Fausto Coppi: differenze tra le versioni
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Il [[1949|'49]] è l'anno della definitiva consacrazione internazionale. Fausto vince ancora una volta la Sanremo e il Lombardia, e al Giro firma quella che resterà la sua impresa più celebre, con 192 chilometri di fuga nella tappa [[Cuneo]]-[[Pinerolo]]; il giornalista [[Mario Ferretti]] apre la sua radiocronaca con una frase entrata nella storia del ciclismo: "Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi". Conquistato il terzo Giro, affronta il suo primo [[Tour de France]]: nessun corridore è mai riuscito a centrare la doppietta Giro-Tour nello stesso anno. Fausto parte molto male, perdendo più di mezz'ora nelle prime tappe. Poi come d'incanto risorge, dominando le due lunghissime [[Cronometro (ciclismo)|cronometro]] e staccando tutti alla sua maniera nella tappa [[Briançon]]-[[Aosta]]. È il trionfo definitivo, e in [[Francia]] nasce il mito di "''Fostò''". Al Mondiale di [[Copenaghen]], su un tracciato adatto a velocisti puri, si piazza terzo dopo il principe delle volate [[Rik van Steenbergen|Van Steembergen]] e lo svizzero [[Ferdi Kubler|Kübler]].
Il [[1950]] inizia in maniera sfolgorante, con i successi alla [[Parigi-Roubaix]] e alla [[Freccia Vallone]]. Ma la sfortuna colpisce Coppi forse nel momento migliore della carriera: alla nona tappa del Giro, la Vicenza-Bolzano, un corridore che gli è davanti sbanda e Fausto cade; all'ospedale di [[Trento]] la diagnosi è senza appello:
Il destino si accanisce poi nel [[1951]] con la scomparsa del fratello Serse, tragedia che segna Fausto nel profondo. Dopo un discreto Giro, terminato con due vittorie di tappa, partecipa al Tour con la morte nel cuore. Nella tappa di [[Montpellier]] attraversa una crisi spaventosa, da cui riesce a risollevarsi solo grazie all'aiuto dei fedeli compagni di squadra. Si riprende nel finale del Tour, dimostrando a tutti di essere ancora lui e conquistando la tappa alpina da [[Gap]] a [[Briançon]].
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