Germani: differenze tra le versioni
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=== Le origini ===
==== Il mito ====
In età antica era diffusa l'ipotesi, riferita da [[Publio Cornelio Tacito]], nel ''[[De origine et situ Germanorum]]'', secondo cui i Germani fossero un popolo indigeno della Germania stessa, dal momento che nelle epoche più antiche gli spostamenti di intere popolazioni avvenivano esclusivamente via mare ed egli ritiene che nessun popolo del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] si sia spinto verso il [[Mare del Nord]]<ref>Publio Cornelio Tacito, ''De origine et situ Germanorum'', II.</ref>. Oltre a ciò, lo storico romano riferisce anche delle origini mitiche che la tradizione germanica attribuiva al proprio popolo, trasmesse oralmente; essi si consideravano discendenti di [[Tuisto]]ne, [[divinità]] della terra. I suoi nipoti, figli di suo figlio [[Manno (mitologia)|Manno]], sarebbero i capostipiti delle tre stirpi germaniche: quella degli [[Ingaevones|Ingevoni]], degli [[Istaevones|Istevoni]] e degli [[Herminones|Erminoni]]. Secondo altre tradizioni invece, i figli sarebbero di più, e dunque avrebbero dato origine ad altre tribù: i [[Marsi (Germani)|Marsi]], i [[Suebi]], i [[Gambrivi]] ed i [[Vandali|Vandili]].<ref>Publio Cornelio Tacito, ''op. cit.'', III.</ref>.
==== Le testimonianze storiche e archeologiche ====
{{vedi anche|Cultura del vaso campaniforme|Indoeuropei}}
I Germani furono il risultato dell'[[indoeuropei]]zzazione, nella prima metà del [[III millennio a.C.]], della [[Scandinavia]] meridionale e dello [[Jutland]] da parte di genti provenienti dall'[[Europa centrale]], già indoeuropeizzata nel corso del [[IV millennio a.C.]] Sebbene la cronologia esatta di questa penetrazione sia ancora oggetto di disputa, è riconosciuto che entro il [[2500 a.C.]] gli elementi culturali propri di questi popoli - la [[Cultura del vaso campaniforme|Cultura del vaso campaniforme (detta anche della ceramica a cordicella)]] e la [[Cultura dell'ascia da combattimento]] - avevano raggiunto un'ampia area dell'Europa settentrionale, dal [[Mar Baltico]] orientale all'odierna [[Russia europea]], dalla [[Penisola scandinava]] alle coste orientali del [[Mare del Nord]]<ref name="Villar425">Villar, ''cit.'', p. 425.</ref>.
Al momento del loro insediamento in quella che sarebbe divenuta la [[Urheimat|patria originaria]] dei Germani, gli elementi indoeuropei trovarono già sviluppata una civiltà [[agricoltura|agricola]], autrice dei [[Megalito|megaliti]] propri dell'[[Età della Pietra nordica]]. Non si conoscono i caratteri etnici propri di questi popoli, ma è possibile che fossero affini a quelli delle (relativamente) vicine genti [[Lingue finnosami|finniche]]<ref>Simili considerazioni si basano esclusivamente sull'osservazione dei tratti somatici (pelle molto chiara, occhi spesso azzurri, capelli biondi) diffusi in quelle aree e generalmente considerati elementi di sostrato [[genetica|genetico]] pre-indoeuropeo; dal punto di vista linguistico, invece, non esiste alcun elemento che possa mettere in correlazione la [[lingua proto-germanica]] con le [[lingue ugro-finniche]]; cfr. Villar, cit., p. 425. Alcuni studiosi hanno ipotizzato l'esistenza nell'area di un [[substrato (linguistica)|substrato]] linguistico non-[[Lingua protoindoeuropea|indoeuropeo]], affine al [[Lingua basca|basco]] e al [[Lingua berbera|berbero]], nel [[lessico]] e nella [[toponomastica]] germanica ([[Vasconico|ipotesi vasconica]]).</ref>. La fusione, più o meno pacifica, di questi elementi pre-indoeuropei con i gruppi indoeuropei provenienti da sud determinò la cristallizzazione dei Germani, che conservarono la [[lingua indoeuropea]] dei nuovi venuti<ref name="Villar425" />.
