Locomotiva FS E.330: differenze tra le versioni
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Nel [[1921]] sulla locomotiva E.330.014 fu sperimentato un sistema di trasmissione del moto dai motori alle sale tramite un cinematismo studiato dall'ingegner [[Giuseppe Bianchi (ingegnere)|Giuseppe Bianchi]].<ref>''Relazione del 9 agosto 1921 del Capo del Servizio materiale e trazione sul sistema di biella motrice articolata per locomotive elettriche ideata dall'ing. Giuseppe Bianchi'', in {{Cita|Loria|nota 17, pp. 304-306|Loria, 1971}}</ref>
Per la parte elettrica fin dalle prime prove condotte sulla Monza-Lecco il [[reostato]] (come già quello delle E.550, dal quale derivava), che aveva una capacità di 680 [[Litro|l]] (in origine sulla locomotiva 009, aumentata a 960 l dopo le prime prove<ref>{{Cita|Mascherpa|n. 226, p. 36}}.</ref>) di [[soluzione (chimica)|soluzione]] di [[acqua]] e [[carbonato di sodio|soda]] al 2%, risultò incapace di smaltire il [[calore]] in eccesso, con conseguente concentrazione della soluzione, diminuzione della sua [[resistività]] e impossibilità di espletare servizi con fermate frequenti.<ref>{{Cita|Mascherpa|n. 227, p. 45}}.</ref><ref>{{Cita|Cornolò, ''Locomotive''|p. 94|Cornolò, Locomotive}}.</ref><ref>{{Cita|Olivero, ''E 330''|n. 198, p. 20|Olivero n. 198}}.</ref>
Si provvide dapprima applicando una moto[[pompa]] che rimescolasse la soluzione nel cassone del reostato. Poi aggiungendo uno [[scambiatore termico]] esterno a serpentina, come si stava facendo sulle E.550.111-130 (costruite dalla stessa Westinghouse dal 1915 al 1917), che negli [[anni 1920|anni venti]] fu sostituito da un altro simile e da un vaporizzatore di ricircolo a [[Ventilatore|ventilazione forzata]]. A questi dispositivi fu aggiunto un serbatoio d'[[acqua]] dolce che permetteva di reintegrare la soluzione senza bisogno di rifornimenti tramite le [[Torre dell'acqua|colonne idrauliche]] delle [[stazione ferroviaria|stazioni]].<ref>{{Cita|Amici del trifase, ''A vent'anni''|p. 38|Amici del trifase}}.</ref><ref>{{Cita|Olivero, ''E 330''|n. 198, pp. 20-21|Olivero n. 198}}.</ref><ref>{{Cita|Loria|tav. XXXIV|Loria, 1971}}.</ref>
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