Defensor pacis: differenze tra le versioni

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==Politica e Religione, Stato ed Impero==
Dio è estraneo nei princìpi politici di Marsilio, mentre era presente nelle istituzioni medioevali quale causa prima e fine ultimo. Nel ''Defensor Pacis'' Dio è considerato fra i fattori secondari e generali, essendo l'uomo la causa prima del consorzio sociale e la base essenziale e sostanziale dello Stato.
[[File:1326 goldene-bulle-kaiser-ludwigs-IV-des-nayern 2-280x280.jpg|300|right|thumb|Sigillo di Ludovico il Bavaro]]
{{citazione necessaria|È proprio per questi principi così innovatori e moderni, tenuto conto dell'epoca in cui sono stati manifestati, che Marsilio da Padova ha avuto tanta risonanza e tanta influenza ha esercitato sul pensiero contemporaneo.}}
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==Papato e Concilio==
Il processo tendente a rendere monarchica ed assoluta l'autorità papale si è compiuto nell'interno della Chiesa con [[Gregorio VII]] e [[Innocenzo III]]. Le lotte per la supremazia della Chiesa sull'Impero, in cui si vedono chiare pretese di dominio, sono oggetto dell'interesse storico del Trecento.
[[File:Innozenz3.jpg|300px|rightupright=1.4|thumb|Innocenzo III]]
La definizione ''Papa potest dici Ecclesia'', il Papa è la Chiesa, è nel medesimo tempo il risultato dell'ardua lotta per il primato, compiuta dai grandi papi del Medioevo ed il programma di un futuro non lontano. In questa lotta si leva forte la voce di Marsilio da Padova contro il papato, esaltando la funzione dello Stato e precisando la natura della Chiesa quale organizzazione e istituzione religiosa. Nega ogni potere papale ed ogni pretesa di dominio da parte del [[Papa]], sulla Chiesa, potere che spetta invece all'''Universitas Fidelium'' rappresentata dal [[Concilio ecumenico]].
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Marsilio si propone una riforma della Chiesa che si deve basare sulla sua democratizzazione, vuole che il popolo entri a far parte delle istituzioni della Chiesa e che possa influire su di essa. Viene accettato il corpo dei cardinali purché vi sia una più estesa rappresentanza nazionale. Conseguentemente subiranno la stessa riforma tutti gli altri organi canonici minori.
[[File:Giotto - Bonifatius VIII.jpg|right|thumb|Bonifacio VIII di Giotto]]
Viene negata ogni pretesa di ''[[Plenitudo Potestatis]]'' come deleteria e contraddittoria nei confronti dei poteri dello Stato, quella pienezza di potere di cui si fa campione [[papa Bonifacio VIII]], secondo cui la sfera del potere ecclesiastico deve assorbire quello temporale perché la sovranità papale non conosce limiti per la sua origine divina. Con la sua [[Bolla pontificia|Bolla]] ''Clericis laicos'' del [[1296]] proibisce, pena la [[scomunica]], l'imposizione di qualsiasi tassa e contributo a carico di ecclesiastici da parte del potere laico senza il consenso del Papa, ciò mette in gioco l'esistenza stessa degli Stati.