Enrico II di Ventimiglia: differenze tra le versioni
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== La politica mediterranea ==
Enrico, rientrato in Liguria, diventa il più stretto collaboratore di [[Guglielmo VII del Monferrato]], vicario di Alfonso re di Castiglia nelle terre lombarde e capo dei Ghibellini che appoggiano l'elezione del castigliano all'Impero. Infatti, Alfonso si presenta quale erede dell'ideologia del tradizionale partito svevo. Enrico, tra l'altro, è presente come primo testimone in diversi atti notarili e pergamene del marchese di Monferrato, risalenti al [[1272]], evidenziando le sue funzioni di principale collaboratore del monferrino.<ref>''Cartario della Abazia di Casanova'', p. 364, in Clavasio, 1º aprile 1272; ''Documenti inediti e sparsi'', p. 292-293, in Castel Ciriaco, 24-7-1272.</ref>
Enrico Ventimiglia visita nel [[1273]] Alfonso X a Requeňa, a capo di una delegazione di nobili lombardi, consegnando a Alfonso le missive dei suoi sostenitori e elettori alla candidatura imperiale. Il conte di Ventimiglia, nell'occasione, chiede l'invio di 500 'lance' a supporto di “coloro che lo hanno eletto imperatore”, contro Carlo d'Angiò. A seguito di questa richiesta le ''Cortes'' a Burgos finanziano l'impresa richiesta dal Ventimiglia, e a Genova, nel [[1274]] in due riprese, sbarcano circa 1100 cavalieri e armigeri castigliani che volgeranno a favore dei ghibellini liguro-piemontesi la guerra contro gli Angiò.<ref>''Chronicle of Alfonso X'', p. 188-189, 193; Martìnez, p. 183, , 246.</ref>
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