Urbano Cioccetti: differenze tra le versioni

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L’elezione a sindaco e la rinuncia a commemorare la Liberazione di Roma: le dimissioni diTupini: in virtù della normativa dell'epoca, un sindaco che si volesse candidare al parlamento era tenuto a dimettersi entro 6 mesi dalle elezioni.
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Le politiche urbanistiche dell’amministrazione Cioccetti: probabile salto di riga/rettifica: all'epoca era il ministero della P. I., non il Comune, che apponeva i vincoli paesaggistici: quest'ultimo poteva solo richiederne l'apposizione
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Il 27 giugno 1958 la Giunta Cioccetti ripresentò in Consiglio comunale la variante urbanistica che avrebbe autorizzato la realizzazione del gigantesco albergo [[Hilton Worldwide|Hilton]] su un'area della [[Società Generale Immobiliare]], a [[Monte Mario]]. L'operazione, che aveva segnato fra le polemiche l'epilogo della lunga gestione della Capitale del sindaco [[Salvatore Rebecchini]], era stata accantonata dal successore Umberto Tupini. Il 23 settembre 1958, l'assemblea capitolina approvò a maggioranza la variante e, una volta rilasciata la licenza edilizia, i lavori del mega albergo si conclusero nel [[1963]]<ref>Italo Insolera, ''Roma moderna'', Einaudi, Torino, 1971, pag. 217</ref>.
 
Nel frattempo la Giunta, con la collaborazione dell'Ufficio speciale per il nuovo piano regolatore (USNPR), provvedeva a rielaborare il [[Piano Regolatore Generale|progetto di piano]] che, commissionato dalla amministrazione Rebecchini ad una commissione di novanta esperti supportata dall'USNPR, era stato consegnato al sindaco allo stato di schema alla fine del [[1957]]. Ma anziché disporre la prosecuzione dei lavori dei tecnici esterni, il 26 giugno [[1958]] il Consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno (il cosiddetto "o.d.g. Lombardi") che dava mandato alla Giunta e ai tecnici comunali di redigere il piano, ''by-passando'' le associazioni professionali e quelle fra gli urbanisti. Le modifiche riguardarono soprattutto il ridimensionamento delle aree direzionali e delle previsiioni di espansione ad est della città, a vantaggio dell’[[EUR]] e della direttrice [[Via Cristoforo Colombo (Roma)|Via Cristoforo Colombo]]-mare; si lasciava inoltre indeterminato il quadro delle espansioni nell’agro romano, rinunciando a porrerichiedere alcunl'apposizione di vincolovincoli paesaggisticopaesaggistici<ref>Italo Insolera, ''Roma moderna'', cit., pagg. 233-34 </ref>. Il piano, come sopra rielaborato, fu adottato dal Consiglio comunale il 24 giugno [[1959]], e inviato per la sua approvazione al [[Ministero dei Lavori Pubblici]], che aveva a disposizione tre anni di tempo per approvarlo definitivamente. Infatti, la normativa all'epoca vigente assegnava all'applicazione delle cosiddette “norme di salvaguardia” a tutela dei vincoli imposti dal piano adottato un termine di tre anni dall'adozione di quest'ultimo.
 
Tuttavia, l'adozione a pochi mesi dal [[1960]] del nuovo piano regolatore e la possibilità di avvalersi delle norme del piano regolatore del [[1931]] allora in vigore fecero sì che alcuni notevoli interventi infrastrutturali dagli effetti dirompenti sullo sviluppo urbanistico della città furono messi in cantiere, pur non figurando nelle previsioni del "piano Cioccetti". In vista dell’allestimento dei [[Giochi della XVII Olimpiade]], infatti, il Parlamento aveva rifinaziato più volte la cosiddetta “legge [[Giuseppe Pella|Pella]]” (provvedimenti straordinari per Roma). Di qui la fretta e l'improvvisazione che portò, nel caso dell'apertura della "via Olimpica", alla realizzazione di tratti in variante al piano del 1931, spesso ad andamento irregolare (curve ad angolo retto, improvvisi restingimenti della carreggiata, eccetera), con il taglio di [[Villa Doria Pamphilj]] e la demolizione della chiesetta del Bel Respiro<ref>Italo Insolera, ''Roma moderna'', cit., pagg. 244-45 </ref>. Furono così realizzati, tra l'altro, il [[Villaggio Olimpico (zona di Roma)|Villaggio olimpico]] e il viadotto di [[Corso di Francia|corso Francia]]. Il piano regolatore adottato nel 1959 fu respinto nel [[1961]] dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
 
===L’effimero secondo mandato e il ritiro dalla vita politica===