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== Storia ==
=== Dalla TPP alla SIFT ===
Con atto notarile del 30 novembre [[1892]], la società francese Dolfus and C. costituì a Piacenza la propria controllata Compagnie des Tramways à Vapoeur de la province de Plesance (TPP)<ref>[http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=55484 Scheda sul Sistema Archivistico Nazionale]. URL consultato nel maggio 2014.</ref><ref>G. Marippi, ''Il tramway a vapore in Val Nure'', op. cit.</ref><ref>Giancarlo Anselmi, ''Le "Tramways" piacentine'', in ''[http://www.gracpiacenza.com/a-nibbiano-bettola-e-lugagnano-ci-si-andava-in-treno.html Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza]. URL consultato nel maggio 2014.</ref>, cui vengono concesse la costruzione e l'esercizio delle tranvie [[tranvia Piacenza-Nibbiano|Piacenza-Nibbiano]] e [[Tranvia Piacenza-Cremona|Piacenza-Cremona]].
 
Nel medesimo periodo, l'ingegnere britannico Robert Fowler Mackenzie costituì la società The Piacenza Bettola and Cremona Tramway Company Limited (TPBC) per la costruzione di ulteriori linee tranviarie che si diramavano da Piacenza, la prima delle quali fu la [[Tranvia Piacenza-Bettola|Piacenza-Bettola]]; tra il 1900 e il 1902 la TPP costruì la [[tranvia Cremona-Lugagnano|Cremona-Lugagnano]], che s'immetteva presso il Bivio Cristo della Piacenza-Cremona ed utilizzava il tratto fino alla città cremonese della linea TPBC<ref name="Albertini_Cerioli_138">{{cita|Albertini & Cerioli (1994)|p. 138}}</ref>.
 
Nel [[1900]] la maggioranza delle quote della TPP fu rilevata dalla [[Società Nazionale Ferrovie e Tramvie]] (SNFT)<ref>{{cita web| url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB000D0F/| titolo=Lombardia Beni Culturali - Società Nazionale Ferrovie e Tramvie |accesso=30 gennaio 2014|editore=www.lombardiabeniculturali.it}}</ref>.
Il programma di costruzioni previsto dalle due concessionarie proseguì negli anni successivi e nel 1904, anche per il mutato contesto politico favorevole alla costituzione di società di diritto e capitali italiani, la TPP assunse il nuovo nome di Compagnia dei tramways a vapore della provincia di Piacenza, sostituito nel 1906 da quello di Società Italiana Ferrovie e Tramvie (SIFT). Quest'ultima, nel 1908, assorbì tutte le attività della TBPC, compreso l'esercizio delle linee [[Tranvia Piacenza-Bettola|Piacenza-Bettola]] e [[Tranvia Grazzano-Rivergaro|Grazzano-Rivergaro]].
 
Nel [[1906]] la ragione sociale mutò in [[Società Italiana di Ferrovie e Tramvie]] (SIFT), la quale rilevò [[1908|due anni dopo]] le concessioni delle tranvie [[Tranvia Piacenza-Bettola|Piacenza-Bettola]], [[Tranvia Grazzano-Rivergaro|Grazzano-Rivergaro]] e Piacenza-Cremona dalla TPBC, nel frattempo posta in liquidazione.
 
=== Una travagliata esistenza ===
La situazione finanziaria della SIFT nel giro di alcuni anni peggiorò notevolmente a causa della costruzione delle ferrovie [[Ferrovia Cremona-Fidenza|Cremona-Borgo San Donnino]] e [[Ferrovia Fidenza-Fornovo di Taro|Borgo San Donnino-Fornovo]], che svolgevano una significativa concorrenza rispetto ai servizi svolti, tanto da portare la società, nel [[1921]], a fare richiesta di [[concordato preventivo]]. Alle difficoltà finanziarie si unì l'insoddisfazione da parte dell'utenza per il servizio: in particolare, sulla PiacenzaCremona-CremonaLugagnano, enti pubblici e privati si lamentavano per i ritardi causati dalla necessità di garantire leil coincidenzeservizio conpostale laa Cremona-LugagnanoFiorenzuola alcon "Bivio Cristo". Si rese quindi necessario l'intervento da parte dellala [[provinciaferrovia di PiacenzaMilano-Bologna]], che nelcausava [[1928]]ritardi offrìe unmancate contributocoincidenze allacon SIFT per ammodernare le sue tranvie, elettrificandole come nel caso dellala Piacenza-Cremona, oal sostituendolebivio con ferrovie elettricheCristo. Inoltre,Tali sidifficoltà progettòfinanziarie anche la costruzione di una diramazione che collegasse Caorsoportarono a [[Sanchiudere Pietrola intranvia Cerro]],il servendo ancheottobre [[Cortemaggiore1923]].
 
