Chiesa cattolica in Corea: differenze tra le versioni
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All'inizio della guerra fu arrestato anche il primo delegato apostolico in Corea, il vescovo [[Patrick James Byrne]]: pur essendo cittadino statunitense, fu condannato a morte, ma la sentenza non venne eseguita. Fu deportato in un campo di concentramento, dove morì qualche mese dopo tra stenti e privazioni.
Di cosa successe ai cristiani negli anni seguenti non si hanno più notizie perché il regime coreano è tra i più chiusi verso l'esterno. Ancora non si conosce la sorte dei 166 [[presbitero|sacerdoti]] e religiosi
Oggi la Chiesa del nord rimane senza clero e senza culto.
Secondo i dati ufficiali, i [[cattolici]] nordcoreani sono circa 4.000, oltre a circa 12.000 [[protestanti]]. I dati però si riferiscono agli iscritti all'«Associazione dei cattolici nordcoreani»,
Nella Repubblica popolare democratica la società è stata classificata in 51 categorie. I cristiani appartengono alla 37ma; se cattolici alla 39ma<ref name="Bono">{{cita news|autore=Anna Bono|url=http://www.lanuovabq.it/it/articoli-i-dannati-nellinferno-della-corea-del-nord-11170.htm|titolo=I dannati nell'inferno della Corea del Nord |pubblicazione=[[La nuova bussola quotidiana]]|data=9 dicembre 2014|accesso=25/03/2015}} </ref>. La comunità cristiana è sottoposta ad una dura repressione da parte delle autorità. Un cattolico fedele al papa è doppiamente malvisto: accusato di slealtà verso il regime (solo l'«Associazione dei cattolici nordcoreani» è riconosciuta) e sospettato di rapporti con la [[Cina]]. In Corea del Nord la repressione della libertà religiosa è totale. Anche praticare la fede in privato, a livello personale, è reato. Le pene vanno dalla detenzione in un campo di lavoro, per un periodo di tempo o a vita, alla morte tramite pubblica esecuzione. Nel Paese comunista, essere "scoperti" mentre si partecipa ad una [[Santa Messa|messa]] in un luogo non autorizzato può comportare pene detentive e, nei casi peggiori, la tortura e anche la [[pena capitale]]. Il solo fatto di possedere una [[Bibbia]] è considerato un reato che può portare alla condanna a morte. Il 16 giugno [[2009]] una cristiana di 33 anni, Ri Hyon-ok, è stata condannata a morte e giustiziata per aver "messo in circolazione delle Bibbie".
Anche i familiari di un condannato possono essere arrestati a loro volta. Infatti, oltre ai campi di lavoro, esistono in Corea del Nord i campi di "rieducazione", appositamente costruiti per rinchiudere i familiari dei condannati<ref name="Bono"/>.
Secondo il rapporto [[2014]] dell'organizzazione non governativa «Open Doors International» ("Porte Aperte"), sono attualmente rinchiusi nei sei campi di lavoro esistenti nel Paese da 50.000 a 70.000 cristiani<ref name="Bono"/>. Dal 2003 la Corea del Nord compare sempre al primo posto nel rapporto annuale dell'ONG sulle persecuzioni verso i cristiani.
Le condizioni di degrado materiale e morale cui sono sottoposti i condannati rinchiusi nei campi di lavoro sono state descritte da Shin Dong-hyuk, l'unica persona riuscita a fuggire ed a mettersi in salvo fuori dal Paese. Shin ha raccontato la sua esperienza nel libro ''Fuga dal campo 14'' (2014)<ref name="Bono"/>.
;Al Sud
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