Pace di Filocrate: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Fabio.gastone (discussione | contributi)
m Correzioni
Riga 24:
Atene si alleò colla Focide contro gli altri membri dell'[[anfizionia]]. Nel [[354 a.C.|354]]-[[353 a.C.]] i [[Tessaglia|Tessali]], che erano stati sconfitti dai Focesi, chiesero che Filippo diventasse arconte di Tessaglia, e questi accettò, portando la Macedonia in guerra. Nel [[352 a.C.]] un vecchio alleato di Filippo, la [[lega calcidica]] (guidata da [[Olinto]]), preoccupata dal crescente potere di Filippo pensò di allearsi con Atene, rompendo con Filippo; in risposta, quest'ultimo [[Guerra di Olinto|attaccò]] la [[penisola Calcidica]] nel [[349 a.C.]], distruggendo la lega e radendo al suolo Olinto in un anno.
 
L'importante politico ateniese [[Filocrate]] aveva suggerito di far pace con Filippo ancora nel [[348 a.C.]], durante la guerra di Olinto,<ref name = Cawk91/> ma l'''[[Ecclesia (storiaantica grecaGrecia)|Ecclesiaecclesia]]'' aveva rifiutato questa proposta, processando Filocrate e, quando fu esonerato dalle cariche, era troppo tardi per salvare Olinto.<ref name = Cawk91>{{cita|Cawkwell|p. 91}}.</ref> La guerra tra Atene e Filippo continuò durante il [[347 a.C.]], come la guerra sacra;<ref name = Cawk91/> in quell'anno Filippo mandò dei [[corsaro|corsari]] ad attaccare le colonie insulari ateniesi dell'Egeo.<ref>{{cita|Cawkwell|p. 92}}.</ref><ref name = Buck476/>
 
Filippo non s'era più immischiato nella guerra sacra da quando aveva vinto ai [[Battaglia dei Campi di Croco|Campi di Croco]] (352 a.C.); nel frattempo, divenne chiaro che la guerra avrebbe potuto essere conclusa solo da un intervento esterno.<ref name = Cawk95/> Nel 347 a.C. i [[Tebe antica (Grecia)|Tebani]] chiesero aiuto a Filippo, che mandò loro un piccolo contingente<ref name = Cawk95/> per onorare la sua alleanza con Tebe, ma questo non poteva essere risolutivo, visto che Filippo desiderava concludere la guerra personalmente, a modo suo e alle sue condizioni.<ref name = Buck476>{{cita|Buckley|p. 476}}.</ref><ref name = Cawk95>{{cita|Cawkwell|p. 95}}.</ref>
 
==Negoziati==
All'inizio del [[346 a.C.]], Filippo fece sapere che intendeva marciare verso sud coi Tessali, senza specificare dove e quando.<ref name = Cawk95/> I Focesi, quindi, si prepararono a difendere le Termopili, e chiesero aiuto agli Spartani e agli Ateniesi, probabilmente attorno al 14 febbraio.<ref name = Cawk95/>
Gli Spartani mandarono [[Archidamo III]] con mille opliti, mentre gli Ateniesi inviarono tutti gli uomini abili sotto i 40 anni.<ref name = Cawk95/> Comunque, tra la richiesta dei Focesi e la fine del mese, tutti i piani furono sconvolti dal ritorno al potere di [[Faleco]]; agli Ateniesi e agli Spartani fu comunicato che non sarebbe stato loro permesso di difendere le Termopili.<ref name = Cawk95/> Le fonti antiche non chiariscono come Faleco sia tornato al potere, e neanche il motivo di questo suo cambio di politica. Cawkwell, basandosi sulle osservazioni di [[Eschine]], suggerisce che l'esercito focese abbia restaurato Faleco perché non era stato pagato, e che poi questi, capendo che non avrebbe potuto pagare l'esercito e che i Focesi non avrebbero potuto vincere la guerra, decise di provare a negoziare la pace con Filippo.<ref name = Cawk96>{{cita|Cawkwell|p. 96}}.</ref>
 
Quando gli Ateniesi ricevettero questa notizia, cambiarono rapidamente politica: se le Termopili non potevano più essere difese, la sicurezza di Atene era in pericolo.<ref name = Cawk96/> Alla fine di febbraio gli Ateniesi mandarono a Filippo un'ambasciata, che comprendeva Filocrate, [[Demostene]] ed Eschine, per discutere della pace;<ref name = Cawk96/> tra questa e Filippo ci furono due incontri, nei quali ognuna delle due parti presentò le sue proposte di pace.
 