Con [[regio decreto]] 28 febbraio [[1930]], n. 253<ref>{{cita web| titolo=Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 81 del 5 aprile 1930| url=http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=05&mese=04&anno=1930| formato=[[Portable Document Format|PDF]]| accesso=30 gennaio 2014}}</ref> lo Stato concesse alla SIFT la costruzione e l'esercizio di una ferrovia elettrica tra Piacenza, Carpaneto e Lugagnano con diramazione [[Alseno|Lusurasco]]-[[Fiorenzuola d'Arda|Fiorenzuola]]; la crisi economica generale e il diffondersi dei trasporti su gomma non rese possibile il realizzarsi del progetto. La concessione fu comunque revocata formalmente con regio decreto 3 marzo 1938, n. 259<ref>{{cita web| titolo=Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 80 del 7 aprile 1938| url=http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=07&mese=04&anno=1938| formato=[[Portable Document Format|PDF]]| accesso=30 gennaio 2014}}</ref>.
 
 
La situazione finanziaria della SIFT nel giro di alcuni anni peggiorò notevolmente a causa della costruzione delle ferrovie [[Ferrovia Cremona-Fidenza|Cremona-Borgo San Donnino]] e [[Ferrovia Fidenza-Fornovo di Taro|Borgo San Donnino-Fornovo]], tanto da portare la società, nel [[1921]], a fare richiesta di [[concordato preventivo]]. Alle difficoltà finanziarie si unì l'insoddisfazione da parte dell'utenza per il servizio: in particolare, sulla Piacenza-Cremona, enti pubblici e privati si lamentavano per i ritardi causati dalla necessità di garantire le coincidenze con la Cremona-Lugagnano al "Bivio Cristo". Si rese quindi necessario l'intervento da parte della [[provincia di Piacenza]], che nel [[1928]] offrì un contributo alla SIFT per ammodernare le sue tranvie, elettrificandole come nel caso della Piacenza-Cremona, o sostituendole con ferrovie elettriche. Inoltre, si progettò anche la costruzione di una diramazione che collegasse Caorso a [[San Pietro in Cerro]], servendo anche [[Cortemaggiore]].
 
Complice anche il riscatto anticipato da parte delle [[Ferrovie dello Stato]] della costruenda [[ferrovia Piacenza-Cremona]], che influì notevolmente sulle previsioni di bilancio, dei progetti ferrotranviari di SIFT e provincia fu realizzata solo la [[ferrovia Piacenza-Bettola]].
 
=== Ultime attività e chiusura ===
L'utima attività esercitata dalla SIFT rimase l'esercizio del raccordo urbano dello zuccherificio di Piacenza, che sfruttava la sede degli ormai soppressi impianti per Bettola, Agazzano e Nibbiano, utilizzando la locomotiva Deutz D.12; questa venne venduta all'atto del trasferimento, avvenuto [[1978]], di tale servizio al Monopolio Tabacchi e all'Arsenale<ref>Notizia su ''Italmodel Ferrovie'', n. 218, agosto 1978, p. 629.</ref>. Tale rotabile prestò successivamente servizio presso uno stabilimento raccordato con la [[stazione di Como San Giovanni]]<ref name="IF219">Notizia su ''Italmodel Ferrovie'', n. 219, ottobre 1978, p. 712.</ref>.
 
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* SIFT - Società Italiana Ferrovie e Tranvie (1906-1967)
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== Impianti eserciti ==