti della primitiva chiesa, a [[Fornice|fornici]] quadrate, danno l'accesso all'edifico: superato il [[Vestibolo (architettura)|vestibolo]], con due ingressi laterali, sono poste due [[Acquasantiera|acquasantiere]] recanti lo [[stemma]] della famiglia Falangola, mentre al di sopra del vestibolo, sulla [[cantoria]] è l'[[Organo (strumento musicale)|organo]] del [[1975]], composto da oltre settecento [[Canna (organo)|canne]], che è andato a sostituire quello precedente del [[1913]].
L'interno del [[santuario]] è a navata unica: il [[soffitto]] presenta una [[Pittura su tela|tela]] di [[Onofrio Avellino]] del [[1710]], ritraente la ''Vergine che consegna lo scapolare a san Simone'' e tutta la scena è contornata da [[angeli]] e santi carmelitani. Lungo il lato destro si trova un ingresso secondario, una tela della ''Vergine con bambino e sant'Alberto e san Domenico'' ed una della ''Madonna di Pompei'', entrambe custodite in piccole [[Nicchia|nicchie]] decorate a stucchi che in passato custodivano [[statua|statue]] di [[santo|santi]], un'epigrafe sepolcrale di Nicola Falangola e Patrizio Sorrentino, due tra i principali benefattori per la costruzione della chiesa e due [[cappella|cappelle]], entrambe con due tele del XVIII secolo, una rappresentante la ''Madonna e santa Maria Maddalena e sant'Andrea Corsini'' e l'altra la ''Beatificazione di santa Teresa d'Avila''. Lungo il lato sinistro invece è posto un [[reliquiario]] del [[XVII secolo]] ed una cappella con all'interno due [[pittura|dipinti]] uno raffigurante la ''Madonna ai piedi della croce con sant'Angelo'' e l'altro ''San Francesco di Paola'', opera del XVIII secolo.
L'[[altare maggiore]] è caratterizzato da una zona [[abside|absidale]] dove al centro è posto il dipinto della ''Madonna Bruna'', copia di quello esposta nella chiesa napoletana: fu eseguito nel XVI secolo, probabilmente da Silvestro Bruno, le cui opere sono rintracciabili in tutta la [[costiera sorrentina]]; questo nel corso degli anni ha subito diverse opere di restauro, in particolare quella del [[1880]], avvenuta in modo grossolano, ed alla fine del [[XX secolo]], sotto la direzione della soprintendenza di Napoli, che l'ha riportato all'antico splendore: l'opera è eseguita su due [[Pittura su tavola|tavole]] di [[Populus|pioppo]], è posta in una cornice dorata ed è stata incoronata su volontà del capitolo vaticano l'11 luglio [[1880]], cerimonia ripetuta nel [[1980]], in ricordo del centenario. Ai lati del dipinto sono esposte due tele, opere di Giovanni Cingeri del [[1758]], ritraenti a destra l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei magi'' ed a sinistra l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei pastori''; la zona si completa con quattro quadretti che ritraggono scene della vita della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] e un panello in [[marmo]] scolpito, risalente al XVI secolo, a custodia del [[Tomba|sepolcro]] di Bartolomeo Pasca. Alla sinistra dell'altare maggiore si trova la cappella dedicata ai martiri sorrentini, decorata con [[altare]] in marmo e quadro che riproduce il [[Martirio cristiano|martirio]], attribuita ad un autore ignoto del XVII secolo, oltre a due tele, una di ''San Giuseppe Moscati'', l'altra del ''Beato Tito Brandsma'', una statua del [[Sacro Cuore di Gesù]] ed un'altra di [[san Giuseppe]]. Esternamente alla chiesa si trova il [[campanile]].
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