Giansenismo: differenze tra le versioni

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che ritiene che l'uomo sia corrotto e quindi destinato a fare il [[male]], e che senza la grazia di [[Dio]], l'uomo non può far altro che [[peccato|peccare]] e disobbedire alla sua volontà.
 
Tale dottrina condannata come [[eresia|eretica]] dalla [[Chiesa Cattolicacattolica]] prima da un decreto del [[Santo Uffizio]] del [[1641]], poi con molti documenti fra cui la [[bolla pontificia|bolla]] ''In eminenti'' di [[Papa Urbano VIII|Urbano VIII]] del [[1642]], con la bolla di [[Papa Innocenzo X|Innocenzo X]] ''[[Bolla cum occasione|Cum Occasione]]'', del [[1653]] in cui furono raccolte 5 proposizioni ritenute riassuntive del libro di Giansenio "Augustinus", ma che i giansenisti ritenevano non corrispondenti in realtà col suo pensiero, con le bolle ''Ad sanctam beati Petri sedem'' del [[1656]] e ''Regiminis Apostolici'' del [[1664]] di [[Papa Alessandro VII|Alessandro VII]].
 
La risposta cattolica a tale dottrina e spiritualità venne anche con il [[culto]] del [[Sacro Cuore di Gesù]], il quale riportò l'attenzione dei cristiani sull'importanza dell'umanità di [[Cristo]] e sulla misericordia del Signore. Tale culto giunse alla sua forma attuale grazie a [[Margherita Maria Alacoque|Santasanta Margherita Maria Alacoque]], [[Monachesimo|monaca]] di [[clausura]] [[Francia|francese]] del convento della [[visitandine|Visitazione]] di [[Paray-le-Monial]], negli anni a partire dal [[1673]] la quale supportò le proprie indicazioni su questa devozione testimoniando alcune apparizioni di Cristo. Tale culto fu inviso ai giansenisti, i quali si consideravano vicini allo spirito originario del Cristianesimo, e in generale ai loro sostenitori, spesso colti ed eruditi, perché fu ritenuto una stravagante novità.
 
== Dottrina ==
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Senza la grazia di [[Dio]], l'uomo non può far altro che [[peccato|peccare]] e disobbedire alla sua volontà.
 
Dio, all'atto della [[creazione]], aveva dotato l'uomo della ''«grazia sufficiente''» ma questi l'aveva persa con il [[peccato originale]]. Allora Dio ha deciso di donare, attraverso la morte e resurrezione di [[Cristo]], una ''«grazia efficace''» agli uomini da lui [[predestinazione|predestinati]], resi giusti dalla [[fede]] e dalle opere.
 
Per quanto riguarda il rapporto fra la grazia divina e il [[libero arbitrio]] dell'[[persona umana|uomo]], argomento su cui all'epoca si disputava aspramente, il Giansenismo, influenzato dal [[Baianismo]] (dottrina di Baio, cioè [[Michel de Bay]]) cercava una via equidistante fra il [[cattolicesimo]] e il [[protestantesimo]], asserendo che, con il conferimento della grazia, questa si compenetra alla volontà, la quale non è più umana ma diventa divina.
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== Storia ==
Il fondatore della dottrina giansenista è considerato [[Giansenio]] (Cornelius Otto Jansen, [[1585]] - [[1638]]), [[Teologia|teologo]] [[Olanda|olandese]] e vescovo. Il primo propagatore del Giansenismo non fu tuttavia Giansenio, il quale non pubblicò quanto aveva elaborato, ma un suo amico e collaboratore: [[Jean Du Vergier de Hauranne]]. Costui si avvalse della sua posizione di [[abate]] di Saint Cyran per divulgare questa dottrina a partire dal [[1640]]. Queste dottrine vennero diffuse anche nel monastero femminile benedettino di [[Port-Royal des Champs]], che divenne un segno evidente della lotta della Chiesa Cattolicacattolica contro il Giansenismo: nell'arco di alcuni decenni ne furono chiuse alcune sedi, tra cui quella di Parigi, poi le monache furono distribuite in altri monasteri e infine fu distrutto nel [[1710]] per ordine di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]].
 
La Chiesa Cattolicacattolica, infatti, riconobbe l'[[eresia]] fin dal [[1641]] e si mise subito all'opera per contrastarla.
Il Giansenismo influenzò in varia misura molti filosofi e intellettuali: si pensi a [[Blaise Pascal]] o ad [[Alessandro Manzoni]]. Nel [[1713]] [[papa Clemente XI]] intervenne per condannare un'opera di [[Pasquier Quesnel]], commento giansenista del [[Nuovo Testamento]]. In questo frangente si ebbe il dissenso di parte del [[clero]] francese che riteneva che il [[papa]], insieme alle teorie eretiche, avesse condannato anche affermazioni ortodosse. Questo episodio, comunque, non è da ritenersi tanto una difesa del giansenismo ma un momento del [[Gallicanesimo]], cioè la pretesa di autonomia della [[Chiesa cattolica francese|chiesa francese]]. In [[Francia]], infatti, il Giansenismo si estinse verso la metà del [[XIX secolo]].
 
In [[Italia]] ebbe un influenza limitata, fatta salva l'opera del [[vescovo]] di [[Pistoia]] e [[Prato]] [[Scipione de' Ricci]], che riuscì ad influenzare il clero e i politici toscani, soprattutto il granduca [[Pietro Leopoldo di Lorena|Pietro Leopoldo]] organizzando un [[Sinodo di Pistoia|Sinodo]] per promuovere il Giansenismo. Questo vescovo riformatore fu inviso agli aretini del "[[Viva Maria]]", che durante la loro insurrezione lo imprigionarono.
 
All'inizio del [[XVIII secolo]] alcuni giansenisti in fuga dalla Francia si rifugiarono in [[Olanda]]. Lì, a [[Utrecht]], fondarono una [[diocesi]] che, attraverso varie vicissitudini, fu il nucleo delle attuali [[Chiesa dei Vecchi Cattolici|chiese Vecchio-Cattoliche]] o [[Chiese sinodali|Sinodali]], soprattutto olandesi, che si riconoscono nella [[Convenzione di Utrecht]], risalente al [[1952]].