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===Scritti di letteratura===
Un'amplissima parte degli scritti di Tacconi è dedicata alla letteratura. La netta maggioranza di questa produzione è dedicata ad autori dalmati, dei quali spesso il Tacconi fu il primo esegeta: accanto ai ben più noti [[Giovanni Francesco Biondi]], [[Savino de Bobali]], [[Elio Lampridio Cerva]], [[Arturo Colautti]], [[Stefano Gradi]], [[Adolfo Mussafia]], [[Pier Alessandro Paravia]], [[Giuseppe Sabalich]], [[Antonio Veranzio]] ed altri, stanno quindi i vari Nicolò Alberti<ref>Da non confondersi col precedente [[Niccolò Alberti|omonimo prelato]].</ref>, Antonio Chersa, Giovanni Tonco Marnavić, Cristoforo Negri, Simeone Selimbrio, Mariano Bolizza, Francesco Chimieleschi, Giovanni Petreo, Natale Piasevoli ed altri. Oltre ai precedenti - che hanno scritto solo o prevalentemente in lingua latina o italiana, Tacconi si occupò di alcuni dei massimi scrittori dalmati di lingua croata, come [[Giovanni Francesco Gondola]] o [[Marco Marulo]], in genere per cercare di connetterli alle principali correnti letterarie italiane delle loro epoche. Oltre a questi, Tacconi scrisse anche di autori dalmati croati o comunque jugoslavi riconoscendone la loro appartenenza a quel mondo linguistico-nazionale, come Milan Begović, [[Marino Darsa]], Mirko Deanović, Vladan Desnica, Andrija Kačić Miočić, Petar Kolendić, [[Annibale Lucio]], [[Vladimir Nazor]], Josip Torbarina e altri. Un capitolo particolare della produzione critico-letteraria di Tacconi è quello legato agli autori francesi: oltre ad alcuni dei massimi scrittori o poeti di quel paese, quali Balzac, Baudelaire o Verlaine, Tacconi fu il primo italiano a scrivere un saggio sul poeta Jehan Rictus (1867-1933), dieci anni prima ch'egli morisse<ref>''Un poeta dei Paria'', in «La Rivista Dalmatica», Zara 1933. Oggi anche in {{cita|Tacconi 1994|pp. 54-65}}.</ref>.
 
===Niccolò Tommaseo===