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Il tema cui tutti i suoi scritti si rivolgono ruotò sempre e comunque attorno alla Dalmazia. La forma esclusiva dei contributi di Tacconi rimase sempre quella dell'articolo specialistico: non si cimentò quindi mai in opere di più ampio respiro, probabilmente per poter pubblicare i suoi scritti nella «Rivista Dalmatica», dedicataria esclusiva dell'intera sua produzione anche quando essa era nata inizialmente per altri scopi, come per esempio una conferenza pubblica.
===La Dalmazia e l'Italia===
Vera e propria ''summa'' del pensiero del Tacconi fu un ampio articolo dal titolo ''Contributo della Dalmazia alla vita e alla cultura italiana''<ref>Apparso nel 1966 su «La Rivista Dalmatica», oggi anche in {{cita|Tacconi 1994|pp. 839-891}}.</ref>
===Scritti filosofici===
Il tema filosofico occupò una parte importante degli scritti di Tacconi, nel primo periodo della sua vita di studioso (dall'inizio degli anni '20 al 1943). In quest'ambito rientrano i suoi saggi sullo spalatino [[Giorgio Politeo]] (1924) e sul [[Comisa|comisano]] [[Antonio Petrich]] (1927-1928). Tacconi si confrontò spesso col pensiero e le opere del [[Ragusa (Croazia)|raguseo]] [[Ruggero Giuseppe Boscovich]] (vari saggi fra il 1928 e il 1937, con una ripresa fra il 1959 e il 1960), da lui considerato il massimo pensatore della Dalmazia. All'opera dei ragusei [[Benedetto Stay]] e [[Nicolò Vito di Gozze]] Tacconi dedicò svariati scritti negli anni '30, mentre sul matematico [[Traù|traurino]] [[Albino Nagy]] si concentrò in due diversi numeri de «La Rivista Dalmatica» fra il 1933 e il 1934.
 
===Scritti sull'arte e sugli artisti dalmati===
Tacconi scrisse una trentina di articoli su diversi artisti della sua terra, dai più remoti ([[Radovan]], [[Giovanni Dalmata]], [[Andrea Alessi]] ecc.) ai suoi contemporanei (Bruno de Bersa, [[Tullio Crali]], [[Roberto Ferruzzi]] ecc.).
 
== Lascito ==