Teca Falcone: differenze tra le versioni
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La TECA è un manufatto-memoria destinato
alla conservazione ed all’esposizione dell’autovettura del giudice FALCONE,
oggetto dell’attentato di Capaci. La Fiat Croma bianca, di proprietà del
Ministero della Giustizia è stata acquisita dal Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria che ha provveduto all’effettuazione del suo restauro
conservativo.
L’idea della TECA nasce tra il 2000 ed il
2001. Il progetto, redatto dall’arch. Matteo PROTO, dirigente presso l’Ufficio
tecnico della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei
servizi, è dell’ottobre 2002.
La struttura dell’Amministrazione in cui
il manufatto è stato realizzato, la Scuola di formazione e aggiornamento del
personale intitolata, appunto, a
“Giovanni Falcone”, è stata scelta tenendo conto delle attività formative e di
aggiornamento del personale che vi si svolgono, in relazione all’impegno ed
all’abnegazione del magistrato scomparso nel servire il Paese e la Giustizia.
La TECA è stata dislocata su uno dei lati
lunghi della “Piazza d’Armi” della Scuola al fine di poter essere sempre
visibile e “presente” durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano
alza/ammaina bandiera, al giuramento del personale di Polizia penitenziaria,
alla Festa del Corpo.
E’ stata, così, scartata l’idea iniziale
di ubicarla sul lato breve, di fondo,
per evitare quell’enfatizzazione – non cercata – che la testata
sull’asse maggiore dello spazio aperto
avrebbe suggerito, preferendo, invece, una dislocazione più defilata, quasi al
centro di uno dei lati lunghi del
piazzale, adiacente ad un grande pino che richiamerà, invincibilmente, alla
memoria dei visitatori, l’albero palermitano ribattezzato “l’albero di
Falcone”.
A favore della assoluta visibilità del suo
interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate modulari di
cristallo, collegate da piedritti sempre in cristallo. La struttura portante,
di minimo impatto visivo, è costituita da pilastri cilindrici in acciaio e da
travi dello stesso materiale, quest’ultime occultate da un alto fascione
perimetrale.
La TECA è il risultato dell’accostamento
di tre volumi elementari: due maggiori, costituiti da prismi estrusi da
triangoli equilateri specchiati e ruotati, ed uno minore, di collegamento tra i
due, sulla base di un triangolo rettangolo, interposto nell’area che residua
dalla rotazione dei triangoli maggiori che è di circa 30°.
La scelta della figura geometrica del
triangolo equilatero per la base dei due volumi maggiori è tesa a simboleggiare
per l’uno l’equità e l’imparzialità della Giustizia – di cui il giudice
Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti
rappresentanti – e per l’altro, il richiamo a quella terra di Sicilia, teatro
dell’attentato, che, per la sua netta icnografia, fin dai tempi più antichi, è
stata chiamata ''Trinacria''.
Ed il “triangolo” viene assunto come'' leit-motiv'' dell’intero organismo: dal
disegno del controsoffitto interno formato da una serie di triangoli, con
orientamento omogeneo a quello dello spazio che coprono, in pannelli di lamiera
microforata, alle maniglie in acciaio della porta di ingresso, realizzate su
disegno, ciascuna formata da un triangolo rettangolo che, accostata idealmente
all’altra, ripropone il triangolo equilatero che comanda l’intera composizione.
Anche necessari elementi strutturali, come
è il caso delle controventature di alcune campate, costituite da tiranti in
acciaio, ridisegnano la figura geometrica di base.
L’autovettura è “poggiata” su di un letto di ciottoli colorati naturali di
varia granulometria e tonalità che ricordano il terriccio del luogo della
strage come visibile dopo l’esplosione, sul quale, come impresso nelle foto
d’epoca riprodotte nel pannello espositivo all’interno del manufatto, insiste
l’autovettura del magistrato.
Il percorso di accesso alla TECA è stato
pensato come un tratto autostradale, delimitato da ''guard-rail'' volutamente ammaccati, è pavimentato con pietra naturale
basaltica sulla quale sono state applicate delle strisce in lamina di acciaio
inox che simulano le linee individuanti le corsie e la carreggiata.
Queste ultime, in prossimità dell’ingresso
alla teca, innalzandosi, flettendosi ed acquistando spessore, formano i
corrimano.
Sul retro della teca, un grande incavo, a
terra, simboleggia il vuoto lasciato dall’esplosione: sul fondo della depressione
sono stati sistemati dei fari a fascio di luce concentrato che, opportunamente
proiettati su uno schermo in acciaio inox, producono un effetto di luce intensa
e diffusa in ricordo del fuoco conseguente all’esplosione.
La TECA è stata realizzata dall’Impresa
Grossi Costruzioni di Roma.
L’Ufficio di direzione lavori è stato costituito dall’arch. Matteo PROTO e dal
geom. Emiliano RUSSOLILLO.__INDICE__
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