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===Niccolò Tommaseo===
Un particolare posto nella produzione tacconiana è riservato al dalmata [[Nicolò Tommaseo]]. Il primo saggio a lui dedicato fu l'elaborazione di una conferenza pubblica dal titolo «Niccolò Tommaseo gloria di Dalmazia!» (1923){{cita|Tacconi 1994|pp. 85-89}}. Nel 1941 pubblicò un ampio articolo dal titolo «Attualità di Nicolò Tommaseo»<ref>{{cita|Tacconi 1994|pp. 509-525}}.</ref>, cui fecero seguito - prima della fine della guerra - altri due scritti dal titolo «Per un ritratto "poco noto" di Nicolò Tommaseo» (1942-1943)<ref>{{cita|Tacconi 1994|pp. 534-545}}.</ref>. Tornò sul personaggio nel 1953 con «Il dalmata Niccolò Tommaseo»<ref>{{cita|Tacconi 1994|pp. 589-598}}</ref>, poi ancora nel 1963 con «Ancora Prezzolini, Tommaseo e la Dalmazia»<ref>{{cita|Tacconi 1994|pp. 793-798}}.</ref> e nel 1971 («Due lettere, due anni di storia»<ref>{{cita|Tacconi 1994|pp. 956-965}}.</ref>. Negli anni, il Tacconi aveva recensito diverse nuove o vecchie edizioni del letterato di Sebenico. Per Tacconi Niccolò Tommaseo è la quintessenza di ciò che si può definire «patriota dalmata»: vero dalmata e in quanto tale vero patriota; legato alla sua lingua, alle sue tradizioni, alla sua storia, alla realtà del suo tempo, alla memoria di Venezia. Un lottatore retto e indefesso. La produzione letteraria di Tommaseo fu vastissima: la sua idea di "patria dalmata" e l'utilizzo anche della lingua slava per una piccola parte della sua produzione poetica ha permesso nel tempo ai croati di inserirlo anche nell'alveo della storia della letteratura di quel paese: ciò scatenò in Tacconi una furiosa reazione, condita di accuse di falso ed appropriazione delle glorie nazionali italiane da parte dei croati, acuitasi negli ultimi articoli della sua produzione, quando l'animo di Tacconi era esacerbato e deluso per la perdita della propria città natale (Spalato) e di quella elettiva (Zara), al termine di una lunga lotta fra italiani e croati della quale si era sempre sentito parte attiva.
== Lascito ==
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