Enel: differenze tra le versioni

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inserimento sezione anni '63-'70
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* [[Carbosarda (società)|Carbosarda]] (Sardegna)
 
===1963-1970: ammodernamento e sviluppo della rete===
=== Il disastro del Vajont ===
 
{{f|gennaio 2015|aziende|L'intera storia manca quasi completamente di fonti e si configura in parte come [[WP:RO|ricerca originale]]}}
I primi di obiettivi di Enel furono l'ammodernamento e lo sviluppo della rete elettrica con la costruzione delle dorsali ad [[alta tensione]], i collegamenti internazionali, i collegamenti con le isole, l'elettrificazione delle zone rurali e la realizzazione del centro nazionale di dispacciamento, finanziati anche tramite l'emissione, nel 1965, di [[obbligazione (finanza)|obbligazioni]] garantite dallo stato per un valore di oltre 130 miliardi di lire.<ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg04/lavori/stampati/pdf/013_001184_F001.pdf|sito=Camera dei deputati|data=9 settembre 1966|accesso=2 febbraio 2015|titolo=Relazione della Corte dei Conti}}</ref> Nel 1967 la sorveglianza di Enel passò dal Comitato dei Ministri al [[comitato interministeriale per la programmazione economica]] (CIPE) sempre di concerto con il [[Ministero dell'Industria]]<ref>{{cita web|url=http://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/015_037001_F004.pdf}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Dal monopolio alla concorrenza. La liberalizzazione incompiuta di alcuni settori|autore= Maria Martellini|pp=61-62|editore=FrancoAngeli|anno= 2007|isbn= 9788846494436}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Manuale breve di diritto dell'energia|autore=Eugenio Grippo|autore2=Filippo Manca|editore= Wolters Kluwer Italia|anno=2008|isbn= 9788813274382|p=33}}</ref> In questo periodo inoltre la [[produzione di energia elettrica in Italia|produzione di energia]] termoelettrica superò per la prima volta quella idroelettrica.<ref>{{cita libro|titolo= ABC dell'elettrotecnica e della illuminazione|autore=Luigi Morati|editore=Hoepli|anno=1999|isbn= 9788820325817}}</ref><ref name="isbn_9788832362145">{{cita libro|titolo= Storia della tecnica elettrica|editore=Cisalpino|anno=2009|isbn= 9788832362145|autore=Virginio Cantoni|autore2=Silvestri Andrea|p=201}}</ref>
 
==== Centro nazionale di dispacciamento ====
 
{{vedi anche|Dispacciamento}}
 
Nel 1963 venne creato il '''Centro nazionale di [[dispacciamento]] di Roma''' al fine di gestire i flussi di energia sulla rete coordinando gli impianti di [[Produzione di energia elettrica|produzione]], la rete di [[Trasmissione di energia elettrica|trasmissione]], la [[Distribuzione di energia elettrica |distribuzione]] oltre che l'interconnessione del sistema elettrico italiano con l'estero, regolando istante per istante la produzione e la trasmissione di energia sulla base dell'effettiva richiesta.<ref name="sito_radio_radicale" /><ref name="isbn_9781137033918"/><ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-08-01/quando-energia-idroelettrica-fini-210855.shtml?uuid=Ab9w0xHG|titolo= Quando nel '62 si unì l'Italia energetica|sito=Il Sole 24 ore|accesso=1 febbraio 2015|data=2 agosto 2012|autore=Paolo Andrea Colombo}}</ref><ref>{{cita web|url=http://economia.tesionline.it/economia/article.jsp?id=1023|titolo= Enel|sito=Tesi Online Economia|accesso=1 febbraio 2015|autore= Ilenia Giuga}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/12/cos-il-dispacciamento.html|sito=La Repubblica|titolo=Cos'è il dispacciamento|data=12 novembre 1994|accesso=1 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/dispacciamento.aspx|titolo=Dispacciamento|sito=Terna|accesso=1 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Les transports d'énergie: techniques nouvelles et conséquences économiques. Travaux du Colloque européen d'économie de l'énergie. Grenoble, 6-8 mai 1965|lingua=francese|editore= Mouton & Company|anno=1969|p=95}}</ref>
 
==== Elettrificazione rurale ====
 
Nell'ambito dell''''elettrificazione rurale''' i nuclei abitati non collegati alla rete elettrica passarono dall'1,27% del 1960 allo 0,46% del 1964, con oltre 320.000 nuovi abitanti collegati. Nel quinquiennio 1966-1970 furono avviati ulteriori investimenti per l'elettrificazione rurale, a carico per l'80% dello stato e per il 20% dell'Enel, complementati da tariffe agevolate come stimolo allo sviluppo agricolo.<ref>{{cita libro|titolo= Design per l'energia: strumenti e linguaggi per una produzione diffusa|autore=Luca Mazzari|editore= Alinea Editrice|anno=2011|isbn= 9788860556370|p=72}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cnel.it/53?shadow_documenti=17510|sito=CNEL|titolo= Diffusione della elettrificazione rurale|data=26 gennaio 1967|accesso=1 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=L'energia ed i poteri. Il mercato libero dell'energia elettrica tra realtà ed apparenze|autore=Alfonso Percuoco|editore= FrancoAngeli|anno=2004|isbn= 9788846455000|p=58}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.researchgate.net/publication/252931569_Cassa_per_il_Mezzogiorno._Il_caso_dell&#39;Abruzzo/file/5046351f5754b42630.pdf|titolo=Cassa per il Mezzogiorno - Il caso dell'Abruzzo|accesso=1 febbraio 2015|p=44|autore=Emanuele Felice}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Indagine sulla situazione della elettrificazione rurale in Italia|anno=1966|editore=Enel}}</ref>
 
