Terremoto dell'Irpinia del 1980: differenze tra le versioni
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== La scossa ==
[[File:Teora 1980.jpg|thumb
[[File:Conza della Campania 1980.jpg|thumb
Il terremoto colpì alle 19:34<ref name=Caldarola>{{Cita news|autore=[[Giuseppe Caldarola]]|url=http://www.ilriformista.it/stories/Italia/61016/|titolo=Quando in Irpinia crollò anche la Prima Repubblica|pubblicazione=[[Il Riformista]]|giorno=7|mese=4|anno=2009|accesso=13 maggio 2009}}</ref> di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa della durata di circa 90 secondi<ref name=Asca>{{Cita news|autore=|url=http://www.asca.it/news-TERREMOTO_MEMORIA__LA_RICOSTRUZIONE_INFINITA_DELL_IRPINIA-824258-ORA-.html|titolo=Terremoto/Memoria: la ricostruzione infinita dell'Irpinia|pubblicazione=[[Asca]]|giorno=18|mese=4|anno=2009|accesso=13 maggio 2009}}</ref> con un ipocentro di circa 30 km di profondità<ref>{{cita libro|nome=Antonio|cognome=Canino|titolo=Guida d'Italia - Campania|anno=1981| editore=[[Touring Club Italiano]]}}</ref> colpì un'area di 17.000 km²<ref name=Ispro>[http://www.ispro.it/site/content/irpinia-trentanni-dopo Ispro - Irpinia trent'anni dopo]</ref> che si estendeva dall'[[Irpinia]] al [[Vulture]], posta a cavallo delle province di [[Provincia di Avellino|Avellino]], [[Provincia di Salerno|Salerno]] e [[Provincia di Potenza|Potenza]]. I comuni più duramente colpiti (decimo grado della [[scala Mercalli]]) furono quelli di [[Castelnuovo di Conza]], [[Conza della Campania]], [[Laviano]], [[Lioni]], [[Sant'Angelo dei Lombardi]], Senerchia, Calabritto e [[Santomenna]].<ref>{{cita libro|cognome=Guidoboni|nome=Emanuela|coautori=Gianluca Valensise|titolo=Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli ultimi 150 anni|annooriginale=2011|editore=Bononia University Press|isbn=88-73956-83-1}}</ref>
Gli effetti, tuttavia, si estesero ad una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l'area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a [[Napoli]] interessando molti edifici fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in [[tufo]]; a [[Poggioreale (quartiere di Napoli)|Poggioreale]] crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.<ref>Si veda [http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0248/sed0248.pdf il resoconto stenografico] pubblicato dalla [[Camera dei deputati]] il 4 dicembre [[1980]].</ref>
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=== Analisi geosismologica ===
[[File:Sismografo irpinia.jpg|thumb
L'[[Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia]] ([[INGV]]) ha appurato che l'area interessata ha subìto tre distinti fenomeni di rottura lungo differenti segmenti di [[faglia]], succedutisi in circa 40 secondi. Tali segmenti sono stati localizzati sotto i monti [[Marzano]], [[Carpineta]] e [[Cervialto]]. Dopo circa 20 secondi la rottura si è propagata verso SE in direzione della Piana di [[San Gregorio Magno (Italia)|San Gregorio Magno]]. Dopo 40 secondi, localizzata a NE del primo segmento, si è verificata la terza rottura di faglia.
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== I mancati soccorsi ==
[[File:PertiniIrpinial.jpeg|thumb
{{Citazione|Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi|[[Sandro Pertini]], [[edizione straordinaria]] [[Tg2]], 26 novembre 1980}}
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=== La Commissione Scalfaro ===
[[File:Oscar Luigi Scalfaro.jpg|thumb|
La legge 7 aprile [[1989]], n. 128, istituì la ''Commissione parlamentare d'inchiesta sull'attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori colpiti dai terremoti del novembre 1980 e del febbraio 1981 della Campania e della Basilicata'', alla cui Presidenza viene eletto [[Oscar Luigi Scalfaro]]:<ref>{{Cita news|autore=[[Marzio Breda]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/23/Scalfaro_odiato_per_indagini_sul_co_0_0011235147.shtml|titolo=Scalfaro: odiato per le indagini sul terremoto|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=23|mese=11|anno=2000|pagina=7|accesso=15 settembre 2009}}</ref> è un organismo bicamerale con gli stessi poteri della [[magistratura italiana|magistratura]], costituito da venti [[deputati]] e altrettanti [[senatori]] con il compito di accertare quanto realmente lo Stato avesse speso, sino a quel momento, per la ricostruzione delle aree terremotate.<ref>{{cita web|http://www.fondazionemida.it/it/osservatorio/02dopo_legge128.html|Dopo il terremoto, la ricostruzione - Commissione Scalfaro|15-09-2009}}</ref> Nella relazione conclusiva presentata in Parlamento il 5 febbraio [[1991]], la somma totale dei fondi stanziati dal Governo italiano raggiungerà la cifra di 50.620 miliardi di lire, così suddivisi: 4.684 per affrontare i giorni dell'emergenza; 18.000 per la ricostruzione dell'edilizia privata e pubblica; 2.043 per gli interventi di competenza regionale; 8.000 per la ricostruzione degli stabilimenti produttivi e per lo sviluppo industriale; 15.000 per il programma abitativo del comune di [[Napoli]], e le relative infrastrutture; 2.500 per le attività delle amministrazioni dello Stato; 393 residui passivi.<ref>Commissione parlamentare
