Regio Esercito: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Niculinux (discussione | contributi)
Spostamento categoria da Territori coloniali provvisori d'Italia
Atarubot (discussione | contributi)
Wikipedia python library v.2
Riga 62:
L'[[Armata Sarda]], subito dopo l'[[unità d'Italia]] assunse il nome di ''Regio Esercito Italiano'', ai sensi del [[decreto]] Fanti (dal nome del ministro [[Manfredo Fanti]]), emanato in data 4 maggio 1861.
 
Tuttavia il neonato esercito assumerà però tale nome solo a partire dal [[1884]].<ref name=storia1>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/18611914/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1862 - 1914|operasito=esercito.difesa.it|accesso=23 ago 2011}}</ref>
 
=== 1861 - 1914 ===
Riga 93:
Il 24 maggio [[1915]] l'esercito italiano avanzò oltre il confine [[Impero austro-ungarico|austro-ungarico]] segnando l'apertura delle ostilità anche per l'Italia nella [[prima guerra mondiale]]. {{Citazione necessaria|L'inizio del conflitto aveva accresciuto a 12 i corpi d'armata e a 25 le divisioni, e l'esercito italiano aumentò fino a raggiungere le 900.000 unità. Anche le iniziali 600 mitragliatrici 3.000 bocche da fuoco di vari calibri si moltiplicarono enormemente durante la ostilità}}. Nel corso della guerra inoltre presero vita gli [[Arditi]], venne potenziato il [[Regia Aeronautica#Il Servizio Aeronautico|Servizio Aeronautico]] e fece la sua comparsa il [[carro armato]].
 
Nell'estate del [[1916]] si concluse la [[Sesta battaglia dell'Isonzo|conquista di Gorizia]], grazie anche alla presa del [[Monte Sabotino]] ad opera della 4ª Divisione agli ordini di [[Pietro Badoglio]]. La 12ª ed ultima battaglia dell'Isonzo segnò invece, il 24 ottobre 1917, la catastrofica [[Battaglia di Caporetto|sconfitta di Caporetto]]. Le forze austro-tedesche sfondarono proprio nel settore del XXVII Corpo d'armata comandato dal "fuggiasco di Tolmezzo" (Pietro Badoglio), ma la [[Prima battaglia del Piave|resistenza delle truppe sul Piave]] e sul monte Grappa dal 10 novembre al 4 dicembre 1917 posero fine alla fase negativa della guerra. L'anno successivo, il [[1918]], le [[Offensiva del Piave|battaglie sul Piave]] (15 - 22 giugno) e a [[Battaglia di Vittorio Veneto|Vittorio Veneto]] (23 ottobre - 3 novembre) segnarono la definitiva vittoria italiana<ref name=storia2>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/1915_1918/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1915 - 1918|operasito=esercito.difesa.it|accesso=23 ago 2011}}</ref>.
 
Nel 1918 il Regio Esercito fu impiegato anche all'estero: in [[Francia]] con il II Corpo d'armata combatté a [[Offensiva di primavera#Friedensturm|Bligny]] (15 - 23 luglio) e lungo la ''[[Chemin des Dames]]'' (10 - 12 ottobre); in [[Albania]] vinse la [[battaglia di Malakastra]] (6-9 luglio). Proprio in Albania e in [[Macedonia (regione)|Macedonia]] le truppe italiane occuparono [[Durazzo]] il 29 dicembre 1915 e [[Bitola]] il 18 novembre 1916<ref name=storia2/>.
Riga 104:
Dopo la conclusione vittoriosa della Grande Guerra, il Regio Esercito venne ridimensionato congedando la maggior parte dei [[Reggimento|reggimenti]] di cavalleria e fanteria e sciogliendo gli Arditi.
 
