Secondo Virgilio, durante la guerra fra troiani e italici [[Enea]] decapitò il giovane nemico [[Tarquito]] facendone poi rotolare testa e busto nella foce del Tevere.<ref>Virgilio, ''Eneide'', X.</ref>
=== Porti e trasporti sul Tevere ===
[[File:PortoDiRipettaByRoeslerFranz.jpg|thumb|Il porto di Ripetta verso il 1880 ([[Ettore Roesler Franz]])]]
[[File:Trastevere - porto Leonino 1230796.JPG|thumb|Il porto Leonino oggi]]
[[File:040227 03 tevere PortaPortese.jpg|thumb|Resti dell'emporio romano a [[Testaccio]]]]
Progredendo l'interramento del fiume, le navi non poterono più arrivare come in epoca classica fino all'emporio (sotto l'attuale rione di [[Testaccio]]), ma merci e passeggeri continuavano a giungere a Roma via fiume, col metodo dell'alaggio, cioè su chiatte o barconi che venivano rimorchiati dalla riva: la forza motrice per risalire il Tevere, che nei periodi di magra non offriva più di due metri e mezzo di pescaggio, era generalmente costituita da buoi ma anche, al bisogno, da uomini. Il sistema era ancora in uso a metà dell'Ottocento, quando i buoi vennero sostituiti da rimorchiatori a vapore, che trascinavano tre o quattro chiatte, come avveniva sulla [[Senna]] fino a non molti anni fa.
Il porto dell'Emporio era stato abbandonato già in epoca medioevale, e il nuovo attracco si consolidò sulla riva destra (che era detta "Ripa Romea": era in effetti molto più comodo, per i pellegrini, sbarcare sulla riva dove era posto il Vaticano). Questo approdo era detto, per antonomasia, Ripa. Modificando il percorso delle mura a porta Portese, il porto venne ricostruito nel 1642 un po' più a monte, all'interno della cinta daziaria, in corrispondenza dell'[[Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande|ospizio di San Michele]], e divenne il [[Porto di Ripa Grande e arsenale pontificio|porto di Ripa Grande]], dedicato a merci e uomini in arrivo da [[Ostia (città antica)|Ostia]].
Sulla riva sinistra, a monte di [[Castel Sant'Angelo]], venne costruito nel [[1704]] il [[porto di Ripetta]], dedicato soprattutto al traffico con il retroterra umbro.
Ebbe sede qui l'[[idrometro]] storico del Tevere, installato nel [[1821]], e che aveva come zero idrometrico il settimo gradino della scalinata del porto stesso.
Più a valle sulla riva destra, poco più giù di [[porta Santo Spirito]] c'era un altro porto. Era detto "porto dei travertini" perché era stato utilizzato per i marmi destinati alla costruzione della [[basilica di San Pietro]]. Fu poi fatto ricostruire all'inizio dell'Ottocento (1827) da [[Leone XII]], come porto di servizio della città Leonina e da lui prese il nome. Il porto fu dotato in quell'occasione anche di una fontana che utilizzava il condotto dell'acqua [[Giovanni Maria Lancisi|lancisiana]] che era stato riattivato sotto [[Pio VII]]; il mascherone che l'adornava è quello che arricchisce oggi la fontana fuori dal [[giardino degli Aranci]]. Un secolo dopo, la costruzione dei muraglioni e l'abbandono del trasporto fluviale lo obliterarono completamente. Ne rimane la traccia nella doppia scala che scende alla banchina da piazza della Rovere, e nella lapide a memoria dei lavori, che è stata conservata.
[[File:Battelli sul Tevere - 01 imbarco.JPG|thumb|Imbarco dei battelli turistici a ponte Garibaldi (di fronte, l'[[isola Tiberina]])]]
Sul Tevere navigavano imbarcazioni di tutti i tipi (anche a vela: per discendere il fiume da [[Orte]] ci volevano tre giorni). Oltre alle chiatte trainate da rimorchiatori, alle barchette dei pescatori, c'erano anche piccole barche per trasbordare le persone da una riva all'altra: non si dimentichi che fino alla caduta dello [[Stato Pontificio]] i ponti cittadini sul Tevere erano soltanto 4: [[Ponte Milvio|ponte Mollo]], il [[Ponte Sant'Angelo|ponte di Castello]], [[ponte Sisto]] e i due ponti attraverso l'[[isola Tiberina]] - [[ponte Cestio]] e il [[ponte dei Quattro Capi]].
Per via fluviale, circumnavigando l'Italia dal [[lago Maggiore]] al [[Ticino (fiume)|Ticino]], al [[Po]], all'[[Adriatico]] e infine risalendo il Tevere fino ai piedi della basilica con un viaggio di quattro anni, arrivarono dalle cave di [[Baveno]] e [[Montorfano]] le 150 colonne monolitiche di marmo bianco del nuovo portico della [[basilica di San Paolo fuori le mura]].
L'ultimo grande trasporto via fiume, su una chiatta di cemento appositamente costruita, fu quello effettuato nel [[1929]], dei marmi provenienti dalle [[Alpi Apuane]] e destinati all'obelisco del [[Foro Italico (Roma)|Foro Italico]], fin dove risalirono, appunto, via fiume<ref>Immagini di questo "trasporto eccezionale" sono reperibili nel sito dell'[[Istituto Luce]].</ref>.
Lo sviluppo del trasporto stradale e ferroviario, la costruzione nel tempo di ben 23 [[diga|dighe di sbarramento]] lungo l'intero bacino e il progressivo interramento del basso corso del fiume hanno completamente annullato questo utilizzo (durato fin verso la metà dell'Ottocento), e ormai la navigazione fluviale si limita a fini sportivi ([[canottaggio]]) e turistici, con battelli che dalla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] percorrono tratti del corso romano del fiume.
<br />A causa delle soglie costruite all'altezza dell'[[isola Tiberina]] per regolare e armonizzare il flusso del fiume, la navigazione sul fiume è divisa in due tratte, una verso monte, dall'isola a ponte Risorgimento, l'altra verso il mare, da ponte Marconi a Ostia Antica.
Va tenuto presente, quando si riflette sull'uso del Tevere, che attualmente sono 36, i soggetti pubblici che hanno titolo ad intervenire sul Tevere: il numero rende evidenti, da solo, le difficoltà che presenta ogni nuovo progetto d'uso o di intervento.
=== Le "mole" ===
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