d'inchiesta sulla attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della [[Basilicata]] e della [[Campania]] colpiti dai terremoti del novembre del 1980 e febbraio 1981, [[X Legislatura della Repubblica Italiana|X legislatura]], ''Relazione conclusiva'', Atti Parlamentari, doc. XXIII n. 27, vol. I, tomo I, pag. 16.</ref>
=== Le inchieste successive ===
[[File:Demita.jpg|thumb|
Circa l'inchiesta del filone [[Mani Pulite]] denominata ''[[Mani sul terremoto]]'', di cui scrive [[Panorama (rivista)|Panorama]] nel [[1992]], Daniele Martini racconta: «in Irpinia la [[Guardia di Finanza]] scoprì fienili trasformati in piscine olimpiche mai ultimate, o in ville. Individuò finanziamenti indirizzati a imprenditori plurifalliti e orologi con brillanti regalati con grande prodigalità ai collaudatori dello Stato».<ref name=Martini/> Nel marzo del [[1987]] alcuni giornali, tra cui [[l'Unità (quotidiano)|l'Unità]] e [[L'Espresso]], rivelarono che le fortune della [[Banca Popolare dell'Irpinia]] erano strettamente legate ai fondi per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia del [[1980]].<ref>{{Cita news|autore=[[Paolo Liguori]]|url=http://www.paololiguori.com/pdf/irpinia.pdf|titolo=Pioggia d'oro nelle casse della Popolare|pubblicazione=[[Il Giornale]]|giorno=23|mese=11|anno=1988|accesso=21 maggio 2009}}</ref> Tra i soci che traevano profitto dalla situazione c'era la famiglia di [[De Mita]] con Ciriaco proprietario di un cospicuo pacchetto di azioni che si erano rivalutate grazie al terremoto. I titoli erano posseduti anche da altri parenti. Seguì un lungo processo che si concluse nell'ottobre del [[1988]] con la sentenza: «Secondo i giudici del tribunale romano chiamato a giudicare sulla controversia, era giusto scrivere che i fondi del terremoto transitavano nella banca di Avellino e che la Popolare è una banca della Dc demitiana». Appresa la sentenza, l'Unità pubblicò il 3 dicembre un articolo in prima pagina dal titolo eloquente: «De Mita si è arricchito con il terremoto».<ref name=Martini/> Nell'inchiesta [[Mani sul terremoto]] saranno coinvolte 87 persone tra cui [[Ciriaco de Mita]], [[Paolo Cirino Pomicino]], [[Salverino De Vito]], [[Vincenzo Scotti]], [[Antonio Gava]], [[Antonio Fantini]], [[Francesco De Lorenzo]], [[Giulio Di Donato]] e il commissario [[Giuseppe Zamberletti]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2009/04/08/1011168-mani_della_politica_miliardi_lire_stanziati_ricostruzione_dopo_sisma_dell.shtml|titolo=Le mani della politica su 58.000 miliardi di lire stanziati per la ricostruzione dopo il sisma dell'80|pubblicazione=[[Il Tempo]]|giorno=8|mese=4|anno=2009|accesso=21 maggio 2009}}</ref> Sul coinvolgimento di politici e di vari amministratori si sono levate numerose denunce e promosse alcune inchieste che hanno portato a diversi arresti.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/maggio/03/dopo_terremoto_1980_Napoli_arrestato_co_0_9305038954.shtml|titolo=Dopo terremoto 1980. Napoli, arrestato un dc|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=3|mese=5|anno=1993|pagina=13|accesso=29 novembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Fulvio Bufi|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/06/Irpinia_scandalo_ricostruzione_arrestato_supercommissario_co_0_93120610712.shtml|titolo=Irpinia, scandalo ricostruzione. arrestato ex supercommissario|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=6|mese=12|anno=1993|pagina=17|accesso=21 maggio 2009}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.questotrentino.it/2000/21/Italietta21.htm|titolo=Le Voci dell'Italietta - Irpinia Day|pubblicazione=[[Voce della Campania]]|giorno=25|mese=11|anno=2000|accesso=21 maggio 2009}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.retesei.com/2007/10673.html|titolo=Quattro persone arrestate per aver falsificato pratiche della ricostruzione post-sisma|pubblicazione=[[Retesei]]|giorno=9|mese=7|anno=2007|accesso=23 giugno 2012}}</ref>
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