Marco Atilio Regolo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m deorphan
destubbato - mancano interlink
Riga 1:
{{stub bio}}
'''Marco Attilio Regolo''' o più correttamente, '''Marco Atilio Regolo''' '''''(Marcus Atilius Regulus)''''', fu un uomo di stato [[Repubblica romana|romano]] vissuto nel [[III secolo AC]].
La ''gens'' Atilia pone le sue origini (o quanto meno le commistioni) fra il popolo dei [[Volsci]], implacabili nemici di Roma degli inizi, e definitivamente conglobati nello stato romano dal [[345 AC]] dopo la spartizione delle sfere di influenza fra Roma e i [[Sanniti]]. (Ricordiamo che il primo Atilius a diventare console fu [[M. Atilius Regulus Calenus]] nel [[335 AC]], dieci anni dopo). Non è purtroppo noto dove esattamente Atilio Regolo sia nato ma l'onore è conteso fra la Provincia del[[l'Aquila]] ([[Balsorano]]), in [[Abruzzo]] e la provincia di [[Frosinone]] ([[Sora]]) nel [[Lazio]]. Unica certezza sta quindi nel eufonia del nome della città natale. Anche l'esatta data di nascita non è nota e si pone attorno al [[299 AC]]. <br>
Analizzando l'elenco dei [[Consoli repubblicani romani|consoli romani]] vedremo che la ''gens Atilia'' pose 16 volte dei consoli al servizio di Roma, di cui ben 12 nell'arco delle tre [[guerre puniche]].
 
{| align=center width=65% style="border: solid 2px; background-color: #ddffff; padding: 10px;"
Fu condottiero e [[console]] (per la prima volta nel [[267 AC]] e poi nel [[256 AC]]); comandò la flotta che vinse i [[Cartagine|Cartaginesi]] nella [[Battaglia di Capo Ecnomo]], durante la [[prima guerra punica]].
{| border=1 align=center
 
| width=25% bgcolor=#fffff0 align=left |
Dopo essere caduto prigioniero in [[Africa]] nel [[254 AC]], i cartaginesi lo inviarono a [[Roma]] per trattare lo scambio di prigionieri; egli, però, colse l'occasione per convincere i suoi cittadini a continuare la guerra. Fedele alla parola data, ritornò a Cartagine dove fu sottoposto alla tortura dell'[[abbacinamento]] e poi giustiziato facendolo rotolare per un pendio al'interno di una botte foderata di chiodi.
:'''[[335 AC]]''' M. '''Atilius''' Regulus Calenus, Marcus Valerius Corvus IV<br>
:'''[[294 AC]]''' L. Postumius L.f. Megellus II (revocatus), M. '''Atilius''' M.f. Regulus<br>
::::[[264 AC]] - Inizio della [[Prima guerra punica]] <br>
:'''[[267 AC]]''' '''Marcus Atilius Regulus''', L. Iulius L.f. Libo<br>
:'''[[258 AC]]''' Aulus '''Atilius''' A.f. Calatinus, C. Sulpicius Q.f. Paterculus<br>
:'''[[257 AC]]''' C. '''Atilius''' M.f. Regulus, Cn. Cornelius P.f. Blasio II<br>
:'''[[256 AC]]''' Lucius Manlius A.f. Vulso Longus, Q. Caedicius Q.f. ''Suff.'' '''Marcus Atilius Regulus II'''<br>
:'''[[254 AC]]''' Gnaeus Cornelius Scipio Asina II, Aulus '''Atilius''' A.f. Calatinus II<br>
:'''[[250 AC]]''' C. '''Atilius''' M.f. Regulus II, L. Manlius A.f. Vulso II<br>
::::[[241 AC]] – Fine della Prima Guerra punica <br>
:'''[[245 AC]]''' M. Fabius M.f. Buteo, C. '''Atilius''' A.f. Bulbus<br>
:'''[[235 AC]]''' T. Manlius T.f. Torquatus I, C. '''Atilius''' A.f. Bulbus II<br>
:'''[[227 AC]]''' Publius Valerius L.f. Flaccus, M. '''Atilius''' M.f. Regulus<br>
:'''[[225 AC]]''' Lucius Aemilius Q.f. Papirius or Pappus, C. (Gaius) '''Atilius''' M.f. Regulus<br>
::::[[218 AC]] – Inizio della [[Seconda guerra punica]] <br>
:'''[[217 AC]]''' C. Servilius P.f. Geminus, C. Flaminius C.f. II, ''Suff.'': Marcus '''Atilius''' M.f. Regulus II<br>
::::[[241 AC]] – Fine della Seconda Guerra punica <br>
:'''[[170 AC]]''' A. Hostilius L.f. Mancinus, A. '''Atilius''' C.f. Serranus<br>
::::[[149 AC]] – [[147 AC]] - [[Terza guerra punica]] <br>
:'''[[136 AC]]''' L. Furius Philus, Sextus '''Atilius''' Serranus<br>
:'''[[106 AC]]''' Q. Servilius Caepio, C. '''Atilius''' Serranus<br>
 
