Smalltalk è stato creato come un linguaggio per sostenere ''un nuovo mondo'' di programmazione, ovvero come ''la simbiosi dell'umano con il calcolatore'', come chiaramente espresso in questo passaggio:
<blockquote>[''...] Chiunque vorrebbe poter programmare utilizzando un dispositivo alla stregua di un libro/foglio per gli appunti in un modo non certo possibile su di un sistema di terminali collegati ad un grosso sistema di calcolo; milioni di potenziali utenti avrebbero il desiderio che l'interfaccia utente potesse trasformarsi in un ambiente autoapprendente, seguendo le linee educative ideate da [[Maria Montessori|Montessori]] e da [[Jerome Bruner|Bruner]]; per le grosse attività di programmazione, la riduzione della complessità, l'utente finale vorrebbe che i dati e le relative strutture di controllo, fossero letteralmente eliminate, in favore di uno schema più simile a quello biologico ove tutte le cellule sono tra di loro separate, con l'unica possibilità di interagire tra di loro solo tramite messaggi, in modo da imitare qualsiasi comportamento richiesto.<BR>Le prime versioni di Smalltalk volevano essere la prima risposta completa a questo nuovo paradigma, legato anche alle caratteristiche dell'hardware, dei linguaggi e delle interfacce utente in quel momento disponibili. È diventato un primo esemplare del nuovo modo di programmare, in parte perché stavamo provando per una variazione nel nuovo paradigma di [[Thomas Kuhn|Kuhn]] sulle strutture-a, in quello stesso spirito di chi ha inventato la stampa e quindi generando una posizione di estremismo che quasi ha forzato questo nuovo stile. ''[http://gagne.homedns.org/~tgagne/contrib/EarlyHistoryST.html]
</blockquote>
Tuttavia, questa mediazione ha avuto un costo sulle caratteristiche dei linguaggi stessi, che non raggiungono certamente le caratteristiche di eleganza, semplicità ed efficienza di Smalltalk di cui hanno, più o meno, saccheggiato i concetti innovativi.
Questa difficoltà di passaggio da un paradigma all'altro (peraltro ben nota: si pensi, come esempio estremo, al passaggio dai numeri romani a quelli arabi!), unitamente al fenomenale sviluppo delle applicazioni Web (alle quali Smalltalk non era particolarmente orientato) ha fatto ritenere a molti che Smalltalk fosse un linguaggio morto.
Nella realtà, non è così: la comunità degli utenti Smalltalk è certamente ridotta ma molto attiva e continua a sviluppare applicazioni innovative sfruttando al meglio le caratteristiche di Smalltalk.
Si guardino, ad esempio, glii ambienti[[framework diper sviluppoapplicazioni Webweb]] Seaside [http://www.seaside.st], AIDA [http://www.aidaweb.si] o applicazioni futuristiche come Scratch [http://www.scratch.mit.edu], Sophie [http://opensophie.org/] o Cobalt [http://www.opencobalt.org/].
Inoltre, dal 2008 è iniziato il progetto di creazione del nuovo ambiente DNG (Dolphin Next Generation) [http://www.dng.st] destinato ad unificare due dialetti Smalltalk (VSE di Digitalk e Dolphin di Object Arts) e creare un nuovo ambiente di sviluppo adatto ai prevedibili sviluppi informatici dei prossimi anni.
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