Gaio Celio Caldo: differenze tra le versioni

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Nel [[94 a.C.]] fu eletto [[console (storia romana)|console]] con [[Lucio Domizio Enobarbo (console 94 a.C.)|Lucio Domizio Enobarbo]]; Caldo riuscì a prevalere, nonostante fosse un [[homo novus]] e vi fossero altri candidati con appoggi molto più potenti.<ref>Cfr. Cicerone, ''De petitione consulatus'', 11</ref>
 
Dopo il consolato e la [[pretore (storia romana)|pretura]] (nel [[99 a.C.]] o nel 100), fu probabilmente [[proconsole]] nella [[Spagna Citeriore]], come si evince da alcune monete della [[gens Caelia]], che portano il suo nome con la parola ''HIS (pania)'' e la figura di un cinghiale (che alluderebbe ai suoi successi in [[Gallia]]);<ref>Paul Zanker,'' Augusto e il potere delle immagini'', [[Bollati Boringhieri]], Torino 2006, fig. 11</ref> secondo [[Joseph Hilarius Eckhel]] questo simbolo lo associerebbe alla città di [[Clunia]].
 
Nell'[[83 a.C.]], durante la [[Guerra civile tra Mario e Silla|guerra civile]] tra [[Gaio Mario|Mario]] e [[Silla]], Caldo appoggiò con forza il primo; con [[Gaio Carrina|Carrina]] e con Decimo Giunio Bruto (figlio di [[Decimo Giunio Bruto Galleco|Galleco]]) cercò di impedire che le [[Legione romana|legioni]] di [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] potessero portare aiuto a Silla. Ma i tre non operarono in maniera coordinata, per cui quando Pompeo attaccò Bruto, le cui truppe si sbandarono, il piano di Caldo fu vanificato.
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Tra le coniazioni di un discendente di Caldo, un certo Lucio [[Septemviri epulones|settenviro epulone]] e di un nipote omonimo, troviamo tracce di uno dei migliori [[Ritrattistica romana|ritratti romani]] della serie repubblicana prima di [[Cesare]].<ref name="A. Longo">{{Treccani|celio-caldo_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/}}</ref>
 
I tipi di Caio Celio in particolare, si ispiravano a un ritratto dell'inizio del [[I secolo a.C.]], forse presente nel [[larario]] della casa di Celio, ma di cui non è rimasta traccia. La scultura perduta è stata dall'[[archeologo]] [[danimarca|danese]] Frederik Poulsen ricondotta ad influenze del [[ellenismo|tardo ellenismo]] (soprattutto nei capelli), dominante nella scultura romana all'inizio del I secolo, sia pure con riflessi di quella latina. La particolare caratterizzazione dell'opera suggerisce che il ritratto fu elaborato poco dopo la morte di Caldo.
 
Il ritratto, come ci appare sunteggiato nei rilievi monetali, doveva mostrare il volto di un uomo magro, con le linee del volto marcate, dalle gote leggermente scavate, con gli occhi grandi infossati e la bocca dischiusa (quest'ultimo tratto sarebbe contrario allo stile veristico complessivo dell'opera).<ref name="A. Longo" />