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Ma l'ipocrisia tutta italiana a riguardo ebbe un'eccezione significativa nel biennio 1919-20 durante l'[[impresa di Fiume]] sotto il comando del poeta-guerriero [[Gabriele d'Annunzio]]. A darcene testimonianza diretta è lo scrittore bisessuale [[Giovanni Comisso]], che vi partecipò appena ventiquattrenne: trasgressione della norma, pratica di massa del ribellismo, libertà sessuale, omosessualità, uso di droghe, originalità degli atteggiamenti, erano le principali caratteristiche di questa controsocietà<ref>Omosessuali di destra, pag 106</ref>.
Comisso fa parte del gruppo di [[Guido Keller]], un [[dandy]] che creò la compagnia "[[La Disperata]]" destinata a far da guardia del corpo personale di D'Annunzio; i componenti "erano tutti bellissimi, fierissimi... facevano esercizi di nuoto e voga, cantavano e marciavano per le strade a torso nudo e calzoncini corti"<ref>G. Comisso ''Le mie stagioni'', I Meridiani Mondadori 2002, pag.1133-34</ref> Poi lo scrittore continua parlando del pittore tedesco-statunitense omosessuale [[Henry Furst]] e di [[Léon Kochnitzky]] a cui pare non piacessero molto le gambe delle donne<ref>Omosessuali di destra, pag 106</ref>. Altri racconti sull'atmosfera promiscua in cui vivevano questi giovani maschi ci vengono da "Il porto dell'amore", romanzo autobiografico del 1924.
Con l'occupazione legionaria la città istriana di [[Fiume]] costituisce un esperimento di trasgressione, soprattutto nell'ambito sessuale. Il futurista [[Mario Carli]] nel suo libro "Trillirì" (1922) dice senza mezzi termini che spingere molti volontari a Fiume sarebbero state proprio le lusinghe sessuali, da qui la presenza della più ampia varietà di persone , "dal colonnello in cerca di donne al pederasta in cerca di ragazzi".
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