==== Rete ad alta tensione e collegamenti con le isole ====
 
Nel 1968 iniziarono i lavori (terminati nella prima metà degli anni '70) di realizzazione della linea a 380 Kv di collegamento tra Firenze e Roma che unì il sistema elettrico ad [[alta tensione]] del Nord con quello del Centro Sud.<ref>{{cita libro|titolo= Enciclopedia di Roma: dalla origini all'anno Duemila|autore=Caterina Napoleone|editore=Franco Maria Ricci|anno= Franco Maria Ricci|isbn= 9788821609466|p=387}}</ref><ref>{{cita libro|titolo= Vita italiana|volume=25|editore= Presidenza del Consiglio dei ministri|p=430}}</ref> Vennero realizzate inoltre i collegamenti internazionali ad alta tensione con la [[Francia]] (linea 380 kV Venaus-Villarodin, 1969) e con la [[Svizzera]].<ref name="isbn_9788800860031" /><ref>{{cita web|url=http://www.terna.it/LinkClick.aspx?fileticket=hnWA2E5xq7Y%3D&tabid=6503|sito=Terna|titolo=Tutti i numeri dell’interconnessione Italia-Francia|accesso=2 febbraio 2015}}</ref><ref>{{cita libro|}}</ref>
 
Negli stessi anni vennero attivati i collegamenti elettrici tramite cavi tra la penisola e l'[[Isola d'Elba]] (1966)<ref name="libro_l_universo">{{cita libro|titolo=L'Universo|volume=50|editore= Istituto geografico militare|curatore=Silvio Govi}}{{cita web|url=http://www.enel.tv/#/entities/due-cavi-per-lelba/|titolo=Due cavi per l'Elba|sito=Enel.tv|accesso=2 febbraio 2015|data=1967}}</ref>, l'[[Isola d'Ischia]] (1967)<ref name="libro_l_universo" /><ref>{{cita web|url=http://www.enel.tv/entities/ischia-70-metri-sotto/|titolo=Ischia 70 metri sotto|accesso=2 febbraio 2015}}</ref> e la [[Sardegna]], attraverso la [[Corsica]] (1967).<ref name="isbn_9788832362145" />
 
==== Il disastro del Vajont ====
 
{{vedi anche| Disastro del Vajont}}
 
L'Enel fu coinvolta nel [[disastro del Vajont]], accaduto il 9 ottobre [[1963]] al [[bacino idroelettrico|bacino]] del [[Diga del Vajont|Vajont]], [[invaso]] artificiale sfruttato per produrre una grande quantità di [[energia idroelettrica]], sulle cui acque cadde una frana di 260 milioni di metri cubi. L'impianto era stato realizzato dalla [[Società Adriatica di Elettricità|Sade]] e il 14 marzo 1963 era stato appena conferito nell'ambito del processo di nazionalizzazione alla neonata Enel. L'impatto della frana nel lago provocò delle ondate, entro e fuori la [[valle del Vajont]], che lambirono i paesi di [[Erto e Casso]] e che scavalcarono la diga, distruggendo i paesi a valle di [[Longarone]], Pirago, Rivalta, Villanova e Faè. Questo disastro causò circa duemila vittime. L'Enel fu imputata al processo come società responsabile del disastro, aggravata dalla prevedibilità dell'evento. Nel 1964, anche la [[Montedison]] fu coinvolta nel processo, avendo acquisito la [[Società Adriatica di Elettricità|SADE]], costruttore dell'impianto.
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|editore=La Repubblica }}</ref> Le due società furono condannate a risarcire i danni alle comunità coinvolte nella catastrofe.
 
=== La diffusione dell'energia elettrica ===
Crescendo i consumi insieme alla rapida trasformazione delle abitudini di vita (ad esempio con la massiccia diffusione degli [[elettrodomestico|elettrodomestici]]), l'Enel giunse ad avere il secondo [[fatturato]] industriale italiano, dietro alla [[Fiat]].
 
Negli anni successivi fu dato impulso alla cosiddetta "elettrificazione rurale", cioè all'espansione della rete elettrica nelle campagne; le asperità geografiche resero costosa l'operazione, richiedendo la realizzazione di infrastrutture (dalle cabine alle linee palificate) con l'obiettivo di connettere alla rete la quasi totalità dei cittadini-utenti.
 
=== Crisi petrolifera ===
 
{{f|gennaio 2015|aziende|L'intera storia manca quasi completamente di fonti e si configura in parte come [[WP:RO|ricerca originale]]}}
 
 
La crisi petrolifera internazionale che avrebbe condotto l'Italia alle politiche di "[[austerity]]" ([[1974]]), diede la stura a numerose ricerche su eventuali fonti alternative per la produzione di energia. L'Enel riprese gli studi sull'[[energia nucleare]] e ottenne di poter costruire nuove centrali. Gli studi sulle altre energie, ad esempio sull'[[energia eolica]], pur da tempo oggetto di analisi, furono accantonati in favore del potenziamento delle vecchie centrali idroelettriche, a molte delle quali furono applicati dispositivi per il ripompaggio dell'acqua.<ref>Ripompaggio dell'acqua. Nelle centrali idroelettriche dotate di ''bacino'' sia ''a monte'' che ''a valle'' e in cui, per mezzo di pompe o turbine reversibili, si riporta l'acqua dal bacino ''a valle'' a quello ''a monte'' aiutando la rete di distribuzione nei momenti quotidiani di maggior richiesta di energia. Vedi la voce [[Centrale idroelettrica]].</ref>