Il grado di compattezza dell'insieme dei Germani è oggetto di dibattito storiografico. Comunemente si ritiene che, nonostante la scissione in numerose tribù e l'assenza di un [[endoetnonimo]] attestato, i Germani avessero coscienza della propria identità etnica, secondo quanto ampiamente attestato sia dalla storiografica coeva greca e romana, sia dalla stessa produzione germanica di poco successiva<ref name=villar421>Villar, ''cit.'', p. 421.</ref>; tuttavia alcuni recenti filoni storiografici criticano tale impostazione e, interpretando la attestazioni di appartenenza come conseguenti alla descrizione etnografica classica, negano ogni forma di coscienza identitaria comune<ref name=bordone>Renato Bordone-Giuseppe Sergi, ''Dieci secoli di Medioevo'', pp. 5-6.</ref>. Permane in ogni caso piena convergenza sia sul carattere etnicamente composito delle varie tribù germaniche, sia sulla contemporanea omogeneità sociale, religiosa e linguistica<ref name=villar421 /><ref name=bordone />.
=== L'età del bronzo (XVII-VI secolo a.C.) ===
La cultura materiale che si sviluppò sulle rive del [[mar Baltico]] occidentale e nella [[Scandinavia]] meridionale durante la tarda [[età del bronzo]] europea ([[1700 a.C.]]-[[500 a.C.]]), nota come [[età del bronzo nordica]], è già considerata la cultura comune ancestrale del popolo germanico<ref name="Villar425" />. Esistevano a quel tempo insediamenti piccoli ed indipendenti, oltre ad un'economia fortemente incentrata sulla disponibilità di bestiame.
Fu questa l'epoca in cui la [[lingua proto-germanica]] assunse, all'interno della famiglia linguistica indoeuropea, le proprie caratteristiche peculiari<ref name="Villar426">Villar, ''cit.'', p. 426.</ref>. Il germanico comune - da intendersi più come un insieme di dialetti affini che come una lingua completamente unitaria - rimase sostanzialmente compatto fino alle grandi migrazioni di Germani verso sud, iniziate già nell'[[800 a.C.]]-[[750 a.C.]] A metà dell'[[VIII secolo a.C.]], infatti, i Germani risultano attestati lungo l'intera fascia litoranea che va dall'[[Olanda]] alla foce della [[Vistola]]. La pressione continuò nei secoli successivi, non come un movimento unitario e unidirezionale ma come un intricato processo di avanzamenti, retrocessioni e infiltrazioni in regioni abitate anche da altri popoli. Intorno al [[550 a.C.]] raggiunsero l'area del [[Reno (Germania)|Reno]], imponendosi sulle preesistenti popolazioni [[celti]]che<ref name="Villar428">Villar, ''cit.'', p. 428.</ref> e in parte mescolandosi a esse (è considerato misto il popolo di confine dei [[Belgi]]).
Durante questo periodo i Germani furono a lungo in contatto, linguisticamente e culturalmente, con i Celti e gli [[Italici]] (sia [[Osco-umbri]], sia [[Latino-falisci|proto-Latini]] e proto-[[Antichi Veneti|Veneti]]) a sud e con i [[Balti (popolo)|Balti]] a est<ref name="Villar428" />. I rapporti con gli Italici, certificati dalla [[linguistica storica]], si interruppero alla fine del [[II millennio a.C.]], quando questi popoli avviarono la loro migrazione verso sud<ref name="Villar426" /> e sarebbero ripresi soltanto a partire dal [[I secolo a.C.]], quando con [[Gaio Giulio Cesare]] l'espansione di [[Antica Roma|Roma]] sarebbe arrivata fino al Reno.
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Dal [[V secolo a.C.|V]] al [[I secolo a.C.]], durante l'[[Età del ferro]], i Germani premettero costantemente verso sud, venendo a contatto (e spesso in conflitto) con i [[Celti]] e, in seguito, con i [[Antica Roma|Romani]]. Lo spostamento verso sud fu probabilmente influenzato da un peggioramento delle condizioni climatiche in [[Scandinavia]] tra il [[600 a.C.]] e il [[300 a.C.]] circa{{citazione necessaria}}. Il clima mite e secco della Scandinavia meridionale (una temperatura di due-tre gradi più elevata di quella attuale) peggiorò considerevolmente, il che non solo modificò drammaticamente la vegetazione, ma spinse le popolazioni a cambiare modi di vivere e ad abbandonare gli insediamenti{{citazione necessaria}}. Intorno a tale periodo questa cultura scoprì come estrarre il "[[ferro di palude]]" ([[limonite]]) dal [[minerale]] nelle [[palude|paludi]] di [[torba]]{{citazione necessaria}}. Il possesso della tecnologia adatta ad ottenere minerale di [[ferro]] dalle fonti locali può aver favorito l'espansione in nuovi territori.
