Favor debitoris (principio generale): differenze tra le versioni

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==Normativa attuale==
Dalla Relazione al [[Codice civile]] del [[1942]] emerge chiaramente l'idea secondo cui il rapporto fra debitori e creditori deve essere un rapporto paritario, sostanzialmente neutro nei confronti sia degli uni che degli altri.<br/>Tendenzialmente, il Codice civile non dà rilievo particolare alla situazione economica e sociale del debitore del creditore (salvo ipotesi eccezionali), e ripudia il principio del ''favor debitoris'', collocandolo alla stregua di un "antico pregiudizio", dando invece spazio alle regole [[Macroeconomia|macroeconomiche]] di [[politica monetaria]] e fiscale.<br/>La giurisprudenza, addirittura capovolgendo l'impianto ottocentesco, individua nella prassi i ''creditori deboli'' nei confronti dei ''debitori forti'' (quelli che beneficiano del fenomeno [[Inflazione|inflativo]] e svalutativo, delle clausole protettive dell'erosione del potere di acquisto della moneta, nonché della distribuzione di alcuni oneri sociali su tutta la collettività) ed individua alcune norme che ancora darebbero rilievo al principio del ''favor debitoris''.
 
==Le argomentazioni==