Philosophiae Naturalis Principia Mathematica: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 10:
===Il ruolo di Newton ===
Newton aveva studiato queste teorie mentre si stava laureando. Durante questo periodo (1664-1666) scoprì il [[teorema binomiale]], getto le basi al [[calcolo infinitesimale]] ed effettuò i primi esperimenti sull'ottica. In più iniziò a studiare la dinamica. Nel corso dei seguenti anni, pubblicò i suoi esperimenti sulla luce e sulla teoria dei colori ma non le altre scoperte. Divenne socio della [[Royal
==Scrittura e pubblicazione ==
Questa era la situazione quando [[Edmund Halley]] sentì, durante una conversazione con [[Christopher Wren]] e Hooke, quest’ultimo affermare di sapere la legge che governava la caduta dei gravi , ma anche il moto dei pianeti. Wren era scettico e Halley decise di affrontare il problema. Sconfitto, chiese aiuto a Newton. Egli disse di aver risolto il problema ma di aver perso le carte. Comunque si offri di riscriverle. Halley acconsentì e, nel novembre 1684, ricevette un trattato di nove pagine dal denominato [[De motu corpum in in gyrum]]. In questa opera Newton derivava le tre leggi di Keplero presupponando una forza attrattiva che agisse proporzionalmente all’inverso del quadrato della distanza. Ha esteso la metodologia del dynamics aggiungendo la soluzione di un problema sul movimento di un corpo con un mezzo di resistenza. Halley riferì questi risultati alla royal socety. Newton inoltre comunicò i suoi risultati a Flamsteed, ma insistette per revisionare il manoscritto prima di pubblicarlo. Queste revisioni cruciali si sono concretizzate nell’anno e mezzo seguante, nei ''Principia''. La collaborazione del Flamsteed che gli assicurava i dati d’osservazione necessari sui pianeti gli fu molto utile durante questo periodo. Il testo del primo dei tre libri fu presentato alla [[Royal
==I contenuti ==
|