Nel primo incontro con Filippo, si dice che Demostene abbia declamato un poema; poi, durante le trattative, si sentì male e svenne.<ref name="Eschine34">Eschine, ''Sulla corrotta ambasceria'', 34.</ref> Durante questo incontro, Eschine ipotizzò che Filippo restituisse ad Atene l'antica colonia di [[Amfipoli]] in cambio della pace.
 
==Ratifica==
L'ambasciata ritornò poi ad Atene per presentare le proposte all'ecclesia, insieme all'ambasciata macedone di Atene, incaricata da Filippo di firmare l'accordo.<ref name = Cawk98>{{cita|Cawkwell|pp. 98–101}}.</ref> Gli Ateniesi discussero del trattato in aprile e avanzarono la proposta di rendere l'accordo una "[[pace comune]]", nella quale avrebbero preso parte tutti gli stati greci, inclusa la Focide; Demostene, però, essendo contrario alla pace, convinse l'ecclesia del fatto che Filippo non avrebbe accettato una pace simile, e affermò che Atene, essendo vulnerabile, non poteva che accettare le condizioni di Filippo.<ref name = Cawk98/> Il trattato, perciò, doveva essere bilaterale, tra la Macedonia e Atene (e i suoi alleati, riuniti nel [[secondo impero ateniese]].
Il 23 aprile gli Ateniesi giurarono sulle clausole del trattato davanti agli ambasciatori macedoni;<ref name = Cawk98/> tra le clausole principali, c'era quella che rendeva Atene alleata di Filippo, facendole rinunciare per sempre ad [[Amfipoli]].<ref name = Cawk98/>
 
Dopo aver firmato la pace cogli ambasciatori in aprile, gli Ateniesi mandarono una seconda ambasciata in Macedonia per ottenere che Filippo giurasse anche lui sulla pace; questa ambasciata si diresse lentamente verso Pella, sapendo che Filippo stava combattendo contro il re di [[Tracia]] [[Cersoblette]].<ref>{{cita|Cawkwell|p. 101}}.</ref> Quando arrivarono, gli Ateniesi (compresi Demostene ed Eschine) furono molto sorpresi nel trovare anche delle ambasciate di tutti i principali combattenti della guerra sacra, arrivati per discutere la conclusione della guerra.<ref name = Cawk102>{{cita|Cawkwell|p. 102}}.</ref> Demostene era molto preoccupato per queste trattative, e propose alla delegazione ateniese di partire via mare per raggiungere Filippo, ovunque fosse, al fine di ricevere la ratifica del trattato.<ref name="Crown25-27">Demostene, ''Sulla corona'', 25-27.</ref> Demostene in seguito dichiarò che stava cercando di impedire a Filippo di catturare altre città trace,<ref name="Crown25-27" /> ma certamente sapeva che era impossibile salvare il regno di Cersoblette.<ref name = Cawk102/>
 
Nonostante i suoi consigli gli inviati ateniesi, inclusi lui ed Eschine, rimasero in Macedonia per tre mesi, fino a quando Filippo ritornò dalla Tracia, da lui interamente sottomessa;<ref name="Crown30">Demostene, ''Sulla corona'', 30.</ref> quando Filippo tornò, ricevette sia l'ambasciata ateniese sia le altre.<ref name = Cawk102/> I Tebani e i Tessali chiesero di prendere il controllo della Grecia per punire i Focesi; i Focesi, invece, sostenuti dalle delegazioni di Atene e di Sparta, supplicarono Filippo di non attaccarli.<ref name = Cawk102/> Filippo, comunque, rimandò ogni decisione; "[lui] cercò in ogni modo di non far sapere come intendeva sistemare le cose; entrambe le fazioni furono così incoraggiate a sperare che avrebbe fatto quello che volevano, ma ad entrambe fu ordinato di non prepararsi per la guerra; un accordo di pace era a portata di mano"; Filippo rimandò anche i giuramenti della pace di Filocrate.<ref name = Cawk103>{{cita|Cawkwell|p. 103}}.</ref> In quel periodo a Pella si facevano dei preparativi militari, ma Filippo disse agli ambasciatori che servivano per una campagna contro [[Alos (Tessaglia)|Alos]], una piccola città tessala che osava resistergli;<ref name = Cawk103/>
Filippo partì per Alos prima di aver preso qualunque decisione, costringendo l'ambasciata ateniese a viaggiare con lui; egli giurò solo dopo aver raggiunto [[Fere]], impedendo agli Ateniesi di tornare in patria.<ref name = Cawk103/>
 
