Scacchi: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Pezzi degli scacchi.jpg|thumb|right|230px|Pezzi su una scacchiera]]
Il gioco degli ''Scacchi'' deriva da un gioco che ha origine in [[India]] attorno al VI sec. d. C., il Chaturanga: questi, secondo l' indirizzo interpretativo prevalente ha in seguito dato origine a varie forme del gioco nelle diverse regioni asiatiche, come gli scacchi cinesi, coreani e giapponesi, e a ovest appunto, presso gli Arabi e nell' Europa medievale. Altri diversamente, attribuiscono al gioco cinese l' origine del gioco indiano.
Il gioco degli ''Scacchi'' ha origine in [[India]] più o meno 1400 anni fa. Ha raggiunto la [[Russia]], attraverso la [[Mongolia]], e la [[Persia]] nel [[VII secolo|settimo secolo D.C.]]. Si è anche diffuso nel mondo dell'[[Islam]] dopo la conquista [[Musulmana]] della Persia. I [[Mori]] hanno introdotto il gioco ([[X secolo|decimo secolo D.C.]]) in [[Spagna]] dove nel [[XIII secolo|tredicesimo secolo]] fu redatto un manoscritto famoso [[Libro de los juegos]] che copriva "scacchi", [[Backgammon|backgammon]] e [[Dadi|dadi]], sponsorizzato da [[Alfonso X di Castiglia]]. Dalla Spagna il gioco si diffuse in tutta l'[[Europa Medievale]] ([[XI secolo|Undicesimo secolo]]).
Non trascurabile, è inoltre il probabile influsso che nell' area greco-ellenistica possano aver avuto nei primi secoli dell' era cristiana giochi da tavolo greci e romani nel più tardo gioco indiano.
Dall' area indo-persiana il gioco, a seguito della conquista araba della Persia, si è diffuso nella civiltà araba ( dopo l' VIII-IX sec ) dove conobbe uno sviluppo anche nella teoria del gioco: il primo trattato scacchistico di cui si ha conoscienza fu opera di un medico di Bagdad, scritto nell' 892. Dagli Arabi ha conosciuto una diffusione verso nord seguendo due direttrici: attraverso l' oriente bizantino verso la Russia e la Scandinavia ( dove sembra attestato prima che in occidente ); tramite la Spagna araba, e probabilmente la Sicilia, in tutto l' occidente europeo.
In Europa le prime fonti risalgono all' inizio del XI sec, tra queste, significative, il testamento del Conte di Urgel ( Catalogna ) che lascia alla Chiesa tra i suoi beni una scacchiera, e una lettera del Cardinale Pietro Damiani al Papa Alessandro II del 1060, in cui denuncia la diffusione del gioco.
Questa, nei primi secoli del medioevo, fu favorita dal successo nella cultura cavalleresca, d' altra parte venne fortemente contrastata dalla Chiesa.
 
Inizialmente, in Europa le regole non differivano dal gioco arabo, lo Shatranj, ( evoluzione del Chaturanga ) caratterizzato da una scacchiera senza colori e da regole che rendevano piuttosto lento lo svolgimento del gioco: la fersa ( la donna nella successiva evoluzione )muoveva diagonalmente di una sola casella, l' elefante ( poi alfiere, o vescovo in inglese ) muove di tre sole caselle in diagonale potendo saltare gli altri pezzi, i pedoni muovono sempre di una sola casella e promuovono sempre a fersa, gli altri pezzi muovono secondo le regole odierne tranne che non esiste arrocco.
Scrivono trattati di scacchi il calabrese [[Gioacchino Greco]] (1600-1634) e il francese Francois-André Danican Philidor (1726-1795).
Nel corso dei secoli, la necessità di velocizzare il gioco, in particolare essendo le partite giocate per scommessa, comporto' progressivamente l' adozione di movimenti più veloci, soprattutto dell' alfiere e della donna, e all' adozione di regole non comuni: nel "Libro del Acedrex" scritto dal re di Castiglia Alfonso il Saggio nel 1283, il movimento dei pezzi presenta già alcune variazioni, con la donna più mobile. Altro trattato di scacchi, il "De Ludo", scritto da un frate, Jacopo da Cessole, risale al primo XIV sec.
 
