Castello di Pieve di Cadore: differenze tra le versioni

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È il primo luogo fortificato di cui si ha notizia in [[Cadore]] e sorgeva su un'altura posta alla confluenza del [[Boite]] nel [[Piave]]. Sembra che il sito fosse frequentato sin dall'antichità come sede di un luogo sacro pagano.
 
Da sempre sede della [[Magnifica Comunità di Cadore|Magnifica Comunità Cadorina]], dopo la [[Domini di Terraferma|dedizione alla Serenissima]] fu residenza del [[reggimento (Repubblica di Venezia)|capitano del reggimento]] del [[Cadore]]. Fu particolarmente coinvolto negli eventi e antefatti della [[guerra della Lega di Cambrai]]: occupato nell'inverno del 1508 da una colonna imperiale comandata dal tirolese Sisto Von Trautson, fu riconquistato dai Veneziani e dai Cadorini, guidati da [[Bartolomeo d'Alviano]], dopo la [[Invasione del Cadore|Battaglia di Rusecco]] del 2 marzo 1508 (nota anche come Battaglia di Cadore). Resistette per altri due anni a ripetuti assedi e, conquistato nei primi giorni di dicembre del [[1511]]<ref>Il [[castello di Botestagno]] fu invece occupato verso la fine di ottobre del 1511</ref> dal maresciallo Regendorf agli ordini dell'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano d'Asburgo]], ritornò quasi subito sotto il controllo dei Veneziani. Durante l'occupazione gli imperiali saccheggiarono e incendiarono i paesi vicini e requisirono gli [[Statuti cadorini]].
 
La [[Invasione del Cadore|Battaglia di Cadore]] fu rappresentata dal [[Tiziano]] nella Sala del Maggior Consiglio di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], ma l'affresco andò distrutto nell'incendio del 1577.
 
Cessate le sue funzioni militari, specie dopo la caduta di Venezia, il castello cadde in rovina. Sui suoi resti fu costruita la ''batteria Castello'', fortilizio risalente alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e mai utilizzato.