==Conclusione della guerra sacra==
La pace di Filocrate è strettamente legata alla fine della guerra sacra; fu nell'attesa della ratifica della pace che Filippo sferrò il colpo di grazia: persuase gli Ateniesi e gli altri Greci che il suo esercito si preparava per combattere Alos, ma è quasi certo che varie di esse andarono direttamente alle Termopili.<ref name = Cawk103/> Quindi, quando giurò agli Ateniesi a Fere, le sue truppe erano appostate molto vicino alle Termopili, e quando gli ambasciatori ateniesi tornarono a casa (9 luglio) Filippo aveva già preso il passo.<ref name = Cawk103/>
Rimandando i giuramenti e mascherando le sue mosse colla scusa dell'attacco ad Alos, impedì agli Ateniesi di capire che erano in pericolo, non dando loro neanche il tempo di mandare una guarnigione alle Termopoli.<ref name = Cawk109>{{cita|Cawkwell|p. 109}}.</ref><ref name = Buck478>{{cita|Buckley|p. 478}}.</ref>
 
Tutta la Grecia centrale e meridionale era ormai alla mercé di Filippo,<ref name = Buck478/> e gli Ateniesi ora non avrebbero potuto salvare la Focide even if they abandoned the peace.<ref name = Cawk104>{{cita|Cawkwell|p. 104}}.</ref> Comunque, gli Ateniesi non seppero niente di questi fatti fino a quando non vennero ad Atene, attorno al 9 luglio, degli ambasciatori focesi, che imploravano degli aiuti militari.<ref name = Cawk104/> Il consiglio ateniese chiese di rigettare la pace e di occupare le Termopili per salvare la Focide; poiché, come pensava l'ambasciata ateniese, le truppe di Filippo erano ancora a Fere, sembrava che ci fosse tempo sufficiente per occupare il passo.<ref name = Cawk104/>
Il 12 luglio arrivò ad Atene la notizia che Filippo "era alle porte"; gli Ateniesi seppero poi che non avevano speranze e, invece di dare ascolto alla sua precedente raccomandazione, l'assemblea approvò una mozione che confermava la pace di Filocrate.<ref name = Cawk104/> Demostene fu uno dei sostenitori di questo provvedimento: le sue argomentazioni, espresse nell'orazione ''Sulla pace'', si basano sul fatto che Atene non era pronta per una guerra contro tutti gli altri membri della lega guidata da Filippo; con ciò, consigliò ai suoi abitanti di rispettare le condizioni della pace, ma si oppose ad Eschine, che credeva nell'alleanza tra la Macedonia e Atene.
 
==Rottura della pace==
Sebbene Demostene fosse il principale artefice della pace di Filocrate, subito dopo la sua stipula egli ne fu già avversario.<ref name = Cawk118/> Nel luglio del [[346 a.C.]] era stato uno dei proponenti del salvataggio della Focide ma, a differenza del resto dell'assemblea ateniese, insistette sul fatto che gli Ateniesi dovessero soccorrere i Focesi anche dopo l'annuncio della presenza di Filippo alle Termopili.<ref name = Cawk105>{{cita|Cawkwell|p. 105}}.</ref>
Nei pochi anni successivi, Demostene divenne il capo del "partito della guerra" di Atene, cercando di compromettere la pace in ogni occasione: "Il suo metodo era semplice ed efficace: insistette su delle cose false fino a quando gli Ateniesi non le credettero."<ref name = Cawk118>{{cita|Cawkwell|p. 118}}.</ref> Demostene credeva che tutti i successi di Filippo fossero dovute alla corruzione sua e degli altri Greci, un'opinione che, sebbene poco documentata, divenne un luogo comune fino ai tempi moderni.<ref name = Cawk122>{{cita|Cawkwell|p. 122}}.</ref>
D'altro canto, c'era anche un'altra corrente politica ad Atene, guidata da Eschine, che credeva che la pace andasse mantenuta e sviluppata.<ref name = Cawk120>{{cita|Cawkwell|p. 120}}.</ref>
 
I processi politici dell'epoca per valutare i sentimenti di Atene; nel 345 a.C. Eschine perseguì un alleato di Demostene, Timarco, che fu debitamente condannato; nel [[343 a.C.]], però, Demostene perseguì Eschine, che fu assolto per pochi voti. Dal [[343 a.C.]], perciò, la maggioranza dell'assemblea ateniese favorì il mantenimento della pace, pur non apprezzandolo.<ref name = Cawk120/> Filocrate stesso, infatti, vedendo che la sua politica era generalmente impopolare, andò in esilio nel 343 a.C.<ref name = Cawk123>{{cita|Cawkwell|p. 123}}.</ref>
 