|}
|}
 
==Console==
Le prime notizie vedono Marco Atilio Regolo eletto [[Console (storia romana)|console]] nel [[267 AC]] e, con il collega [[Lucio Giunio Libone]], alla testa delle [[Legione romana|legioni]] che combattevano contro i [[Salentini]], le città greche della [[Puglia]] e della [[Lucania]] dopo la sconfitta di [[Pirro]] re dell'[[Epiro]], a [[Benevento]] [[275 AC]] e la successiva caduta di [[Taranto]] [[272 AC]]. <br> I due consoli conquistarono buona parte della Puglia e in particolare [[Brindisi]]. Questo porto dava a Roma il controllo dell'imbocco del [[Mare Adriatico]] ed era posto nel punto più vicino alle coste della [[Grecia]], prossimo obbiettivo delle mire espansionistiche di una Roma che già stava dilagando verso la [[Pianura Padana]] e l'[[Illiria.]].
 
La seconda nomina a console per Atilio Regolo avviene nel [[256 AC]]. Siamo nel pieno della Prima guerra punica. Roma sta passando il confine fra potenza terrestre locale a potenza guida, anche marittima dell'intero [[Mare Mediterraneo]]. Ha praticamente unificato l'Italia peninsulare sotto di sé, e si è già volta oltre l'[[Appennino]] e oltre i limiti delle coste.
 
==Guerra punica==
Quando Atilio Regolo viene eletto console per la seconda volta Roma è in guerra con [[Cartagine]] già da otto anni; in Sicilia Roma, con Valeio Messalla aveva conquistato [[Messina]], aveva vinto a portato dalla sua parte [[Gerone II]], tiranno di [[Siracusa]], aveva assediato ed espugnato [[Agrigento]] dove a stento si era salvata la guarnigione cartaginese, aveva subito una sconfitta navale alle isole [[Lipari]] dovuta soprattutto all'imperizia di [[Gneo Cornelio Scipione Asina]] e riportato una successiva vittoria di [[Gaio Duilio]] nelle acque di [[Milazzo]], aveva, infine, sbarcato teste di ponte in [[Sardegna]] e [[Corsica]] le cui coste erano sotto il controllo punico.
La isole maggiori sembravano saldamente sotto controllo e il [[Senato]] decise di portare la guerra sulle coste dell'[[Africa]] invadendo le colonie cartaginesi. <br>
Fu costruita una grande flotta (si parla di 230 navi con 97.000 uomini fra soldati e marinai) sia per il trasporto delle truppe e dei rifornimenti sia per la protezione dei convogli. Cartagine cercò di fermare questa operazione con una flotta altrettanto potente ( 250 navi con 15.000 marinai). Le due flotte si scontrarono a [[Battaglia di Capo Ecnomo|Capo Ecnomo]], per [[Polibio]] la più grande battaglia navale dell'antichità.
 
