Professione: differenze tra le versioni

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Il '''professionista''' è colui il quale svolge una professione. Come accennato sopra esiste una certa sovrapposizione di significati relativi a questo termine. In particolare "libero professionista" e "professionista" possono a volte essere la medesima cosa, altre no. Di seguito una sintetica descrizione dei vari significati a seconda del contesto.
 
Il [[libero professionista]] è un [[lavoratore autonomo]] che svolge un'attività di tipo intellettuale. Può essere un'attività che rientra tra quelle "protette" (ovvero per cui sia obbligatoria l'iscrizione ad un albo) oppure no. Mentre nel passato si tendeva a utilizzare il termine libero professionista solo per coloro i quali svolgono le "antiche" attività liberali (ovvero quelle regolamentate mediante gli ordini), attualmente il significato anche normativo include tutti i professionisti di tipo intellettuale. Un altro motivo di confusione nasce dal fatto che molte professioni ordinistiche possono essere svolte anche in qualità di [[Lavoratore subordinato|lavoratori dipendenti]] (geometri, periti, ragionieri, medici, ingegneri, farmacisti, giornalisti, veterinari, architetti, ecc.): in questi casi non si usa la dizione "libero professionista" (che è un lavoratore autonomo dotato di partita iva) ma "professionista" (dipendente) intendendo che è regolarmente iscritto all'albo professionale (quando ciò sia ovviamente obbligatorio per svolgere una certa mansione o attività).
 
Per il fisco italiano gli esercenti "arti e professioni" sono persone fisiche che hanno reddito da lavoro autonomo a differenza di coloro i quali hanno reddito da impresa (commercianti, artigiani, agricoltori). La distinzione originaria è il tipo di attività lavorativa: intellettuale o manuale. Pertanto, un musicista, un istruttore di guida, un notaio e una wedding planner sono tutti (liberi) professionisti; un pizzaiolo, un idraulico, un falegname, un negoziante, un vignaiolo e un allevatore di capre sono invece piccoli imprenditori. La differenza contabile più rilevante tra lavoratori autonomi e piccoli imprenditori è che i primi hanno ritenuta d'acconto e non sono iscritti alla camera di commercio. Il problema è che fuori da un contesto rigorosamente fiscale-civilistico la terminologia utilizzata tende a confondere e si parla, genericamente, di (libero) professionista intendendo una persona che non è un lavoratore dipendente o assimilabile. Spesso la distinzione può essere tecnicamente eseguita in maniera corretta solo valutando il reddito da lavoro prevalente nonché gli aspetti previdenziali del soggetto: il socio operativo di una società di persone è un imprenditore; il consulente che detiene diverse quote di società di capitali e il suo reddito è generato dal suo apporto come amministratore è un (libero) professionista.
 
Esiste un'altra accezione (più di diritto commerciale che di tipo fiscale) di (libero) professionista cioè come "titolare di partita iva" ovvero la cui attività rientra in quella imprenditoriale o professionale. Questa categoria si contrappone a "privato" ovvero all'infuori di un'attività economica che produce reddito. Questo significato è corretto se lo si intende nel senso del diritto comunitario per cui ''professional'' (tradotto "in professionale", ad esempio in passaggi come "ad uso professionale") s'intende esattamente quanto esposto.