Trappeto (frantoio): differenze tra le versioni
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== Caratteristiche ==
La loro costruzione avvenne
Oltre il basso costo di costruzione di un trappeto, il motivo che spinse a lavorare in un opificio sotterraneo era quello di ottimizzare la conservazione del prodotto in un ambiente dalla temperatura constante: la temperatura doveva infatti superare quella della solidificazione dell'olio, ossia i 6 °C.
Posto circa tra i 2 e i 5 metri sotto al livello stradale, si accedeva al trappeto mediante una scala (spesso coperta con una [[volta a botte]]<ref>Come ad esempio il trappeto ipogeo di [[Giuggianello]], {{cita web|url=http://europaconcorsi.com/projects/110366-Giovanni-Negro-archiLAB-studio--Progetto-di-restauro-e-rifunzionalizzazione-del-Trappeto-Ipogeo-di-Giuggianello-/print|titolo=Progetto di restauro e rifunzionalizzazione del Trappeto Ipogeo di Giuggianello |editore=Europaconcorsi |accesso=4 novembre 2014}}</ref>) che immetteva, generalmente, in un grande vano dove si trovava la vasca per la molitura con la sua grossa [[pietra molare]] posta in verticale, di calcare duro. Adiacente al grande vano erano allestiti i [[Torchio oleario|torchi]] di legno alla "calabrese" (con due viti) e alla "genovese" (ad una vite) e diverse vasche scavate nella roccia. Altri vani erano destinati a stalla, a cucina e a dormitorio degli operai. Privo di luce diretta<ref name="Monte">{{cita web|url=http://centrostudiagronomi.blogspot.fr/2009/12/lolio-doro-nelle-viscere-della-terra-di.html|titolo=Antonio Monte del CNR di Lecce: i frantoi ipogei|editore=Centro studi di agronomi|accesso=4 novembre 2014}}</ref>, il trappeto veniva illuminato da varie lucerne: l'unica fonte di luce e di ricambio dell'aria proveniva da uno o due fori praticati al centro della volta del vano principale<ref name="Monte"/>.
A partire del XIX secolo, vengono gradualmente sostituiti da frantoi semi-ipogei ed infine in elevato.
== Galleria fotografica ==
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