Nell'area di contatto con i Celti, lungo il [[Reno (Germania)|Reno]], i due popoli entrarono in conflitto. Sebbene portatori di una civiltà più articolata, i [[Galli]] subirono l'insediamento di avamposti germanici nel loro territorio, che diedero origine a processi di sovrapposizione tra i due popoli: insediamenti appartenenti all'uno o all'altro ceppo si alternavano e penetravano, anche profondamente, nelle rispettive aree d'origine. Sul lungo periodo, a uscire vincitori dal confronto furono i Germani, che qualche secolo più tardi sarebbero dilagati a occidente del Reno. Identico processo si sarebbe verificato, a sud, lungo l'altro argine naturale alla loro espansione, il [[Danubio]]<ref>Villar, ''cit.'', pp. 428-429.</ref>.
Sul finire del [[II secolo a.C.]] i Germani risultavano presenti, oltre che nella loro patria originaria baltico-scandinava, in un'ampia ma indefinita regione dell'Europa centrale, all'epoca ricoperta di fitte foreste e corrispondente agli attuali [[Paesi Bassi]], [[Germania]] centro-settentrionale e [[Polonia]] centro-occidentale. I confini dell'area da loro raggiunta, sia pure fluidi e soggetti a mutamenti e a condivisioni con altri popoli, coincidevano a grandi linee con i bassi corsi del [[Reno (Germania)|Reno]] a ovest e della [[Vistola]] a est; a sud la situazione era ancor più incerta, con penetrazioni germaniche anche profonde in regioni abitate prevalentemente da [[Celti]], come [[Norico]] e [[Pannonia]]. Già nel [[I secolo a.C.|secolo successivo]], tuttavia, la presenza germanica si sarebbe meglio definita, da un punto di vista territoriale, quale quella predominante nelle aree poste immediatamente al di là del [[Limes romano]], marcato in quelle regioni dal Reno e dall'alto [[Danubio]].
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Risale alla fine del [[I secolo]] la prima dettagliata descrizione dei Germani, riportata nella ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'' di [[Publio Cornelio Tacito|Gaio Cornelio Tacito]] ([[98]] d.C. circa). A quel tempo i Germani erano ormai diventati da un pezzo agricoltori sedentari. Lo storico romano, come già [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] prima di lui, si occupa esclusivamente dei "Germani occidentali", che sono dunque i primi a essere descritti dettagliatamente dalla [[storiografia]]. Tacito testimonia che inizialmente questi Germani non erano interessati ai territori romani. Ogni tanto sommovimenti generati all'interno o indotti da pressioni esterne convogliavano l'aggressività endemica di queste tribù guerriere verso i confini dell'Impero romano, che suscitava in loro paura, riverenza e cupidigia. Ma l'Impero era troppo forte e le tribù troppo deboli per potere consolidare quelle incursioni in vere e proprie campagne militari. Le incursioni erano piuttosto i Romani a effettuarle nelle terre barbare, con risultati terrorizzanti<ref>Giorgio Ruffolo, ''Quando l'Italia era una superpotenza'', Einaudi, 2004, p. 82</ref>. Fu solo tra il [[II secolo|II]] e il [[IV secolo]] che, spinti dalle tribù di nomadi delle steppe che, superiori militarmente, ne occuparono i pascoli, essi iniziarono a premere verso sud.
La tripartizione dell'insieme delle [[Lista di tribù germaniche|tribù germaniche]] in tre grandi sottoinsiemi, geograficamente caratterizzati (occidentali, orientali e settentrionali), segue una distinzione [[linguistica]] interna alle [[lingue germaniche]] più che una strettamente storica<ref>Secondo lo schema classico di [[August Schleicher]], che ripartiva le [[lingue germaniche]] nei tre rami occidentale, orientale e settentrionale; cfr. Villar, ''cit.'', p. 432.</ref>, giacché frequenti erano, presso i Germani, i mescolamenti e le ibridazioni di tribù di diversa stirpe in formazioni nuove, che arrivavano perfino a includere elementi non germanici (e, talora, perfino non [[indoeuropei]]).