Nel [[1922]] fu necessario intervenire in [[Libia]] dove i ribelli avevano approfittato della prima guerra mondiale per sottrarre territori agli italiani, e un anno dopo il Servizio Aeronautico viene scisso dal Regio Esercito per diventare l'indipendente [[Regia Aeronautica]]. In questi anni inoltre videro la luce i primi reparti corazzati e paracadutisti, il cui primo reparto fu una compagnia di fanti libici inquadrati da ufficiali e sottufficiali italiani che effettuò il primo lancio il 28 marzo 1938 a [[Castel Benito]], in Libia<ref>[http://www.regioesercito.it/recensioni/lembo2.htm Regio Esercito - Recensioni editoriali<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Negli anni trenta le [[Regio Corpo Truppe Coloniali|truppe coloniali italiane]] coadiuvarono quelle nazionali durante il completamento dell'occupazione della Somalia, fino ad allora controllata solo parzialmente dalle truppe italiane nelle zone attorno alla capitale Mogadiscio e a pochi presidi lungo la costa. Il [[1935]] fu l'anno d'inizio della [[guerra d'Etiopia]] a cui il Regio Esercito partecipò varcando il [[Mareb]] il 3 ottobre ed entrando in [[Addis Abeba]] il 5 maggio [[1936]]<ref name=storia3>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19191939/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1919 - 1939|operasito=esercito.difesa.it|accesso=23 ago 2011}}</ref>.
 
Con lo scoppio della [[Guerra civile spagnola]] nel 1936, venne inviato in [[Spagna]] in aiuto dei Nazionalisti di [[Francisco Franco]] il [[Corpo Truppe Volontarie]], mentre nell'aprile del 1939, in seguito all'[[Occupazione italiana del Regno di Albania|annessione dell'Albania]], l'esercito presidiò le più importanti città dell'ex regno di [[Zog I di Albania|Zog I]]<ref name=storia3/>.
Riga 123:
La [[battaglia delle Alpi Occidentali]] combattuta contro la Francia fu la prima operazione in cui venne impiegato il Regio Esercito nel corso della seconda guerra mondiale, si risolse con una vittoria tattica italiana bilanciata dall'occupazione italiana di alcuni comuni lungo il confine ([[armistizio di Villa Incisa]]).
 
Si concluse con la sconfitta invece l'iniziativa in [[Africa Orientale Italiana|Africa orientale]] dove, nonostante il successo ottenuto con la conquista della [[Somalia Britannica]], i reparti del Regio Esercito ivi stanziati rimasero fin dall'inizio isolati dalla Madrepatria subendo, nel maggio [[1941]], un'inevitabile disfatta nella [[seconda battaglia dell'Amba Alagi]]. Ai soldati italiani sconfitti venne comunque tributato da parte delle vittoriose truppe britanniche l'[[onore delle armi]]. L'ultima disperata resistenza in questo teatro di operazioni fu attuata dalle unità al comando del [[generale]] [[Guglielmo Nasi]] nel corso della [[Battaglia di Gondar]], che ebbe termine con la resa degli ultimi presidi nel novembre 1941<ref name=storia4>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19401943/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1940 - 1943|operasito=esercito.difesa.it|accesso=23 ago 2011}}</ref>.
 
