Punta San Matteo: differenze tra le versioni
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Storia ed itinerari |
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'''Punta San Matteo''' (3.678 {{m s.l.m.}}) è una montagna del [[Gruppo Ortles-Cevedale]] nelle [[Alpi Retiche meridionali]]. Si trova lungo la linea di confine tra la [[Lombardia]] ed il [[Trentino-Alto Adige]] e a sud del [[Monte Vioz]]. Dal monte prende forma il [[ghiacciaio dei Forni]].
== Descrizione ==
La Punta San Matteo è una cima quasi totalmente nevosa che si affaccia a sud del bacino glaciale del [[Ghiacciaio dei Forni]] ed è una delle 13 Cime che compongono la catena Cedale-Pizzo Tresero. Tutti i suoi versanti sono ricoperti da manto nevoso e sono di modesta pendenza e facile accesso eccetto il versante nord, più interessante da un punto di vista alpinistico.
==Storia==
La prima ascensione alla cima fu nel 1865 di J.H. Backhouse, G.H. Fox, D.W. Freshfield e F.F. Tuckett con le guide Francois Dévouassoud e Peter Michel per il versante ovest e la cresta ovest. Il nome attuale venne dato da [[Julius Payer]] nel 1866 durante la seconda ascensione del monte.
Durante la [[prima guerra mondiale]] su questa montagna si sono combattute le battaglie più alte della storia fra Italiani e Austriaci, tra le quali la [[Battaglia del San Matteo]].
Nel 1936 venne vinta la parete nord da Kurt Richter, Rudolf Marzagg e Hans Sepp Pinggera per quello che oggi è l'itinerario classico di salita, mentre nel 1982 Elio Pasquinoli e Luigi Zen vinsero anche il seracco che domina la parete passando a sinistra dell'itinerario classico.
[[File:Battle.of.San.Matteo.memorial.JPG|thumb|left|[[Cippo]] commemorativo della [[Battaglia del San Matteo]]]]
==Salita alla vetta==
La [[via normale]] di salita alla vetta parte dal [[rifugio Berni]] (2.560 m), dedicato alla memoria del capitano [[Arnaldo Berni]], protagonista della battaglia del San Matteo per parte italiana e segue a grandi linee il percorso dei primi salitori. per il versante ovest (difficoltà: PD/PD+).
Un altra via è la salita della cresta est dal versante Valfurva seguendo l'itinerario di Payer, più facile ed in gran parte per ghiacciaio (F).
La parete nord presenta due itinerari di salita: il primo è quello classico del 1936 che sale verso il centro della parete per poi traversare a destra sotto la zona rocciosa ed aggirare le cornici (60° per 270 m ripidi, D-, pericolo di caduta ghiaccio e crepacci), l'altro è quello di sinistra del 1982 che supera la fascia rocciosa a sinistra e vince direttamente il seracco (270 m fino a 80°, TD-).
== Bibliografia ==
Guida dei Monti d'Italia, Ortles-Cevedale, CAI TCI, di Gino Buscaini, 1989.{{...}}
== Voci correlate ==
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