==== I Germani occidentali ====
{{vedi anche|Popoli germanici occidentali}}
Nella ''[[De Origine et situ Germanorum|Germania]]'' [[Tacito]] ripartisce i Germani (occidentali) in tre gruppi: ''[[Ingaevones]]'', ''[[Istaevones]]'' e ''[[Herminones]]''. Tale tripartizione è stata accolta anche dalla storiografia moderna, che li identifica rispettivamente con le tribù del [[Mare del Nord]], del bacino del [[Reno (Germania)|Reno]]-[[Weser]] e di quello dell'[[Elba (fiume)|Elba]]<ref name="Villar436">Villar, ''cit.'', p. 436.</ref>.
Gli ''[[Ingaevones]]'' all'epoca di Tacito erano le tribù stanziate lungo le coste del [[Mare del Nord]] e le piccole isole adiacenti; tra queste, i [[Frisoni]] (presso la foce del Reno), gli [[Angli]] (nell'odierno [[Schleswig-Holstein]]), i [[Sassoni]] (anch'essi originari dello Schleswig-Holstein, poi espansi verso sud e verso ovest fino a raggiungere il Reno e a entrare in conflitto con altre tribù germaniche) e gli [[Juti]] (tradizionalmente collocati nello [[Jutland]]. Angli, Juti e gran parte dei Sassoni migrarono in massa in [[Gran Bretagna]] nel [[V secolo]]<ref name="Villar437">Villar, ''cit.'', p. 437.</ref>.
Gli ''[[Istaevones]]'' si trovavano, nel [[I|I secolo]]-[[II secolo]] nell'area dei bacini dei fiumi [[Reno (Germania)|Reno]] e [[Weser]]. Tra le varie tribù che facevano parte di questo gruppo spiccano i [[Batavi]], gli [[Ubi (popolo)|Ubi]], i [[Treveri]], i [[Catti]] e i [[Franchi]], che presto si evolsero da singola tribù a confederazione includente anche apporti di diversa origine.
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==== I Germani orientali ====
{{vedi anche|Popoli germanici orientali}}
Chiamati anche, dal luogo del loro insediamento tra [[I secolo|I]] e [[II secolo]], "gruppo dell'[[Oder]]-[[Vistola]]", anche questo grande sottoinsieme dei Germani, identificato principalmente su base linguistica<ref>L'unica lingua pienamente attestata dall'antichità è, tra le [[lingue germaniche|germaniche]] orientali, quella [[lingua gotica|gotica]]; delle altre si conservano soltanto glosse e parole isolate. Cfr. Villar, ''cit.'', p. 435.</ref>, era frazionato in numerose tribù; tra le principali, [[Vandali]], [[Burgundi]], [[Gepidi]], [[Rugi]], [[Eruli]], [[Bastarni]], [[Sciri]], [[Goti]] (poi scissi in due rami: [[Ostrogoti]] e [[Visigoti]]) e [[Longobardi]] (questi ultimi, però, a volte sono inseriti tra gli ''[[Herminones]]'', Germani occidentali)<ref>Villar, ''cit.'', p. 435.</ref>.
Scarse sono le informazioni su questa branca germanica nei primi secoli d.C.: a causa dei rari contatti con il mondo classico, le testimonianze degli storici e dei geografici greci e latine sono poche e confuse. Soltanto a partire dal [[III secolo|III]]-[[IV secolo]], con i primi grandi movimenti migratori dei Germani orientali dall'area [[Mar Baltico|baltica]] verso il [[Limes romano]] e con la traduzione in [[lingua gotica]] della [[Bibbia]] per opera di [[Ulfila]], le tribù germaniche orientali sarebbero entrate nella linea della storia.
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==== I Germani settentrionali ====
{{vedi anche|Popoli germanici settentrionali}}
Nonostante la scarsità dei contatti, gli storici e i geografi latini hanno tramandato alcune informazioni sul ramo settentrionale dei Germani: [[Plinio il Vecchio]] li indica con il nome generico di ''Hilleviones'', mentre [[Tacito]] ricorda la tribù dei [[Suioni]] (dal cui nome deriva quello della [[Svezia]]). Accomunate dalla [[lingua proto-norrena]], tramandata dalle iscrizioni in [[alfabeto runico]], nei primi secoli d.C. le varie tribù erano stanziate nella parte meridionale della [[Penisola scandinava]]; soltanto a partire dal [[V secolo]] ebbero inizio vari movimenti migratori, che espansero notevolmente l'area occupata da questa branca germanica<ref>Villar, ''cit.'', p. 433.</ref>.