Nel frattempo, in Africa settentrionale, le poco numerose ma molto mobili e ben equipaggiate forze della [[Western Desert Force]] sconfissero e fecero prigionieri decine di migliaia di soldati italiani, distruggendo inoltre le dieci divisioni della 10ª Armata (tra cui [[63ª Divisione fanteria "Cirene"|''Cirene'']], [[62ª Divisione fanteria "Marmarica"|''Marmarica'']], [[Brigata "Catanzaro"|''Catanzaro'']]) e conquistando le piazzeforti di [[Bardia]] e [[Tobruk]] oltre che l'intera [[Cirenaica]]. Per sostenere il Regio Esercito in questo teatro i Tedeschi inviarono in aiuto un gruppo di divisioni raggruppate nell'[[Afrika Korps]] al comando del generale [[Erwin Rommel]]. Negli anni che seguirono l'Armata Corazzata Italo-tedesca riuscì a spingersi sino a circa 80&nbsp;km da Alessandria d'Egitto ma in conseguenza della sconfitta di [[seconda battaglia di El Alamein|El Alamein]] anche la Libia dovette essere abbandonata alle forze britanniche, mentre le ultime resistenze ebbero termine nel maggio [[1943]] in [[Tunisia]], dopo che questo territorio era stata occupato dalle forze Italo-Tedesche come reazione all'[[Operazione Torch]].
Riga 138:
All'annuncio dell'armistizio, la [[Wehrmacht]] diede il via alla già preparata [[Operazione Achse]], le truppe tedesche intimarono ai reparti italiani di scegliere se continuare a combattere al loro fianco o di deporre le armi, le unità del Regio Esercito che rifiutarono queste intimazioni vennero attaccate e generalmente sopraffatte, in alcuni casi si ebbero fucilazioni di massa dei prigionieri come durante l'[[eccidio di Cefalonia]], in altri casi alla resa seguì la decimazione degli ufficiali. Solo in [[Sardegna]] e [[Corsica]] il Regio Esercito ebbe la meglio sui tedeschi. Nei [[Penisola balcanica|Balcani]] alcuni di coloro che riuscirono a fuggire all'[[Internati Militari Italiani|internamento]] entrarono a far parte dei movimenti partigiani locali, creando anche proprie unità nazionali come le divisioni partigiane [[Divisione italiana partigiana Garibaldi (Montenegro)|Garibaldi]] e [[Divisione Italia|Italia]]<ref name=storia5/>.
[[File:Partigiani sfilano per le strade di milano.jpg|thumb|right|Partigiani in festa a Milano dopo la Liberazione.]]
In Italia invece al [[Governo Badoglio I|Governo Badoglio]] fu permesso di dar vita al [[Primo Raggruppamento Motorizzato]] per combattere insieme agli anglo-americani. Il battesimo del fuoco di questa unità si ebbe nel dicembre 1943 con la positiva [[battaglia di Montelungo]]. Il Primo Raggruppamento Motorizzato diventò [[Corpo Italiano di Liberazione]] fino all'ottobre 1944, quindi furono organizzati cinque [[Gruppi di Combattimento]] che risalirono l'Italia, sempre insieme agli Alleati, fino a [[Milano]] e [[Venezia]]<ref name=storia5>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/STORIA/STORIA_ESERCITO/19431945/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1943 - 1945|operasito=esercito.difesa.it|accesso=23 ago 2011}}</ref>.
 
La [[seconda guerra mondiale]] costò al Regio Esercito 161.729 tra morti e dispersi fino all'8 settembre 1943, 73.277 nel periodo settembre - ottobre 1943, circa 12.000 nella lotta di liberazione e circa 60.000 periti nei [[Campo di concentramento|campi di concentramento]]<ref name=storia5/>.
Riga 147:
* organizzazione centrale e 11 comandi territoriali con giurisdizione simile agli ex comandi di [[corpo d'armata]] (9.000 unità);
* amministrazione (31.000 uomini);
* addestramento e complementi (Centro Addestramento Complementi di [[Cesano (zona di Roma)|Cesano]] e [[Comando per la formazione e Scuola di applicazione|scuole]]) su 10.000 uomini<ref name=sito6>{{cita web|url=http://www.esercito.difesa.it/Storia/storia_esercito/19461947/Pagine/default.aspx|titolo=La Storia > 1946 - 1947|operasito=esercito.difesa.it|accesso=23 ago 2011}}</ref>
 
Lo [[Stato Maggiore dell'Esercito|Stato Maggiore]] diramò disposizioni in tal senso nel marzo [[1946]]. Ognuno degli 11 comandi territoriali disponeva di un centro addestramento reclute a livello reggimentale e di un reggimento fanteria autonomo, tranne la [[Sicilia]] che poteva avvalersi di due divisioni. Una divisione, due battaglioni e sei raggruppamenti rimasero invece alle dirette dipendenze degli Alleati. Nel corso del 1946 le tre divisioni di sicurezza interna si tramutarono in [[Brigata|brigate]] su due reggimenti di fanteria e un gruppo di [[artiglieria]], mentre la [[Cavalleria italiana|cavalleria]] riprese vita tramite l'assegnazione ad ogni divisione di un gruppo di [[Squadrone|squadroni]] dotati di veicoli cingolati<ref name=storia5/>.