Hugo Pratt: differenze tra le versioni

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Tre anni dopo Corto ritornò, questa volta sulle pagine della rivista per ragazzi [[Francia|francese]] ''Pif'', ove vennero pubblicate ventuno brevi storie di cui il malinconico marinaio è l'assoluto protagonista: la prima di queste storie si intitola ''Il Segreto di Tristan Bantam'' (tra i migliori racconti vanno ricordati anche "Per colpa di un gabbiano", "La laguna dei bei sogni", "Concerto in O minore per arpa e nitroglicerina", "L'ultimo colpo").
A metà degli anni '70 Hugo Pratt strinse grande amicizia con il giovane [[Lele Vianello]] che, assorbita la tecnica e lo stile del grande fumettista, diventò suo braccio destro collaborando graficamente alle sue opere.
Nel [[1974]] Pratt iniziò a disegnare "Corte Sconta detta Arcana", operando un primo notevole cambiamento stilistico, come sempre in direzione della semplificazione: ''"Vorrei arrivare a dire tutto con una linea"'', ripeteva - e da allora le storie di Corto ebbero sempre la forma di romanzi grafici più o meno lunghi. Alcuni di loro si affermarono presto come classici assoluti del fumetto (il già citato "Corte Sconta", "Favola di Venezia", "La Casa Dorata di Samarcanda"). La serie termina con "Mu", disegnato nel [[1988]] e pubblicato in volume nel [[1992]]; il.
Il "maestro di Malamocco" (come lo definì [[Oreste Del Buono]],) aveva però in mente un altro capitolo per la saga del marinaio con l'orecchino, e che sarebbe stata la continuazione de "La giovinezza", opera del [[1981]] nella quale si narrava una parte dell'adolescenza del nostro. La casuale scoperta di un pugno di strisce, tredici in tutto, con dialoghi solo abbozzati, avvenuta nel settembre del [[2005]] da parte della figlia di Pratt rovistando dentro una rivista, ne è la prova.
 
Attraverso le avventure del marinaio con l'orecchino, Pratt si affermò come uno dei più importanti autori di fumetti al mondo. Il suo immaginario così colto e popolare al contempo, la perenne ricerca di uno stile grafico essenziale ed espressivo (tenendo sempre a mente la lezione del maestro Milton Caniff e costeggiando, per certi versi, le soluzioni della "linea chiara" franco-belga), la consumata abilità narrativa lo rendono un punto di riferimento per chi voglia studiare le possibilità espressive della "letteratura disegnata" (orgogliosa definizione data dallo stesso Pratt, che comunque preferiva farsi chiamare "fumettaro").