Fausto Coppi: differenze tra le versioni

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Il destino si accanisce poi nel [[1951]] con la scomparsa del fratello Serse, tragedia che segna Fausto nel profondo. Dopo un discreto Giro, terminato con due vittorie di tappa, partecipa al Tour con la morte nel cuore. Nella tappa di [[Montpellier]] attraversa una crisi spaventosa, da cui riesce a risollevarsi solo grazie all'aiuto dei fedeli compagni di squadra. Si riprende nel finale del Tour, dimostrando a tutti di essere ancora lui e conquistando la tappa alpina da [[Gap]] a [[Briançon]].
 
Nel [[1952|'52]], lasciata la cattiva sorte alle spalle e nel pieno della sua maturità agonostica, Fausto mette il sigillo su un'altra fenomenale annata, riuscendo a ripetere la doppietta del '49: vince tre tappe e classifica finale al Giro d'Italia, e addirittura quattrocinque tappe al Tour (fra le quali il primo arrivo all'[[Alpe d'Huez]] nella storia della ''Grande Boucle''), portando nuovamente la mitica [[maglia gialla]] sino a [[Parigi]].
 
Il [[1953]] è l'anno della quinta vittoria al Giro (sulle rampe dello [[Passo dello Stelvio|Stelvio]] stacca [[Hugo Koblet]], ultima leggendaria impresa del ''Campionissimo'' alla Corsa Rosa) ma è soprattutto l'anno del trionfo al [[Campionato del mondo di ciclismo su strada|Campionato del Mondo]]: sul difficile circuito di [[Lugano]] Coppi fa letteralmente il vuoto; il belga Germain Derijcke tenta di rimanergli a ruota, ma a 30 km dall'arrivo ''l'Airone'' di Castellania prende il volo e giunge sul traguardo con 6 minuti di vantaggio. La vittoria di Lugano segna il punto più alto della sua carriera, ma è anche l'inizio della parabola discendente.