Tra il [[344 a.C.|344]] e [[342 a.C.]] Filippo tentò di rafforzare la pace, convertendola in una "pace comune", alla quale si sarebbero potuto unire tutti gli stati greci che lo avessero desiderato.<ref name = Cawk123*>{{cita|Cawkwell|pp. 123–126}}.</ref> Nel 344 a.C. Filippo inviò l'oratore Pitone ad Atene per essere difeso dagli attacchi dal partito della guerra e per proporre dei cambiamenti alla pace; in risposta, Demostene pronunciò uno dei suoi discorsi più importanti e ben riusciti, la [[II filippica]], che attaccava tutte le opere di Filippo.<ref name = Cawk123*/> Il suo alleato [[Egesippo (oratore)|Egesippo]] propose poi di modificare la pace, in modo che Filippo cedesse Amfipoli ad Atene; l'assemblea, spinta dal discorso di Demostene, approvò la mozione, lasciando senza parole l'ambasciatore macedone, visto che Filippo non avrebbe potuto - e voluto - concedere Amfipoli.<ref name = Cawk123*/> Un'ambasciata ateniese, mandata a Pella per discutere la proposta, ebbe un breve incontro con Filippo;<ref name = Cawk123*/> comunque, Filippo continuò a offrire una "pace comune" fino al [[342 a.C.]], quando gli Ateniesi respinsero nuovamente l'idea.<ref name = Cawk123*/>
 
Dal [[343 a.C.]] in poi, tentando di far cessare il trattato, Demostene e i suoi sostenitori si servirono di ogni spedizione o azione di Filippo per sostenere che stava violando la pace.<ref name = Cawk119>{{cita|Cawkwell|p. 119}}.</ref><ref name = Cawk133>{{cita|Cawkwell|p. 133}}.</ref> Per esempio nel 342 a.C., quando Filippo fece una campagna contro i [[Tesprozi|Cassopi]], dichiararono che Filippo stava marciando verso [[Ambracia]], e una spedizione ateniesi fu puntualmente inviata - ma in [[Acarnania]], e non ad Ambracia;<ref name = Cawk116/> sembra, comunque, che Filippo non si fosse mostrato intenzionato ad attaccare Ambracia, quindi la spedizione fu inutile.<ref name = Cawk116>{{cita|Cawkwell|p. 116}}.</ref>
Infine, nel [[341 a.C.]], le cose cominciarono a delinearsi: Atene mandò nuovi coloni nelle [[Cleruchia|cleruchie]] del Chersoneso sotto il comando di [[Diopite]], che cominciò a devastare il territorio di [[Cardia]], alleata di Filippo.<ref name = Cawk131>{{cita|Cawkwell|p. 131}}.</ref> Questi, perciò, scrisse agli Ateniesi, chiedendo loro di desistere, ma nel suo discorso ''[[Sul Chersoneso]]'', Demostene convinse gli Ateniesi che, poiché Atene era comunque in guerra con Filippo, non c'era bisogno di obbedirglio; perciò Diopite continuò a mettere in subbuglio la Tracia.<ref name = Cawk131/>
Poi, nella [[III filippica]] (maggio 341, circa), Demostene accusò Filippo di aver violato la pace intromettendosi negli affari dell'Eubea.<ref name = Cawk132>{{cita|Cawkwell|p. 132}}.</ref> Callia di Calcide emerse come potenziale alleato degli Ateniesi; mentre cercava di unificare sotto il suo dominio le città dell'Eubea, era stato disturbato da alcune di loro, in particolare [[Eritre]] e [[Oreo (Grecia)|Oreo]], che favorivano la Macedonia.<ref name = Cawk134*>{{cita|Cawkwell|p. 134-135}}.</ref> Nel giugno del [[341 a.C.]]
Atene e Calcide si allearono e attaccarono Eritre e Oreo, installandovi dei governi a loro convenienti; Callia iniziò quindi a molestare le città, spedendo delle navi nel [[golfo di Pagase]];.<ref name = Cawk134*/> Infine, nella [[IV filippica]], pronunciata alla fine del 341 a.C., Demostene sostenne che Atene doveva mandare un'ambasciata ai [[Impero achemenide|Persiani]], chiedendo loro finanziamenti per l'ormai prossima guerra colla Macedonia. L'ambasciata fu mandata, con gran disappunto di Filippo, ma fu seccamente respinta dai Persiani.<ref name = Cawk134*/>
 
Nel [[341 a.C.]] Demostene si recò a [[Bisanzio]], convincendola ad allearsi con Atene; lo statista ateniese provò un colpo simile ad [[Abydos (Ellesponto)|Abido]], innescando l'irascibilità di Filippo. Gli Ateniesi risposero alle rimostranze di Filippo denunciando il trattato di pace, azione che comportava la dichiarazione di guerra ufficiale.
Riga 72:
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==