Assedio di Capua (211 a.C.): differenze tra le versioni

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===Anno 213 a.C.===
Giunto l'inverno del 213/212 a.C., Annibale trasferì il suo esercito a Capua dove rimase fino alla primavera; i suoi uomini ebbero finalmente la possibilità, dopo tre anni di continui combattimenti ed estenuanti avanzate, di riposare godendo dalla calorosa accoglienza della popolazione locale.<ref name="SL178">{{cita|Lancel 2002|p. 178}}.</ref> La tradizione storiografica romana, in particolare Tito Livio, ha enfatizzato l'importanza di questi cosiddetti "ozi di Capua" che avrebbero compromesso la solidità e la combattività dell'esercito annibalico, fiaccato dalle libagioni e dai piaceri del soggiorno nella città campana.<ref name="SL178"/> Questa interpretazione tradizionale perlatro non trova riscontro in Polibio ed è stata fortemente messa in dubbio dalla storiografia moderna che la ritiene tendenziosa e sostanzialmente errata; in particolare si è evidenziato come anche dopo l'inverno di riposo a Capua, Annibale e il suo esercito dimostrarono la loro superiorità e furono in grado per altri dieci anni di rimanere in campo in Italia senza subire reali sconfitte e senza che gli eserciti romani riuscissero a cacciarli dalla penisola.<ref name="SL178"/>
 
Annibale in pratica non riuscì a conquistare definitivamente nessun territorio italico e, per contro, cominciò a trovare difficoltà ad ottenere aiuti. La situazione strategica inoltre nel 212 a.C. divenne più difficile per il cartaginese; mentre egli era accampato a Salapia, sei legioni romane furono concentrate, al comando dei consoli Appio Claudio Pulcro e Quinto Fulvio Flacco, intorno a [[Capua (città antica)|Capua]] che si trovò praticamente assediata e con gravi carenze di approvvigionamento.<ref>{{cita|Periochae|25.7}}; {{cita|Granzotto 1991|pp. 222-223}}.</ref>
 
==Assedio==