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#[[Robert Graves]] ''stato un poeta, saggista e romanziere britannico'', ha scritto moltissimo in termini di poemi e romanzi. Non è un grecista, uno storico delle religioni, insomma non è un accademico o uno specialista della materia, ma "solo" un ''parecchio'' famoso appassionato della materia. Il taglio che lui dà alla sua opera, ''Greek Mythus'' del 1955, da te citata nella traduzione italiana, lo riscontri proprio al punto 1.1. di pagina 22 quando spiega che in quel periodo arcaico «la donna dominava l'uomo sua vittima sgomenta». Diciamo che quello che sostiene lì e in altri parti del suo libro non trovano alcun riscontro nelle tesi accademiche, rieccheggiando in modo enfatico, in quel punto, ad esempio, le ipotesi di [[Johann Jakob Bachofen]], queste riprese ma solo in parte e con tutt'altra struttura e levatura da [[Marija Gimbutas]]. Insomma un romanziere appassionato che non credo possa essere particolarmente utile strumento per queste voci.
# Il "mito pelasgico della creazione" è quindi un tema caro al nostro romanziere che il nostro supporta con le fonti prime di cui alla nota n.2, mentre il passo da te riassunto è supportato da Graves con le fonti prime di cui alla nota n.3. Ecco, però, che in nessun testo di rilievo, intendo accademico di settore, vedrai citata in bibliografia l'opera di Graves.
# Per quanto mi riguarda non gli
{{q|Il romanziere e saggista britannico [[Robert Graves]], nella sua opera ''Greek Mythus'' (1955), nel quadro della sua teoria inerente
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