Juan Antonio Llorente: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Juan Antonio
|Cognome = LLorente
|Sesso = M
|LuogoNascita = Rincón de Soto]
|GiornoMeseNascita = 30 marzo
|AnnoNascita = 1756
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|PostNazionalità = ,{{sp}} ecclesiastico [[apostata]], uno dei principali autori della storia dell'[[Inquisizione spagnola]] <ref>''Enciclopedia Italiana Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
|Immagine = Francisco de Goya y Lucientes 074.jpg
|Didascalia = Ritratto dipinto da [[Francisco de Goya|Goya]] tra il [[1810]] e il [[1811]] di Llorente raffigurato con la croce di cavaliere [[commendatore]] dell'[[Ordine Reale di Spagna]].}}
 
==Biografia==
<ref>[http://www.biografiasyvidas.com/biografia/l/llorente_juan.htm Fonte principale della vita di Llorente in ''Biografias e vidas'']</ref> Quinto figlio di Don Juan y Llorente Francisco Alcaraz e dedi María Gonzalez Mendizábal, studiòstudia filosofia a [[Tarragona]] e diritto a [[Saragozza]]. Ordinato sacerdote a 23 anni fuviene promosso dottore di [[diritto canonico]] nel [[1779]]. Dopo essere stato avvocato del consiglio supremo di [[Castiglia]] ([[1781]]) e [[vicario generale]] della [[diocesi]] di [[Calahorra]] ([[1782]]), nel [[1785]] è fuformalmente nominato, senza cioè un incarico reale specifico, commissario del [[Sant'Ufficio]] a [[Logroño]]. Giunto

Giunge a [[Madrid]] nello stesso anno come [[esecutore testamentario]] della duchessa di Sotomayor, prima dama e vicecameriera della regina, che gli procurò la nomina di commissario del Sant'Ufficio e segretario dei soprannumerari della Corte dell'Inquisizione. In questo ruolo partecipòpartecipa a tre processi ([[1790]]) <ref>Del duca d'Almodovar, ambasciatore di Spagna a Vienna, dell'[[agostiniano]] Pedro Centeno e di un cappucino[[cappuccino (frate)|cappuccino]] di [[Cartagena de Indias]]</ref>

In questo periodo LLorente comincia a interessarsi e a pubblicare le sue prime opere di storia e come storico entra a far parte dell'Accademia di storica che era stato da poco fondata. Nel 1790 viene nominato canonico di Calahorra ma rimane a Madrid. Nello stesso anno l'inquisitore generale Cavallos lo propone come inquisitore di Cartagena de Indias ma Llorente rifiuta poiché questo incarico gli avrebbe impedito di godere delle rendite canoniche di Calahorra. Accetterà l'incarico solo nel [[1791]]. <ref>[dialnet.unirioja.es/descarga/articulo/192134.pdf Jesùs Càseda Teresa, ''Juan Antonio Llorente en la Calahorra de su tiempo'']</ref>
Nel [[1793]], su richiesta del ministro della Giustizia, l'inquisitore generale Manuel Abad y Lasierra chiede un rapporto sulle procedure adottate nel Sant'Ufficio a Llorente che impiegherà quattro anni per la stesura del documento dove rivela le procedure segrete dell'Inquisizione che critica suggerendone una riforma che non giungerà a compimento. Llorente trasmetterà il suo manoscritto a [[Gaspar Melchor de Jovellanos]] che l'utilizza come fonte per il suo "rapporto al Re sul tribunale dell'Inquisizione" che gli procurerà l'incarceramento nella prigione del Castello di Bellver, a [[Maiorca]].
 
Dopo essere stato accusato dall'Inquisitore Generale Ramon Arce di tradire il Sant'Ufficio, Llorente, condannato al pensionamento forzato di un mese e alla rimozione dalle sue cariche, si ritira in un convento (1801-1805). Ritorna in auge e diventa canonico del Primate di Toledo, maestro di scuola del capitolo e cancelliere della università. Viene insignito del cavalierato dell'Ordine di Carlo III.