Inceneritore: differenze tra le versioni
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== Questioni sanitarie e ambientali ==
Gli inceneritori possono operare solo se dotati di adeguati sistemi di abbattimento delle emissioni in grado di garantire il rispetto delle norme di legge.
Detto in altri termini, i limiti sono relativi alla concentrazione dell'inquinante all'emissione, ma non al flusso di massa, quindi si occupano della qualità dell'emissione, per incentivare l'adozione delle migliori tecnologie disponibili, ma non dell'impatto complessivo sull'ambiente degli impianti. <br>
Inoltre, non sono norme che garantiscano un valore di concentrazione degli inquinanti "sicuro" in base a studi medici ed epidemiologici sull'effetto degli inquinanti, bensì si riferiscono ai valori che è possibile ottenere tecnicamente con gli impianti nuovi. <br>
Sarebbe del resto assurdo imporre limiti inapplicabili tecnicamente e bloccare di fatto tutti gli impianti.
D'altro canto, a ogni miglioramento della tecnologia (ma evidentemente con un inevitabile ritardo) vengono in genere imposti per le emissioni limiti man mano più severi, cui qualsiasi impianto intenda operare si deve sottomettere.
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=== Emissioni ===
Per ogni tonnellata di rifiuti immessi, si ha l'emissione di circa 5600 metri cubi di fumi (dati 1999 inceneritore di Vienna).
A partire dagli [[anni 1980|anni ottanta]] si è affermata l'esigenza di rimuovere i macroinquinanti presenti nei fumi della combustione (ad esempio ossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto e gas acidi come l'[[anidride solforosa]]) e di perseguire un più efficace abbattimento delle [[Pulviscolo atmosferico|polveri]]. Si è passati dall'utilizzo di sistemi, quali [[ciclone|cicloni]] e [[multiciclone|multicicloni]], con [[Rendimento (termodinamica)|rendimenti]] massimi di captazione degli inquinanti rispettivamente del 70 e dell'85%, ai [[Filtro elettrostatico|filtri elettrostatici]] o [[Filtro a manica|filtri a manica]] che garantiscono rendimenti notevolmente superiori (fino al 99% ed oltre).
Accanto a ciò, sono state sviluppate misure di contenimento preventivo delle emissioni, ottimizzando le caratteristiche costruttive dei forni e migliorando l'efficienza del processo di combustione. Questo risultato si è ottenuto attraverso l'utilizzo di temperature più alte, di maggiori tempi di permanenza dei rifiuti in regime di alte turbolenze e grazie all'immissione di aria per garantire l'[[ossidazione]] completa dei prodotti della combustione. Tuttavia, in alcuni casi l'aumento delle temperature, se da un lato riduce la produzione di certi inquinanti (per es. diossine), dall'altra aumenta la produzione di ossidi di azoto
Per questi motivi gli impianti più moderni prevedono postcombustori catalitici, che funzionano a temperature inferiori ai 900 °C.
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Gli inceneritori e qualsiasi processo di [[combustione]], in generale, rilasciano nell'aria [[polveri sottili]]. In genere più sono alte le temperature di combustione e più aumenta la frazione di particolato fine e ultrafine. Salvo la enorme quota di [[particolato]] prodotta da fonti naturali come i [[vulcano|vulcani]] (si stima circa il 90% del totale), quasi tutta la polvere sottile del pianeta proviene da attività umane. {{citazione necessaria}}.
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È innegabile che gli inceneritori (anche se non sono la principale fonte) contribuiscono all'emissione antropica di particolato ultrafine in aree urbane.
È quindi opportuno che i progetti di termovalorizzatori siano valutati molto attentamente, non essendo corretto asserire che non provocano alcun rischio per la salute (come non è altresì fondato asserire che sono la certa causa di [[nanopatologie]]).
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Gli impianti recenti – senza considerare alternative come la [[#Gassificatori|gassificazione di cui sopra]] – hanno un elevato grado di efficienza tale da contenere le emissioni a livelli da 3 a 5 volte inferiori al limite di legge{{citazione necessaria}} (che quindi andrebbe coerentemente rivisto).
Si deve altresí prendere atto che l'abbassamento delle emissioni è stato tale che l'incenerimento costituisce un apporto di inquinante
Infatti che la diossina è rilevabile normalmente presso numerosi altri impianti industriali (soprattutto acciaierie), nel fumo di sigaretta, nelle combustioni di legno e carbone (potature e barbecue), nella combustione (accidentale o meno) di [[rifiuti solidi urbani]] avviati in discarica.
Recentemente l'EPA ha sostenuto che oramai il problema delle diossine negli USA non sono più gli inceneritori di rifiuti, ma il cosiddetto "backyard" (gli USA avevano una tradizione di mini-incenerimento domestico), e le combustioni incontrollate. {{citazione necessaria}}
Il ministero tedesco ritiene che in Germania meno dell'1% delle diossine sia prodotto dagli inceneritori. <ref>[http://www.qualenergia.it/UserFiles/Files/Rf_Te_TT_Waste%20Incineration_2005.pdf ''Waste Incineration — A Potential Danger?''], p. 3.</ref>
Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea. Ciò non toglie che a loro volta gli animali, esposti ai fumi contenenti diossina, possano accumulare diossina che
=== Soluzioni tecniche ===
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* i criteri temporali di adeguamento degli impianti già esistenti alle disposizioni del presente decreto
* prevede che i cittadini possano accedere a tutte le informazioni, cosí da essere coinvolti nelle eventuali opportune decisioni
== Critiche ==
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