Inizialmente, in Europa le regole non differivano dal gioco arabo, lo Shatranj, caratterizzato da una scacchiera senza colori e da regole che rendevano piuttosto lento lo svolgimento del gioco: la fersa ( la donna nella successiva evoluzione )muoveva diagonalmente di una sola casella, l' elefante ( poi alfiere, o vescovo in inglese ) muove di tre sole caselle in diagonale potendo saltare gli altri pezzi, i pedoni muovono sempre di una sola casella e promuovono sempre a fersa, gli altri pezzi muovono secondo le regole odierne tranne che non esiste arrocco.
Nel corso dei secoli, la necessità di velocizzare il gioco, in particolare perchè le partite erano giocate per scommessa, comporto' progressivamente l' adozione di movimenti più veloci, in particolare dell' alfiere, e della donna.
 
Alla fine del quindicesimo secolo in [[Italia]], o secondo altri in [[Spagna]], vengono definitivamente fissate le regole moderne del gioco: i [[Pedone|pedoni]] avevano l'opzione di avanzare di due caselle al momento della loro prima mossa con la conseguente opzione per l'avversario di mangiarlo ''en passant''; gli [[Alfiere (scacchi)|Alfieri]] potevano muoversi lungo tutto una diagonale libera (invece di essere limitati a muoversi obbligatoriamente di due caselle diagonali) e perdevano la possibilità di saltare la casella di colore diversa del loro colore; alla [[Donna (scacchi)|Donna]] era permesso di muoversi in tutte le direzioni senza limitazione di distanza, il che l'ha resa il pezzo più potente presente sulla ''scacchiera'' (prima poteva solo muoversi di una casella alla volta in senso diagonale). Esistevano ancora delle differenze nelle regole per l'[[arrocco|arroccamento]] e l'esito in caso di [[Patta (scacchi)|patta]].
 
Alla fine del quindicesimo secolo in [[Italia]], o secondo altri in [[Spagna]], vengono definitivamente fissate le regole moderne del gioco, ovvero viene creata una variante che si impone sugli altri sistemi di gioco: i [[Pedone|pedoni]] avevano l'opzione di avanzare di due caselle al momento della loro prima mossa con la conseguente opzione per l'avversario di mangiarlo ''en passant''; gli [[Alfiere (scacchi)|Alfieri]] potevano muoversi lungo tutto una diagonale libera (invece di essere limitati a muoversi obbligatoriamente di due caselle diagonali) e perdevano la possibilità di saltare la casella di colore diversa del loro colore; alla [[Donna (scacchi)|Donna]] era permesso di muoversi in tutte le direzioni senza limitazione di distanza, il che l'ha resa il pezzo più potente presente sulla ''scacchiera'' (prima poteva solo muoversi di una casella alla volta in senso diagonale). Esistevano ancora delle differenze nelle regole per l'[[arrocco|arroccamento]] e l'esito in caso di [[Patta (scacchi)|patta]].
Questi cambiamenti, nel loro insieme, hanno reso il gioco degli scacchi più suscettibile di studio profondo favorendone molto la diffusione. Da allora, in [[Europa]], il gioco si è giocato quasi allo stesso modo in cui viene giocato oggi. Le regole odierne sono state congelate nel [[XIX secolo|diciannovesimo secolo]], tranne per le condizioni esatte di una patta.
 
Nel Cinquecento il gioco conobbe un evoluzione nella teoria, con numerosi trattati, come l' opera di Lucena, del 1497, e di Ruy Lopez "Libro de invencion liiberal y arte del juego de Axedrez", del 1561, in cui viene elaborata una teoria delle aperture, e c' è un approccio scientifico allo studio. Nel Seicento e nel Settecento il gioco conosce giocatori professionisti come Gioacchino Greconato verso il 1600, e il francese Philidor nel 1700.
Il modello più popolare di scacchiera ("Staunton") venne creato da [[Nathaniel Cook]] nel [[1849]], che venne adottato da uno dei principali giocatori dell'epoca [[Howard Staunton]], e ufficialmente dalla [[FIDE]] nel [[1924]].