=== Il conflitto lungo il Limes nel II secolo: le Guerre marcomanniche ===
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[[File:Alemanni expansion.png|thumb|left|300px|La regione d'insediamento degli Alemanni e i loro movimenti tra III e IV secolo, con l'indicazione dei luoghi e delle date degli scontri con i Romani]]
La tribù dei [[Semnoni]], parte degli ''[[Herminones]]'', costituì il nucleo originario della federazione di tribù nota come Alemanni (o Alamanni), nominati per la prima volta nel [[213]]. Gli Alemanni inizialmente vennero arruolati nell'[[esercito romano]] come [[ausiliari]], ottenendo a fronte del graduale spopolamento il diritto di insediarsi in alcune zone dell'impero e diventando così, da pastori e cacciatori nomadi o seminomadi, agricoltori sedentari. Il popolo si stanziò nella valle del [[Neckar]]<ref name="Villar438">Villar, ''cit.'', p. 438.</ref>. La federazione degli Alemanni venne a conflitto con i Romani per la prima volta lungo il [[Limes germanico-retico]], dove fu sconfitta da [[Caracalla]], nel 213. Alla sconfitta fece seguito un periodo di relativa tranquillità, ma nel [[235]]-[[236]] il conflitto con Roma si riaccese; questa volta a opporsi agli Alemanni fu [[Massimino Trace]], che non solo ne respinse le incursioni, ma penetrò anche profondamente all'interno del loro territorio, al di là del Limes. Nel [[254]] un nuovo tentativo di sfondamento del Limes fu arginato da [[Gallieno]], ma nel [[260]] gli Alemanni riuscirono a penetrare, attraverso il [[passo del Brennero]], in [[Italia]], da dove solo a fatica l'imperatore riuscì a ricacciarli, in una battaglia combattuta presso [[Milano]]. La pressione alemannica indusse comunque Gallieno a rettificare il confine settentrionale dell'Impero, abbandonando gli [[Agri decumates]], che così poterono essere occupati dagli stessi Alemanni. Negli anni successivi, gli Alemanni ripeterono più volte il medesimo schema, penetrando in Italia attraverso i passi alpini ([[268]], [[270]]); ogni volta furono respinti, ma soltanto a fatica e dopo che il primo obiettivo delle loro incursioni (il saccheggio) era comunque stato raggiunto. Nel [[298]] tornarono ad aggredire il Limes [[Reno (Germania)|renano]], impegnando [[Costanzo Cloro]].
I Franchi sorsero, tra la fine [[II secolo|II]] e gli inizi del [[III secolo]], dalla fusione di popoli come [[Catti]], [[Cauci]], [[Bructeri]], [[Camavi]] e [[Sigambri]], tutti ''[[Istaevones]]''. Ad essi si unirono anche altri Germani occidentali, quali nuclei di [[Sassoni]] e di [[Bavari]]; l'insieme così costituito si stanziò lungo il corso del [[Reno (Germania)|Reno]]<ref>Villar, ''cit.'', p. 440.</ref> e da qui presero il via le loro incursioni contro il territorio imperiale. Nel corso del III secolo attaccarono il Limes e penetrarono in [[Gallia]] in numerose occasioni: nel [[254]] furono respinti, insieme agli Alemanni, da [[Gallieno]], ma nel [[257]] penetrarono fino a [[Mogontiacum]], prima di essere ricacciati da [[Aureliano]]. Nel [[258]] penetrarono molto più profondamente nell'Impero: superata [[Colonia (Germania)|Colonia]], si spinsero fino in [[Penisola iberica]], dove saccheggiarono [[Tarragona]], e alle coste della [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]]. Tornarono poi a premere contro la Gallia ([[261]]), dove penetrarono nel [[275]]. Qui occuparono alcune regioni, prima di essere sconfitti da [[Marco Aurelio Probo]] che, tuttavia, li accolse sul territorio della spopolata Gallia e in altre parti dell'Impero. Un nucleo, insediato nel [[Ponto]], si ribellò ([[277]]) e compì numerose azioni di [[pirateria]] nel [[Mediterraneo]] centro-orientale, fino a occupare [[Siracusa]].
==== I Marcomanni e i Quadi ====
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