Letteratura gay: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Atarubot (discussione | contributi)
template citazione; rinomina/fix nomi parametri; converto template cite xxx -> cita xxx; fix formato data
m ortografia
Riga 64:
Tutte le trame di questi libri narrano le vicende di giovani che giungono a scoprire la propria omosessualità durante la transizione alla vita adulta<ref>{{Cita libro|cognome=Austen |nome=Roger |titolo=Playing the Game: The Homosexual Novel in America |città=New York |editore=Bobbs-Merrill Company, Inc.|anno=1977|p=119}}</ref>. Il romanzo di Vidal è significativo per il fatto che è riconosciuto quale prima opera letteraria del [[dopoguerra]] in cui il protagonista è da subito chiaramente ed apertamente gay ed oltretutto non muore (questo nella prima versione) alla fine per aver sfidato le [[norme sociali]] vigenti.
 
''La statua di sale'' (''The City and the Pillar'') è stato anche riconosciuto esser stato uno dei romanzi gay (e di guerra) più influenti nel proseguioprosieguo della narrativa di questo genere, essendo uno dei pochissimi libri a trattare direttamente l'omosessualità maschile anche in ambito militare<ref name="Stryker 17-103">{{Cita libro|cognome=Stryker |titolo=Queer Pulp |anno=2001 |pp=17, 103}}</ref><ref name="Bronski 343">{{Cita libro|cognome=Bronksi |nome=Michael |titolo=Pulp Friction: Uncovering the Golden Age of Gay Male Pulps |città=New York |editore=St. Martin's Griffin |anno=2003 |p=343}}</ref>, oltre che il più noto tra gli ani '40 e '50<ref>{{Cita libro|curatore=Drewey Wayne Gunn |titolo=The Golden Age of Gay Fiction |città=Albion, New York |editore=MLR Press |anno=2003 |p=3 (Ian Young)}}</ref>: ha creato un tale scandalo pubblico da aumentarne ancor più la notorietà e critica nel corso degli anni, non solo perché l'omosessualità era considerata comunemente immorale, ma soprattutto perché stata la prima opera di un autore americano a dipingere l'attrazione omoerotica del protagonista come da lui stesso palesemente accettata e raffigurata essere come un comportamento perfettamente naturale<ref name="Bronski 343"/>.
 
''[[Addio a Berlino]]'' (1939) di [[Christopher Isherwood]],