==Vittoria e sconrfitta==
La vittoria permise alle legioni di Atilio Regolo di sbarcare a [[Clupea]]senza grosse difficoltà. Iniziarono i saccheggi del territorio per costringere l'esercito cartaginese ad entrare in azione. Quando i cartaginesi vennero allo scontro Atilio Regolo inflisse loro una secca sconfitta ad [[Battaglia di Adys|Adys]] e occupò [[Tunisi]]. Gli ordini di Roma furono di far rientrare in patria parte dell'esercito e delle navi. Della cosa si incaricò l'altro console, [[Lucio Manlio Vulsone Longo]]. <br>
Cartagine, mentre intavolava trattative di pace, affidò la riorganizzazione dell'esercito a uno stratego spartano di provata abilità, Santippo. Atilio Regolo voleva giungere alla conclusione prima che da Roma giungesse l'altro collega e prima che il partito contrario alla guerra prendesse il sopravvento a causa dgli enormi costi economici ed umani che già si dovevamno sostenere. Regolo commise però l'errore di sottovalutare le forze dei Cartaginesi e impose delle condizioni di pace troppo pesanti, soprattutto chiese una resa senza condizioni. Cartagine riprese le ostilità con un esercito riorganizzato e comandato da un vero generale contro un piccola parte dell'esercito di Roma.
Regolo fu pesantemente sconfitto presso [[Battaglia di Tunisi|Tunisi]] e fatto prigioniero. Si salvarono circa 200 uomini che ripararono a Clupea e furono raccolti da una grossa flotta che era stata inviata da Roma per chiudere definitivamente le ostilità. La flotta dovette invece immediatamente rientrare in Sicilia ma venne quasi del tutto distrutta da una furiosa tempesta.
 
La guerra continuò in Sicilia e in mare per altri 13 anni. Altre battaglie, soprattutto navali furono combattute. Altre distruzioni e altre migliaia di morti. Le forze economiche e umane sia di Roma che di Cartagine erano giunte al livello più basso possibile e furono nuovamente intavolate trattative di pace.
 
==La leggenda==
A questo punto si inserisce la tradizione e nasce la leggenda di Marco Atilio Regolo, cantata da [[Quinto Orazio Flacco|Horatius Flaccus]] nelle Odi (III,5).
Narra la tradizione che Cartagine abbia inviato l'illustre prigioniero a Roma perché convincesse i concittadini a chiedere la pace. L'intesa era che, se questi non avessero accettato, egli sarebbe ritornato a Cartagine. Ma Regolo, in quegli anni di prigionia aveva potuto agevolmente controllare le terribili condizioni economiche in cui giaceva la città nemica e probabilmente le convulsioni politiche che sempre hanno contrassegnato Cartagine e ne hanno infine decretato la sorte. Anziché perorare la causa della pace rivelò ai concittadini la condizione economico-politica dei nemici esortando Roma a procedere con un ultimo sforzo. Secondo Regolo, Cartagine non poteva reggere alla pressione bellica e sarebbe stata sconfitta.
Non si conosce l'anno in cui questa missione avrebbe avuto luogo e questo è un dato che fa riflettere sul suo reale accadimento. É possibile che Roma avesse bisogno di una figura carismatica ed eroica (ricordiamo [[Furio Camillo]], [[Orazio Coclite]], [[Muzio Scevola]], [[Decio Mure]] e tanti eroi della leggenda romana), con la quale spingere la cittadinanza ad aumentare il già enorme sforzo bellico.
Possiamo però ipotizzare l'anno [[246 AC]] in quanto l'anno successivo la guerra riprese slancio con l'intervento cartaginese in Sicilia guidato da [[Amilcare Barca]], padre di [[Annibale]] e Roma creò colonie su tutti i territori potenzialmente soggetti a sbarchi cartaginesi o con forte presenza di greci, da poco sottomessi e non ancora integrati.
 
Pare che l'episodio delle torure subite da Regolo, il taglio delle palpebre e l'ancor più famoso rotolamento da una collina dentro la botte irta di chiodi siano, appunto frutto della propaganda bellica romana e ricordiamo che [[Lucio Anneo Seneca]] parla di crocifissione. Sta di fatto che con questa fama Marco Atilio Regolo, da figura storica tutto sommato insipida, passa alla fulgida e forse immeritata leggenda di eroe salvatore della patria, esempio di retta fermezza morale e virtù civiche, epitome di onestà nella parola data, fino alle estreme conseguenze.
 
La Prima guerra punica terminerà nel [[242 AC]]
 
[[Categoria: Consoli romani]]
[[Categoria: CondottieriBiografie]]
[[Categoria:Condottieri]]
[[categoria:Personaggi della storia romana]]
[[categoria:Roma antica]]