Guerra libico-ciadiana: differenze tra le versioni

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[[File:LARAF MiG-23MS rolling along the runway at Faya Largeau AB,.jpg|thumb|Un caccia libico [[Mikoyan-Gurevich MiG-23]] in decollo dalla base di [[Faya Largeau]] ]]
 
All'inizio di ottobre, truppe libiche aerotrasportate nella striscia di Aouzou cooperarono con le forze di Goukouni per rioccupare Faya-Largeau; la città fu utilizzata come centro di assembramento per una concentrazione di carri armati, artiglieria e veicoli corazzati che poi mossero verso sud alla volta di N'Djamena. Un attacco iniziato il 6 dicembre, con alla testa una formazione di carri armati [[T-54/55]] e secondo alcuni rapporti coordinato da consiglieri militari di costruzione [[Unione Sovietica|sovietici]] e tedesco-orientali, portò alla caduta della capitale il 16 dicembre seguente; le forze libiche, stimate tra 7.000 e 9.000 tra regolari e paramilitari della [[al-Faylaq ul-'Islāmiyyu]] ("Legione islamica pan-africana", milizia internazionale a guida libica) appoggiati da 60 carri armati e altri veicoli blindati, erano state trasferite dal confine meridionale della Libia attraverso 1.100 chilometri di deserto, in parte per via aerea e in parte via terra: considerando che le principali basi libiche sulla costa del [[mar Mediterraneo]] a loro volta si trovavano a circa 1.000-1.500 chilometri dal confine libico-ciadiano, l'azione si rivelò un'impresa logistica notevole e una grande vittoria militare e politica per Gheddafi<ref>{{cita|Wright 1989|p. 132}}.</ref>.
 
Le forze del FAN furono spinte nelle zone di frontiera con il [[Darfur]] e lo stesso Habré dovette andare in esilio a [[Dakar]], anche se la sua lotta contro il GUNt continuò sotto forma di guerriglia<ref name=Azevedo-108 />.