Concordia (Antartide): differenze tra le versioni
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Il progetto EPICA si è concluso agli inizi del 2005 e la stazione è stata trasformata in una stazione scientifica permanente. La prima missione invernale (con 13 persone, di cui 11 francesi e 2 italiani) ha avuto inizio il 13 febbraio [[2005]]. 
La Stazione Concordia ha una capacità massima nominale di 65 persone<ref name=COORD />; è in grado di ospitare 32 persone nel periodo estivo e un massimo di 16 in quello invernale<ref>{{Cita| 
La stazione principale (la stazione invernale) è costituita da due edifici cilindrici (alti 17 m, a tre piani, collegati tra loro da una galleria al primo piano) con strutture portanti in carpenteria metallica rivestite da pannelli altamente isolanti in grado di resistere al freddo estremo e ad un'elevata [[escursione termica]] tra l'interno e l'esterno (fino a 100 °C di escursione). Un edificio è dedicato alle attività cosiddette ''"silenziose"'' (laboratori, alloggi del personale, infermeria, sala radio, stazione meteorologica), mentre l'altro alle attività ''"rumorose"'': sala riunioni, uffici, sala mensa, biblioteca, palestra, sala tv, magazzini e supporto logistico.<ref name=IPEV1 /> 
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Il tavolato di Dome C (''Dome Concordia'' per italiani e francesi, ''Dome Charlie'' per gli statunitensi) ha un'altitudine compresa fra i {{M|3 200 e i 3 300||m}} ed è stato sede di numerose ricerche in ambito climatico coordinate dall'[[Antarctic Meteorological Research Center]] di [[Madison (Wisconsin)|Madison]] ([[Wisconsin]], USA). Nel [[1980]], fu posizionata in situ una [[stazione meteorologica]] automatica, battezzata ''Dome C'' ({{coord|74|30|S|123|00|E}}, {{M|3 280||m}}), che registrò la temperatura minima rimasta a lungo record dell'area (−84,6 [[Celsius|°C]], il 26 agosto [[1982]]); nel [[1995]] la stazione fu spostata a qualche decina di chilometri ({{coord|75|07|S|123|22|E}}, {{M|3 250||m}}) e ribattezzata ''Dome C II'': tuttora operativa, ha misurato una temperatura minima di −83,2 °C (13 agosto [[2010]]), mentre la temperatura minima misurata alla stazione Concordia è stata di −84,7 °C (13 agosto [[2010]]). Questi estremi, tipici del [[Plateau Antartico]] orientale, si raggiungono di norma verso la fine del semestre invernale (aprile - settembre), mentre il dato medio annuale si colloca a −52,7 °C; le [[Precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] [[neve|nevose]] variano, invece, dai {{M|2 ai 10|c|m}}<ref>IPEV (2013). ''[http://www.institut-polaire.fr/ipev/bases_et_navires/station_concordia_dome_c/la_vie_a_concordia Station Concordia – Dôme C : La vie à Concordia]''.</ref>: tutte condizioni favorevoli, oltre che per gli studi di [[climatologia]], [[sismologia]] e fisica dell'[[atmosfera]] dell'Antartide, anche per verificare l'adattamento umano in condizioni climatiche estreme. 
Il sito si presta, in modo eccellente, anche alle osservazioni [[astronomia|astronomiche]] grazie all'atmosfera relativamente tersa e calma<ref>La turbolenza atmosferica prodotta dal vento - che degrada la qualità delle immagini ottenute dagli strumenti d'osservazione - viene monitorata ed analizzata costantemente per correggere le distorsioni ed è rilevante solo per primi {{M|30-40||m}} dal suolo. Fonte: {{fr}} ''[http://www.concordiabase.eu/ricerca-scientifica/astroconcordia.html astroconcordia]'', in ''ricerca scientifica-astroconcordia'', sito ufficiale della Stazione Concordia.</ref> e garantisce un [[seeing]] medio di 0,3 secondi d'arco al di sopra dei {{M|30||m}}.<ref>{{fr}} Djamel Mékarnia, François Jeanneaux, ''Astroconcordia'' in [http://www.pnra.it/biblioteca/docs/rapporti_campagna/DC_rappinvernale_2007.pdf Stazione Concordia - Rapporto sulla Campagna Antartica Inverno Australe 2007], [[Programma Nazionale di Ricerche in Antartide]] (PNRA).</ref><ref>{{Cita| 
==Mezzi di trasporto== 
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'''Astronomia:''' 
*i tre mesi di notte polare e la posizione a 3 233 m di altitudine, consentono di avere un’atmosfera tersa e un cielo senza nuvole per più dell’80% dell'anno, facendo di Concordia un posto privilegiato per le osservazioni astronomiche. La turbolenza atmosferica prodotta dal vento - che degrada la qualità delle immagini ottenute dagli strumenti d'osservazione - viene monitorata ed analizzata costantemente per correggere le distorsioni ed è rilevante solo per primi {{M|30-40||m}} dal suolo. I risultati di tali osservazioni hanno permesso di prevedere, per gli strumenti di osservazione, una struttura più alta in modo da garantire una qualità ottica ottimale per le osservazioni astronomiche ([[seeing]] medio di 0,3 secondi d'arco al di sopra dei {{M|30||m}}).<ref>{{Cita| 
*dal [[2007]], nell'ambito di vari programmi di ricerca tra cui ASTEP (''Antarctica Search for Transiting Extrasolar Planets'', 2010-in corso) la base opera nella ricerca dei [[pianeta extrasolare|pianeti extrasolari]] in [[Transito (astronomia)|transito]] cercando di determinare, nel contempo, i limiti del monitoraggio fotometrico.<ref>Guillot A. et al. (febbraio 2009). ''[http://smsc.cnes.fr/COROT/sympo1/present/tGuillot2.pdf Planetary transits beyond CoRoT: The case for Dome C observations]''. Parigi: First CoRoT International Symposium.</ref> 
*nel maggio [[2010]], ricercatori del CSNSM (''Centre de spectrométrie nucléaire et de spectrométrie de masse'') francese, nell’ambito del progetto ORIGINS (''Elucidating the origins of Solar System(s): anatomy of primitive meteorites''), hanno scoperto, nella neve di Dome C, un nuovo tipo di [[Micrometeorite|micrometeoriti]] (circa 0,1 mm di diametro) caratterizzate da un elevato tenore di materiale carbonaceo (48-85%) e un rapporto [[deuterio]]\[[idrogeno]] molto alto (da 10 a 30 volte i valori terrestri). In precedenza, solo la missione spaziale [[Sonda Stardust|Stardust]] aveva fornito dei campioni comparabili (selezionati dal materiale prelevato dalla chioma della cometa [[81P/Wild]]).<ref>Duprat J. et al. (7 maggio 2010). ''[http://sciences.blogs.liberation.fr/files/duprat100507.pdf Extreme deuterium excesses in ultracarbonaceous micrometeorites from central Antarctic snow]''. ''Science.328(5979)'', 742-745.</ref> 
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=== Ottava spedizione invernale (2012) === 
L'ottava spedizione, da febbraio a novembre 2012, impiegava una squadra di tredici invernanti (sette francesi, cinque italiani e un britannico):<ref>{{Cita|PNRA|pp. 95-96 
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