Alberto Burri: differenze tra le versioni
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Nel [[1973]] inizia il ciclo dei ''Cretti'' e su questo filone si colloca il [[Cretto di Burri|sudario di cemento]] con cui rivestì i resti di [[Gibellina]] terremotata in un famoso esempio di [[Land Art|land art]]. Nel [[1976]] inizia a lavorare ai ''Cellotex''.
Nel 1973 Burri riceve dall'Accademia Nazionale dei Lincei il "[[Premio Feltrinelli]]" per la Grafica, con la seguente motivazione: “per la qualità e l'invenzione pur nell'apparente semplicità, di una grafica realizzata con mezzi modernissimi, che si integra perfettamente alla pittura dell'artista, di cui costituisce non già un aspetto collaterale, ma quasi una vivificazione che accoppia il rigore estremo ad una purezza espressiva incomparabile”.
Nel 1976 Alberto Burri crea (avvalendosi dell'aiuto "tecnico" del ceramista [[Massimo Baldelli]]) un cretto di imponenti dimensioni, il '[[Grande Cretto Nero]]' esposto nel giardino delle sculture Franklin D. Murphy dell'Università di Los Angeles (UCLA). Altra opera analoga, per stile, forza espressiva e imponenti dimensioni è esposta a Napoli, nel
Nel 1977 espone un'importante antologica al [[Solomon R. Guggenheim Museum]] di New York dal titolo "Alberto Burri. A retrospective View 1948-77".
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